Ogni anno i paesi occidentali si trovano ad affrontare un problema sociale sempre più grosso. Cioè quello dei senzatetto. Nell’Unione europea sono 700mila gli uomini e le donne che dormono in strada. O in rifugi d’emergenza. E il numero è in continuo aumento. In tutto, si stima che dal 2009 sia aumentato del 70 per cento. Mentre in Italia, secondo le ultime stime ufficiali, se ne contano un totale di 50.000. E se nel nostro Paese i volontari impegnati, distribuiscono sacchi a pelo e generi di conforto in Germania si distribuiscono capsule realizzati in legno e acciaio. In grado di ospitare i senza fissa dimora.
Capsule in legno e acciaio: una soluzione per alleviare il disagio?
La sistemazione di emergenza è il principale sistema di risposta ai senzatetto. Ed è per questo motivo che la città tedesca di Ulm ha realizzato una serie di nidi-rifugio per le persone in stato di emarginazione sociale. Dunque un riparo sicuro, che consentirà temporaneamente di togliere dalla strada le persone più vulnerabili.
Come sono realizzate le capsule in legno e acciaio?
Le capsule in legno e acciaio sono realizzate in modo tale da poter ospitare un massimo di due persone. E sono isolate termicamente per proteggere dal freddo, e dal vento. Inoltre sono dotate di pannelli solari. E collegate a internet. Come pure a una rete radio. Per consentire agli occupanti di comunicare fra di loro. Inoltre vi sono installati dei sensori in grado di monitorare i livelli di temperatura, e umidità. Il fumo e l’anidride carbonica. Inoltre sono provviste di illuminazione, di un sistema di ventilazione e di un allarme.
I senzatetto: uomini e donne “invisibili”
I senzatetto sono gli uomini e le donne “dell’ombra”. Coloro che tendono la mano quando passiamo. Che frugano nei bidoni della spazzatura. Che dormono sui marciapiedi e nei corridoi della metropolitana. I senzacasa vivono e muoiono accanto a noi. Nell’indifferenza. Secondo l’immaginario collettivo il clochard è colui che ha scelto di vivere per strada come forma di libertà. Questa credenza però si frantuma nel momento in cui la persona senza dimora comincia a raccontarsi. Illustrandoci la verità sulla propria vita. Un sé spezzato da un evento critico. Come la perdita di un lavoro stabile o della casa. Perché la rata del mutuo non aspetta. Sono coloro che vivono per strada, nel girone della povertà.
Quali iniziative sono state intraprese a livello europeo?
“Uno spreco di capitale umano”. E’ con queste parole che la Commissione europea descrive la condizione dei senza fissa dimora. Non solo, dunque, una situazione individuale di povertà ed esclusione sociale estrema, ma un fenomeno che riguarda la
società nel suo complesso. Pertanto numerosi sono i programmi di aiuto tradizionali. Come l’accoglienza nei dormitori. Quest’ultimo tipo di approccio però risulta a volte insoddisfacente. Perchè spesso sono sovraffollati. A Bruxelles, ad esempio, circa mille senzatetto sono stati ospitati negli alberghi. Mentre la Finlandia, per esempio, è l’unico paese europeo che ogni anno registra un calo nel numero totale di clochard. Ad oggi ne conta solo 7000. Questo risultato è frutto di un programma iniziato nel 2008 chiamato “Housing First”. Cioè la concessione immediata di un alloggio. Su questo fronte, l’Italia sconta certamente un ritardo. Sia in termini di conoscenza e, ancor più, nella messa a punto di azioni mirate.