Terra in conflitto in cui la crisi umanitaria costringe migliaia di persone a trovare rifugio in Sudan, l’Etiopia conserva dei tesori d’arte. Le chiese monolitiche di Lalibela sono edifici di culto per i cristiani ortodossi e hanno architetture scavate nella roccia.
Le violenze in Etiopia non finiranno con la guerra
Cosa rende particolari le chiese monolitiche di Lalibela?
Si trovano nella città che in passato era Roha, nel regno di Zagwe, undici luoghi di fede collegati da un sistema di tunnel sotterranei. La tradizione vuole che il re Lalibela, da cui prende il nome l’insediamento, dopo l’ascesa al trono nel 1181, abbia deciso di costruire le chiese. Un edificio scavato nella roccia, identificato come “Golgota”, conserva la tomba del sovrano. L’interno degli altri poli cultuali è decorato con tappeti, ebanisterie, oro e sete in onore di un Dio munifico.
Le chiese monoliriche di Lalibela
Lalibela è una delle principali destinazioni turistiche etiopi e il numero di visitatori è precipitato con l’avvio della guerra. La città è il luogo associato al culto cristiano in Africa, al credo monofisita che riconosce in Gesù la sola natura divina. In Abissinia vivono i discendenti della regina di Saba. La presenza di chiese scavate in un solo blocco di roccia, secondo i resoconti con l’aiuto degli angeli, rende ancora più affascinante il sito. Il re Lalibela ha realizzato gli edifici sacri che all’interno presentano pareti scolpite e levigate con decorazioni geometriche e pitture.
Etiopia, la ribellione dell’etnia tigrina
La guerra civile dal novembre scorso affligge lo stato africano con scontri e violenze tra tigrini e le forze di Amhara. Negli ultimi giorni gli osservatori internazionali hanno trovato nel fiume Setit trenta cadaveri con ferite da armi da fuoco e segni di corde alle mani. Il gruppo di Fronte di liberazione popolare del Tagray oggi è arrivato a Lalibela senza però alcuno scontro armato, come riferiscono i residenti. Tuttavia, l’ingresso delle milizie che si oppongono al Governo di Adis Abeba ha fatto fuggire numerosi abitanti dalla città. L’opposizione al Ministro Abiy Ahmen ha quindi raggiunto un centro culturale e religioso, patrimonio dell’Unesco. Dunque, una presa di posizione per affermare i diritti della gente del Nord dell’Etiopia.