L’oppositore russo Aleksej Navalny si trova in carcere per accuse di violazione della libertà vigilata. Nei giorni scorsi, la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU), ha richiesto il rilascio “con effetto immediato” del leader dell’opposizione. Tuttavia Mosca sembra respingere la richiesta da parte dell’Unione Europea. Ma come potrebbe evolversi il caso Navalny dopo la richiesta della CEDU?
Caso Navalny – cosa potrebbe accadere dopo la richiesta dell’Europa?
Il leader dell’opposizione russa Aleksej Navalny si trova attualmente in un carcere moscovita per una condanna a quasi tre anni per violazione di libertà vigilata. Le autorità lo avevano arrestato il 2 febbraio, quando l’oppositore era rientrato da Berlino, dove era in convalescenza dopo un avvelenamento. Nei giorni scorsi, Navalny aveva fatto appello alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per il suo rilascio. La Corte ha accolto con favore questa richiesta. La CEDU ha quindi chiesto alla Russia di rilasciare “con effetto immediato” l’oppositore. Aveva motivato ciò affermando che la sua vita potrebbe essere in pericolo in caso di prosieguo della custodia.
Tuttavia il Cremlino potrebbe ignorare del tutto la richiesta da parte dell’Europa cosa che molti esperti legali ritengono abbastanza ovvia, viste le prime reazioni di Mosca. Gli stessi esperti legali hanno affermato che dal canto suo la Corte Europea non può imporre un obbligo alla Russia nell’ambito di una sentenza.
Gli avvocati sono divisi sul fatto che la richiesta CEDU sia vincolante o meno
Il ministro della Giustizia russo ha evidenziato che sono in vigore i cambiamenti costituzionali introdotti l’anno scorso vietano l’esecuzione di trattati internazionali, specie se questi contraddicono la legge russa. Gli avvocati si trovano divisi sul fatto che la richiesta europea della scarcerazione di Navalny sia vincolante o meno. I legali citano dei disaccordi su una sentenza del 2005 riguardo alle persone che necessitano do protezione internazionale. Il capo del dipartimento di Diritto Internazionale presso l’Università statale di Mosca Aleksej Ispolinov ha dichiarato al Moscow Times: “La stessa CEDU ha sostenuto a lungo che le misure non sono vincolanti”. Sergei Gloubok, rappresentante dei querelanti russi alla CEDU, conviene tuttavia sul fatto che la Russia ha il dovere di rispettare la richiesta “come requisito del diritto internazionale e russo. I tentativi di trovare giustificazioni per ignorare questa decisione sono al di fuori del piano legale”.
La Russia potrebbe venire sospesa dal Consiglio d’Europa
Altri sostengono invece che la Corte Europea potrebbe intervenire sul rifiuto di Mosca attraverso l’aumento dell’ammontare dei danni che la Russia deve pagare per l’incarcerazione di Navalny. La Russia potrebbe addirittura vedere sospesa la sua appartenenza al Consiglio d’Europa (CdE). Il vicepresidente della Camera bassa della Duma, Pyotr Tolstoy, ha dichiarato che Mosca è pronta per essere privata dell’adesione al CdE. L’avvocato per i diritti umani Vanessa Kogan sostiene invece che la mancata adesione di Mosca alle richieste europee possa indurre la CEDU a emettere una sentenza più rigorosa.
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