Il magistrato: “Picchiata poi colpita con un bastone e strangolata con il filo del telefono”. La vittima aveva 44 anni ed era la sorella dell’uomo bruciato cinque anni fa nella zona insieme al nipotino, il piccolo Cocò di tre anni.
A dare l’allarme, erano stati alcuni parenti, che con lei avevano appuntamento in mattinata. Quando non si è presentata e non ha risposto al telefono, si sono precipitati a casa, temendo che fosse successo qualcosa, ma per lei non c’era più nulla da fare. La donna, incinta di pochi mesi, era già morta.
Inutilmente i parenti della vittima hanno cercato il marito, Giovanni De Cicco, per capire cosa fosse successo in casa, trovata totalmente a soqquadro. Per ore irrintracciabile, è stato fermato dai carabinieri nel pomeriggio. Su di lui, da subito, si erano concentrati i sospetti dei carabinieri, con il coordinamento della èpm Valentina Draetta e del procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla.
Il procuratore Facciolla aveva già escluso in mattinata che il delitto potesse essere riconducibile a questioni di criminalità organizzata, nonostante la vittima avesse alle spalle un arresto per droga e una parentela ingombrante.
Era la sorella di Giuseppe Iannicelli, il 52enne ucciso e poi bruciato insieme al nipotino di soli 3 anni, Cocò Campolongo, e alla compagna 27enne Ibtissam Touss, nel gennaio 2014. Un delitto che ha scosso nel profondo l’opinione pubblica e fatto rabbrividire persino papa Francesco, che qualche mese dopo, nel corso della sua visita alla vicina piana di Sibari ha lanciato il suo anatema contro i mafiosi.