venerdì, Marzo 29, 2024

Cappadocia sotterranea: un tour 100 metri under ground (Video)

La Cappadocia sotterranea è quello che non ti aspetti. Cunicoli e gallerie di antiche città corrono parallele alla superficie, ma a quasi 100 metri sotto terra. E pensare che si tratta di un patrimonio storico e culturale sconosciuto fino agli anni 60 del secolo scorso, e scoperto per puro caso. Dunque, perché aspettare? Caliamoci nei panni di Indiana Jones e addentriamoci nelle viscere della Terra, alla scoperta (anche solo virtuale) di questi antichi tesori.

Cosa nasconde la Cappadocia sotterranea?

La prima cosa che viene in mente quando si pensa a questa regione semi-arida della Turchia è lo straordinario spettacolo delle mongolfiere. Un’attrattiva che ogni anno richiama turisti da tutti gli angoli del mondo. I più fortunati possono ammirare questi variopinti palloni aerostatici librarsi come piume nel cielo dalle tinte pastello. Con il naso all’insù, chi mai potrebbe immaginarsi che altre meraviglie si nascondano a 100 metri sotto la superficie? Ebbene sì. Ammantata di mistero, la Cappadocia cela nelle sue viscere un microcosmo da scoprire. Derinkuyu, Kaymakli, Ozkonak. Ma anche Mazikoy e Zelve. Questi sono solo alcuni degli insediamenti scolpiti nel substrato roccioso. Eppure, oggi sarebbero luoghi del tutto sconosciuti se attorno agli anni 60 del secolo scorso un cittadino turco non avesse deciso di rimodernare casa. Ma procediamo con ordine.

La scoperta

Immaginatevi una persona qualunque, l’uomo della porta accanto. Al cittadino in questione era venuto il desiderio di ristrutturare la sua abitazione. Era il 1963 quando aveva iniziato i lavori abbattendo una parete in cantina. Di certo, nemmeno lui si sarebbe aspettato di imbattersi nello spettacolo che sia apriva ai occhi: un’intera città scavata nella morbida roccia tufacea, Derinkuyu. Questo lo aveva intuito solo in un secondo momento e dopo diverse ispezioni, nelle quali aveva potuto appurare la presenza di un sistema di tunnel su vasta scala e a diversi livelli che si estendeva nel sottosuolo. E ancora cisterne, scalinate, ingressi, panche, pilastri, sistemi di areazione. Oggi si ritiene che questi antichi insediamenti ricoprano un’area di 25 mila chilometri quadrati, mentre si stima che ci siano dai 150 ai 200 villaggi ipogei. Anche voi ne siete affascinati?


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Cappadocia sotterranea: gli insediamenti

Oltre alla straordinaria bellezza dei “Camini delle Fate”, il territorio montuoso al centro della penisola anatolica poteva offrire solo la nuda roccia come riparo. Non solo dal caldo torrido estivo e dai rigidi inverni. Ma anche da sguardi indiscreti, specialmente in un periodo in cui le incursioni dei gruppi ostili erano frequenti. Per questo motivo gli esperti ritengono che tali insediamenti scavati ne tufo avessero funzione difensiva. A completare l’opera, ci sarebbe stata poi una fitta rete di nicchie e gallerie sotterranee. Veri e propri labirinti che avrebbero fatto impallidire lo stesso Teseo. Ma per maggior sicurezza, gli ingegnosi architetti del passato avevano ideato anche un sistema di trappole e vicoli ciechi, nel caso gli intrusi si fossero accorti della loro presenza. Si sa, la prudenza non è mai troppa. Eppure, di queste case rupestri rimane ancora molto da scoprire.

Fortezze inespugnabili

Sulla base delle dimensioni, gli esperti ritengono che ogni insediamento ospitasse molte persone, a partire dai membri delle comunità che l’avevano costruito. Fino a 30.000 secondo alcuni, ma la cifra appare esagerata. Più verosimile è che vi abitassero dalle 2.000 alle 4.000 persone. Durante gli scavi, inoltre, è emersa anche una curiosità. Mentre sugli strati inferiori gli operai avevano lasciato la rocca più ruvida e irregolare, in quelli superiori la superficie appariva più lavorata. Il che farebbe pensare a un progetto che si è realizzato in diverse epoche storiche. Le ipotesi sono diverse e molte delle quali ancora da accertare. Ad esempio, se sia vero che le città fossero tutte collegate da lunghi tunnel che correvano nel sottosuolo.


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Bunker del passato

Queste città della Cappadocia sotterranea si stima risalgano all’era di Frigi, una popolazione combattiva di origine indoeuropea che aveva popolato l’area dal VIII al IX secolo a.C. La fonte principale è lo storico greco Senofonte (V-IV secolo a.C.), che nel suo Anabasi descrive alcune città ipogee nell’Anatolia: “Le abitazioni erano sotto terra, all’entrata strette come l’apertura di un pozzo, si allargavano procedendo verso il basso. Gli accessi per il bestiame erano stati scavati e le persone scendevano giù per mezzo di scale. Nelle abitazioni c’erano capre, pecore, manzi e volatili con la loro prole”. (Senofonte, “Anabasi”, libro IV, 5.25). Nel corso dei secoli, queste residenze erano state ampliate ed utilizzate da musulmani e cristiani. Questi ultimi vi avevano aggiunto anche delle cappelle.

Le città della Cappadocia sotterranea

I principali insediamenti sono: Kaymaklı, Derinkuyu, Özkonak, Mazı e Gökçetoprak a Nevşehir. Ma anche Güzelyurt ad Aksaray e Pınarbaşı (Geyral). E ancora Ağırnas a Kayseri e Doğanlı, a circa 20 km da Yeşilarhis. La maggior parte dei loro ingressi originali non esiste più, salvo che i pochi reperti delle città di Acıgöl, Gökçetoprak (Sivasa), Mazı e Özlüce. Mentre Derinkuyu e Kaymakli erano i centri più popolati, distanti una decina di chilometri l’uno dall’altro. Per lo più in tutte, le camere sono spartane e prive di decori. In alcune di esse sono stati rinvenuti utensili di origine ittita. Ma anche macine, forni d’officina e otri per la conservazione degli alimenti. Un aspetto interessante è che a mano a mano che ci si cala in profondità diminuisce il numero delle camere ma aumenta la loro ampiezza.

La struttura

Le parti più antiche delle città ipogee si trovano ai livelli superiori e solitamente venivano impiegate come ricovero per il bestiame. Subito sotto erano situate le cantine per lo stoccaggio delle uve coltivate dalla regione. Proseguendo ancora si giungeva alle cucine, che venivano condivise e ruotavano attorno ai forni locali, chiamati tandir. Mentre negli spazi a ridosso delle pareti venivano sistemati i vasi con le provviste. Ogni tanto, nei muri di tufo venivano ricavate delle piccole nicchie per inserire lampade e candele.


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Cappadocia sotterranea: Derinkuyu

Il suo antico nome era Melogobia. La principale città della Cappadocia sotterranea sorge a 29 chilometri da Nevşehir, sulla strada Nevşehir-Niğde. Ad oggi non si conosce ancora la sua estensione completa, nonostante i ricercatori abbiano portato alla luce otto dei suoi piani e 600 porte. Secondo le prime ipotesi, il complesso poteva ospitare quasi 4000 mila persone. Le particolarità a Derinkuyu sono due. La prima è la presenza di una camera tombale al settimo piano, alla quale si accede da uno stretto corridoio. Mentre la seconda è che la riserva di acqua naturale era pressoché inesauribile, perché proveniva da una vena sotterranea. Le aperture poco appariscenti di quasi 400 chili aprivano direttamente all’esterno per favorire il ricambio d’aria. L’insediamento venne aperto al pubblico poco dopo la sua scoperta e ancora oggi è impiegato come magazzino, stalle e cantine.


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Altri insediamenti

Derinkuyu è collegata ad altre città sotterranee grazie a gallerie chilometriche, che venivano sfruttate per fuggire durante l’invasione arabo-bizantina. Tanto che nel 2014, nel corso di un progetto di riqualificazione urbana della Turkey’s Housing Development Administration (TOKİ), gli operai hanno rinvenuto un altro complesso di tunnel nei pressi della capitale della regione Nevşehir. Un dedalo di gallerie che potrebbe risalire a 5 mila anni fa e rivaleggiare per dimensioni con l’antica Derinkuyu. A 10 chilometri di distanza ci s’imbatte in Kaymaklı, il secondo più grande insediamento. Al momento sono accessibili 4 dei suoi piani, caratterizzati da cunicoli più bassi rispetto a quelli di Derinkuyu. Molti dei quali in pendenza. Al primo piano si trovano alcune stanze, una stalla e una cappella. Mentre al secondo si erge una chiesa composta da una navata e due absidi. Sono presenti anche una fonte battesimale ed alcune tombe.

Cappadocia non solo sotterranea: Göreme

Se la visita sotterranea vi ha reso claustrofobici, non temete. Nella lista UNESCO dal 1985, la Cappadocia è ricca di sorprese. Proseguendo nel nostro viaggio, ci dirigiamo alla volta delle formazioni rocciose in mezzo alle quali sorge Göreme. Un gioiello per i turisti che vorranno visitarlo. Non solo per la sua ampia gamma di hotel e ristoranti, ma soprattutto per il Museo all’aperto. Una spettacolare valle nell’omonimo Parco Nazionale che sovrasta la cittadina. Situato a circa un chilometro dal centro, il sito regala una vista mozzafiato. Oltre che un punto d’osservazione privilegiato per il volo delle variopinte mongolfiere che trasportano turisti di tutto il mondo. Del resto, i luoghi più incredibili spesso sono anche quelli inaspettati.


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Cappadocia sotterranea: le immagini

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