venerdì, Marzo 29, 2024

Chico Forti: c’è bisogno di una mobilitazione seria

Chico Forti da 21 anni è detenuto negli Stati Uniti. Dal 1999 è detenuto per l’omicidio di Dale Pike, ma tutte le prove prodotte sono false. Decine di investigatori, poliziotti e giornalisti hanno prodotto contro prove.

Chico Forti c’è bisogno del sostegno di tutti

Forte è l’impegno delle associazioni che lo difendono, e forte è l’impegno delle Iene. Ma personalmente, conoscendo il modus operandi del nostro governo, ritengo scarsa l’azione diplomatica per riportarlo a casa.

La mobilitazione per Chico Forti

“Uniti per Chico Forti” questo è il grido delle associazioni che promuovono la mobilitazione Nazionale del 13 ottobre a Roma. Si ritroveranno a Piazza Montecitorio alle ore 10.00 per chiedere ancora una volta al governo di “intervenire”. Quindi l’appello è: “tutti in piazza per Chico”

Chico Forti 21 anni sono tanti anche per un colpevole, figuriamoci per un innocente


È dal 1999 che mi tengono dietro queste sbarre condannato per omicidio negli Stati Uniti. Io sono innocente io sono solo colpevole di aver detto la verità. Sono colpevole di essermi fidato di voi. Sono colpevole di onestà e chiarezza. Hanno smontato il mio caso e hanno visto che si tratta di una montatura. Grido al mio governo liberatemi Io sono esausto”.

L’accusa inventata


“Mi hanno accusato ingiustamente di un realto mai commesso”. Il 15 febbraio 1998 Dale Pike figlio di Anthony Pike dal quale Chico stava acquistando il Pikes Hotel a Ibiza, viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach Miami. Chico viene accusato di essere parte in questo omicidio, un omicidio commesso durante l’esecuzione di un crimine.


Chico Forti c’è bisogno di una mobilitazione seria


Viene condannato all’ergastolo senza la possibilità di liberazione su condizionale. Sconta la pena all’istituto correzionale di Florida City. Chico Forti dichiara di essere vittima di un errore giudiziario. Nella battaglia per la sua innocenza i suoi sostenitori insistono sul fatto che contro di lui ci fosse un pregiudizio da parte della Polizia di Miami. Questo dovuto alle critiche implicite in uno dei documentari girati dal produttore. Forti critica l’operato della polizia locale sulla ricostruzione della morte di Andrew Cunanan l’assassino di Gianni Versace che avrebbe forzato la conclusione del caso.

Condannato per aver detto la verità

“Poi forzarono la mano su di me inventando sabbie nella mia automobile e incroci di tempistiche inesistenti. Ma soprattutto mentendomi e modificando il rapporto dell’interrogatorio. Grido ancora al governo italiano, al mio paese d’origine liberatemi Sono esausto“.

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