Carenza microchip: BMW non nasconde la sua preoccupazione

Nonostante i profitti in crescita nel secondo trimestre del 2021, da BMW lanciano l'allarme sulla continua scarsità di microchip e conduttori che potrebbe danneggiare produzione e vendite dell'industria automobilistica.

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Carenza microchip: BMW preoccupata
La preoccupazione di BMW per la crisi dei semiconduttori.

Soddisfazione per il presente ma anche preoccupazione per il futuro. Sembra questo, in in sintesi, lo stato d’animo che serpeggia in casa BMW dopo la pubblicazione dei dati relativi alle vendite e alla produzione del secondo trimestre del 2021. La buona notizia per l’azienda automobilistica tedesca arriva dai guadagni netti che sono saliti a 4,8 miliardi di euro. Si tratta di un bel balzo in avanti rispetto alle perdite di 212 milioni del 2020. Invece c’è più di qualche perplessità sulla carenza microchip che rischia di porre nuovamente un freno alla crescita dell’intero settore.

I vertici di BMW, infatti, non hanno nascosto i loro dubbi su questa ormai costante scarsità di semiconduttori e microchip che, stando alle proiezioni della società di Monaco di Baviera, potrebbe farsi sentire a partire dalla seconda metà del 2021. Inoltre si guarda con sospetto anche al continuo aumento del costo delle materie prime che, se non dovesse fermarsi, potrebbe avere un ulteriore impatto negativo sull’industria dell’auto.

Oliver Zipse, amministratore delegato del marchio tedesco, ha dichiarato che gli ottimi risultati del secondo trimestre del 2021 sono legati all’incremento della domanda da parte della clientela. Nonostante ciò, guardando alla seconda parte dell’anno, il dirigente ha evidenziato che la carenza microchip e il prezzo elevato dei materiali non fanno altro che generare un clima di incertezza sul futuro.

La carenza microchip può influenzare negativamente produzione e vendite di auto

Sul tema dei ricavi del secondo trimestre del 2021 e dei progetti per il futuro si è soffermato anche Nicolas Peter, direttore finanziario di BMW. Questi ha ribadito che tutta l’azienda continuerà a lavorare duramente per affrontare e superare le prossime sfide del mercato. Anche lui però ha ribadito come la carenza microchip e “i problemi alle catene di fornitura” potrebbero alimentare un certo clima di tensione e preoccupazione.

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Il CFO infatti non ha escluso che anche e soprattutto nella seconda metà del 2021 potrebbero esserci altri tagli alla produzione e, di conseguenza, delle vendite ridotte rispetto a quanto accaduto finora. Un allarme, quello lanciato da BMW, che fa particolarmente riflettere perché, finora, la casa di Monaco di Baviera ha subito di meno l’impatto riguardante la carenza microchip e semiconduttori rispetto ad altri competitor tedeschi come Daimler e Volkswagen.