La Chiesa statunitense si è detta sconvolta dall’ondata di proteste che ha colpito Capitol Hill il 6 gennaio scorso. Assieme alla maggior parte dei leader europei, i ministri di culto si sono uniti alla voce di quanti hanno definito l’insurrezione un comportamento “inaccettabile”. Soprattutto per l’importanza del luogo “profanato” dai manifestanti. Ecco le dichiarazioni.
Chiesa statunitense come ha reagito?
La Chiesa statunitense ha condannato l’irruzione dei manifestanti pro Trump nel complesso di Capitol Hill in occasione della certificazione del presidente Biden. In effetti, quella che era nata come manifestazione pacifica è subito degenerata in una rivolta senza precedenti, che ha sconvolto l’opinione pubblica nazionale e internazionale. Nessuno, difatti, si sarebbe aspettato un risvolto simile, soprattutto in un Paese considerato la culla della democrazia occidentale. Intanto aumenta il numero dei morti e quello dei feriti, così come gli arresti. Mentre i leader europei hanno biasimato l’accaduto, il presidente del Parlamento Ue Davide Sassoli ha commentato: “L’assalto a Capitol Hill è una pagina nera che resterà impressa“. Nel frattempo, a Washington le autorità hanno esteso lo stato di emergenza per altre due settimane fino all’insediamento del nuovo inquilino della Casa Bianca quando si prevedono nuove tensioni. E pure la Chiesa statunitense ha preso le distanze da quanto accaduto il 6 gennaio.
Le dichiarazioni
Com’è immaginabile i religiosi hanno condannato l’insurrezione di qualche giorno fa. Ad esempio, da Los Angeles il presidente della Conferenza dei vescovi statunitensi, monsignor José Horacio Gómez, ha dichiarato: “Questo non è ciò che siamo come americani, dove la transizione pacifica del potere è uno dei segni distintivi“. Poi il porporato ha invocato l’aiuto della Vergine Maria per riportare il buon senso nella comunità. Mentre il cardinale Wilton Gregory, arcivescovo di Washington, ha commentato: “Dobbiamo fermarci e pregare per la pace in questo momento critico“. E ha aggiunto: “Il tono di divisione che ha recentemente dominato le nostre conversazioni deve cambiare e coloro che ricorrono alla retorica incendiaria devono assumersi la responsabilità di incitare alla crescente violenza nella nostra nazione“.
La “profanazione”
D’altra parte, l’arcivescovo Gregory ha invitato i cittadini a onorare un luogo che definisce “sacro” perché adibito a stabilire le leggi nazionali. Infine, il cardinale ha pregato per la sicurezza dei funzionari eletti, del personale, dei lavoratori, dei manifestanti, delle forze dell’ordine. “Ci sono ferite e danni tremendi richiamando tutti alla collaborazione, al rispetto dei valori democratici e al bene comune“, ha ammesso. A condividerne le preoccupazioni il cardinale Blase Joseph Cupich. Come arcivescovo di Chicago, il porporato ha definito l’accaduto una “vergogna nazionale” e ha twittato sul suo profilo: “Possa l’amore di Dio ricordare a tutti gli americani che la politica è la risoluzione pacifica di punti di vista contrastanti. Questa è la nostra tradizione di nazione democratica, e noi la miniamo a nostro rischio e pericolo“.
La denuncia della Chiesa statunitense
Poi Cupich ha fatto appello ai rappresentanti politici affinché “Possano ascoltare i consigli dei loro angeli migliori per difendere la Costituzione che hanno giurato di difendere“. E ha osservato: “La violenza al servizio di una falsità è peggiore. Per molti mesi abbiamo assistito alla deliberata erosione delle norme del nostro sistema di governo“. Dopo aver spiegato come una protesta sia costituzionalmente legittima solo se pacifica, Cupich ha concluso il suo ragionamento senza sconti. Infatti, ha spiegato che i fatti del Campidoglio dovrebbero “scioccare la coscienza di ogni americano patriottico e di ogni cattolico fedele“. Sulla stessa onda anche Johnny Zokovitch, direttore esecutivo di Pax Christi, che ha condannato quanto accaduto durante la certificazione del presidente Joe Biden.
Cosa dice Pax Christi?
In particolare, Zokovitch ha descritto l’insurrezione come “il risultato della demagogia di un uomo, il presidente Trump, e del fallimento di tutti coloro (politici, media, famiglia e altro ancora) che hanno scusato, trascurato, licenziato o comunque incoraggiato l’odiosa e divisiva retorica che ha definito il mandato di questo presidente“. Quindi, dall’organizzazione ha ribadito che “coloro che avrebbero potuto e dovuto ritenere questo presidente responsabile hanno fatto esattamente il contrario negli ultimi quattro anni e i brutti e vergognosi incidenti al Campidoglio degli Stati Uniti sono stati il triste e prevedibile risultato di questa abdicazione di responsabilità“.
Wcc supporta la Chiesa statunitense
Il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) ha espresso “grave e crescente preoccupazione” per i fatti di Washington, allineandosi con quanto dichiarato da Pax Christi. Anzi, incrementandone la dose. In una nota, infatti, il segretario ad interim dell’organizzazione Ian Sauca ha commentato: “La politica populista divisiva degli ultimi anni ha scatenato forze che minacciano le basi della democrazia negli Stati Uniti e nella misura in cui rappresentano un esempio per altri Paesi nel resto del mondo“. Il reverendo si era appellato ai rivoltosi affinché tornassero “a un dialogo civile” e aveva invitato i partiti a un “comportamento responsabile”. Poi, Sauca ha concluso: “Questi sviluppi hanno implicazioni che vanno ben oltre la politica interna americana“. E infine aggiunto: “Preghiamo affinché tutte le Chiese in America abbiano la saggezza e la forza per dare una guida al Paese in questa crisi e per riportarlo sulla strada della pace, della riconciliazione e della giustizia“.
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