giovedì, Aprile 18, 2024

Cambia il calcolo dell’ Euribor, cosa succede ai mutui

L’Euribor, acronimo di Euro Inter Bank Offered Rate, è il tasso di interesse variabile a cui le principali banche europee si riferiscono quando tra loro si prestano i soldi.  Entrato in scena contestualmente all’ingresso della moneta unica europea sui mercati mondiali, rappresenta il riferimento principale per i mutui ipotecari a tasso variabile oltre ad essere la base per calcolare gli interessi stessi.

Insomma si tratta del tasso di interesse che i principali istituti di credito europei devono tenere in considerazione quando prestano i soldi ad altre banche.

Il compito di rilevare quotidianamente questo tasso attraverso l’acquisizione di informazioni da parte di quarantatré banche, tutte europee tranne le quattro che hanno sede al di fuori dei confini continentali, spetta alla federazione delle banche europee che diffonde, a metà mattinata, dopo le undici, il valore medio delle transazioni per ciascuna scadenza. In sostanza si tratta del valore al quale vengono decisi i valori delle rate dei finanziamenti a tasso variabile indicizzandole secondo il valore del tasso in questione.

La novità è che questo metodo, che in passato aveva portato ad alcuni episodi di manipolazione, verrà sostituito da un calcolo definito ibrido e basato su un mix di metodi che comprendono anche gli scambi effettivi avvenuti tra le banche.

I cambiamenti nel 2022

La transizione al nuovo parametro si è presentata fin da subito complessa a livello tecnico tanto che a febbraio 2019 il Parlamento e il Consiglio UE hanno deciso di accordare una proroga a chi deve fornire informazioni su parametri ritenuti critici, dando loro tempo fino al 31 dicembre 2021.

Il panel di banche che dovrà fornire tali valori viene individuato dall’EMMI (società che cura la piattaforma dell’Euribor): sarà formato dagli istituti che hanno una partecipazione attiva sul mercato monetario dell’euro e saranno provenienti da almeno tre Paesi diversi.

Cosa accadrà alle rate del mutuo

Formalmente per chi ha un contratto in corso non cambierà nulla e i finanziamenti a tasso variabile continueranno ad essere agganciati al nuovo Euribor; la forbice tra i valori del vecchio e del nuovo parametro potrebbe attestarsi tra 1 e 5 punti base, variazione sostanzialmente impercettibile sulle rate mensili del finanziamento.

Per chi ha un mutuo in corso non cambierà nulla perché fino al 2022 verrà utilizzato l’attuale sistema di calcolo. La fase di transizione al nuovo Euribor riguarda esclusivamente gli addetti ai lavori che dovranno capire come far funzionare nel concreto in modo efficiente il nuovo metodo.
È bene precisare che in questo momento gli scambi tra le banche sul mercato sono fatti in numero contenuto proprio perché la Bce ha già garantito abbondanza di liquidità. Nel momento in cui gli scambi di liquidità tra banche dovessero essere più frequenti, il valore del nuovo Euribor potrebbe cambiare.
Anche se ciò dovesse accadere, difficilmente la nuova metodologia potrebbe avere però un impatto repentino sulla rata del mutuo,  infatti, qualora l’Euribor dovesse aumentare in misura importante per effetto del nuovo metodo, la banca stessa potrebbe accollarsi il costo rinunciando a una parte dello spread applicato o, in caso contrario, esiste sempre la possibilità per il cliente di rinegoziare il mutuo.

I nuovi Mutui

Cosa inversa a quanto detto in precedenza è per i nuovi mutui, infatti, cambierà la metodologia attraverso la quale il nuovo parametro verrà determinato.

L’auspicio è che questo cambiamento non trovi impreparate le banche e ciò non porti un aumento dei costi per i clienti.

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