Davanti ad un pubblico meraviglioso anche gli dei del calcio hanno abbandonato le vesti divine, ammirando una squadra che ha saputo, per una notte, esserlo come loro in tante altre.
“Olim horta cidesti fidem ignotam”, cioè una volta abbandonata lasciasti la sconosciuta fede, è questa la traduzione di una frase spesso volgarmente parafrasata nella Roma moderna, solo allo scopo di ingiuriare contro alcuni, che si rendono autori di azioni meritevoli di qualche risposta piccante.
Ma il senso è chiaro e non deve essere travisato dall’originale, perché è ciò che ha realmente determinato la pessima prova dei blaugrana davanti ad undici giganti juventini.
Una fede in se stessi e nelle loro grandi abilità tecniche abbandonata del tutto, nella serata in cui potevano riemergere gli spauracchi di quella parigina, con quattro goal al passivo ed un’umiliazione continentale, vista raramente negli ultimi anni.
E infatti ci ha pensato la Juventus di Massimiliano Allegri a far capire cos’è la migliore espressione del calcio italiano e cosa significhi avere la voglia di imporsi, la fame di vittorie, evidenziando tutto il peggio che in questo momento storico il Barcellona può dimostrare.
Un gioco iniziato male e finito peggio, con una prova di forza e carattere che non ha lasciato scampo agli spagnoli, inerti di fronte alla potenza fisica dei bianconeri e incapaci di reagire ad ogni sortita in attacco subita per tutto il primo tempo.
Una partita che ha mostrato l’evidente maturazione degli uomini prima dei giocatori, con una rabbia sportiva ed una sfrontatezza tali da seppellire ogni velleitario tentativo di riprendere il bandolo della matassa, ormai ampiamente imbrigliato ed imbrogliato, che probabilmente sarà fatale per Luis Erique e tutto il clan barcellonese.
Una gara che i giudici dello Stadium attendevano da tanto tempo, grazie alla quale hanno compreso le responsabilità oggettive di carattere tecnico e mentale, che sono costate tre reti difficilmente recuperabili per Messi e compagni, complicando pressoché definitivamente il passaggio di turno.
E’ vero che i miracoli sono gli dei a compierli, ma questi pare abbiano tolto dal capo l’aureola e la corona d’alloro, sostituendola con una finta, di plastica, che non servirà certamente a far inchinare questi straordinari calciatori, eroi per una notte, ma potenziali per molte altre ancora.
Forse i richiami di Allegri e qualche esercizio spirituale dei milioni di tifosi che hanno spinto la squadra prima e durate la partita, sono serviti, e non poco, per imporsi in maniera così netta.
E giustamente, gli scugnizzi blaugrana, sono stati catturati nella trappola tesa inesorabilmente da Dybala e compagni, sentenziando una condanna di tre goal da recuperare ed una settimana per pensare come farlo: in attesa dell’appello.