giovedì, Aprile 25, 2024

Calcio, serie B: indovinello veronese

     

Se pareba boves, alba pratàlia aràba, et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba…

L’antologia italiana annovera questo significativo testo pseudo latino, risalente tra l’ottavo e il nono secolo, per introdurre le prime testimonianze del volgare in Italia.

Al di là della rilevanza storica e culturale di questo codice, la sua traduzione evoca un’analogia tra l’azione del contadino in un campo con l’aratro e quella dell’amanuense con la scrittura sulla carta; quella che parallelamente oggi possiamo ricondurre alla squadra scaligera con il suo allenatore e la società impegnata con i progetti a livello professionistico e dilettantistico.

Ambizioso e ben costruito, l’organico composto da giocatori e tecnico sta però faticando non poco a mantenere le prime posizioni in classifica, nonostante gli importanti risultati ottenuti nella prima parte del campionato.

Infatti, dopo aver inanellato tantissime vittorie in casa e fuori, i ragazzi di Pecchia hanno cominciato a sbandare pericolosamente su molti campi, fino all’ultima partita nelle mura amiche del Bentegodi, dove hanno anche rischiato la beffa finale, prima di aver sciupato l’occasione per vincerla con il rigore di Romulo, parato abilmente da Lanni.

Il torneo cadetto è per antonomasia quello considerato più complicato di altri, perché oltre alla tecnica occorre la garra nuda e cruda, indispensabile per guadagnare vantaggio sugli avversari. Pertanto, non bastano i goal di Pazzini, qualche talento come Bessa e l’esperienza di Romulo per commuovere Spal, Frosinone, Benevento e Bari, sempre più agguerrite e padrone del proprio destino.

Le ultime uscite del Verona hanno evidenziato, ad eccezione di qualche caso isolato, un imborghesimento di alcuni calciatori, che certo non aiuta al raggiungimento dell’obiettivo dichiarato ad inizio stagione.

Considerando la qualità in ogni singolo reparto, l’allenatore e i suoi ragazzi devono iniziare a cambiare marcia, evitando fischi e critiche feroci che stanno manifestandosi in questo periodo.

Dunque, come gli antenati scaligeri, grazie a Mastino, cercarono di attenuare i contrasti civili (pur dovendo difendersi dai guelfi che attentarono alla sua vita, scongiurando un complotto, fortunatamente svelato ancora prima che potesse essere messo in atto), è bene che la società rifletta attentamente sulla situazione particolare che sta creandosi attorno alla squadra, perché mentre all’epoca quelli che riuscirono a fuggire dai quei disordini vennero aiutati dai Sambonifacio, oggi Pecchia e compagni non li salverebbe nessuno.

 

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