I mostri sacri del death metal più genuino e sanguinolento, i Cannibal Corpse, pubblicheranno in autunno il loro quattordicesimo album in studio.
Per il momento non è stata ufficializzata una data d’uscita, e non sono stati forniti ulteriori particolari.
L’unica certezza che abbiamo è che il disco è stato registrato in Florida, nei Mana recording studios di Erik Rutan, frontman e mastermind degli Hate Eternal e di fresco ritorno nei Morbid angel.
A dispetto della scarsa quantità di dettagli, la notizia mette da subito in fibrillazione gli appassionati del genere. I Cannibal Corpse, infatti, sono da sempre tra le icone del death metal, vantano oltre due milioni di copie di dischi venduti e sono stati un punto di riferimento e fonte di ispirazione per decine e decine di gruppi.
Il motivo di questo enorme successo sul mercato non può essere soltanto ricercato nella longevità e nei 13 album pubblicati; pur essendo grandi traguardi, sono stati eguagliati anche da altre formazioni, che però non sono uscite del tutto dallo stato di “cult band”.
Probabilmente fin dagli esordi questi tipacci di Buffalo hanno acceso la fantasia degli appassionati di metal estremo e di film horror, binomio abbastanza classico in realtà, presentandosi con “Eaten back to life”, la cui copertina ricalca le locandine dei b-movies gore e splatter, quelli del budget basso e delle frattaglie regalate al regista dal macellaio all’angolo, con litri e litri di sangue, grottescamente esilaranti più che terrificanti.
Dal punto di vista musicale, il leader della band Alex Webster è uno dei bassisti più acclamati della scena mondiale, ed alla voce si sono alternati due numeri uno, all’inizio c’era Chris Barnes, vero e proprio scarico del lavandino vivente, ora nei Six Feet Under. Dal 1995 i grugniti e le urla sono a carico di George “Corpsegrinder” Fisher, che si era messo in luce con gli ottimi Monstrosity.
Due curiosità. Possiamo ammirare i Cannibal Corpse in un cameo nel famosissimo “Ace Ventura” con Jim Carrey, in cui suonano il loro cavallo di battaglia “Hammer Smashed Face”.
E poi, sono tra i pochissimi eletti che sono riusciti a farsi censurare persino in Germania, per le copertine eccessivamente disturbanti di “Butchered at birth” e soprattutto di “Tomb of the mutilated”, i titoli delle cui canzoni, tra l’altro, fanno riferimenti raccapriccianti a sesso, morte e sangue. Prepariamo i sacchetti e gli antiemetici e restiamo in attesa di nuove notizie!!!