venerdì, Marzo 29, 2024

Calcio, Roma: allievi modesti, coevi e maldestri…

L’ennesimo banco di prova per certificare l’ennesimo fallimento stagionale. Squadra, allenatore e società sul banco degli imputati per ragioni diverse, ma che li conducono tutti in una sola direzione: fuori dal calcio che conta.

Parole, battibecchi interni e coi tifosi, promesse, ambizioni neanche troppo velate, per arrivare poi alla presunzione, alla paura di concepire finalmente un successo nazionale o internazionale; questo è il risultato di anni di lavoro da parte dell’ambiente romanista, nella prima versione della gestione Spalletti, passando da tutti gli altri fino all’ultima iniziata lo scorso anno.

Un depauperamento generale: di energie, di risorse umane, di convinzioni, di carattere, di serietà, di orgoglio, disintegratisi anche quest’anno, con le solite scelte sbagliate e con una costruzione viziata da lacune tecniche mai colmate opportunamente in ragione dell’utile finanziario.

Lo stesso allenatore uscito malamente da Madrid un anno fa, dopo aver sciupato l’impossibile, ha trovato al termine dello scorso campionato la qualificazione grazie a Totti (che se ieri avesse giocato dall’inizio forse avrebbe dato un contributo maggiore).

Dopo, solo sconfitte, con la Juve, col Napoli nel momento più serio del torneo in corso, con la Lazio per la finale di coppa Italia, due figuracce con il Porto quest’estate, adesso col Lione. Poi, non pago, richieste di uno stadio che vedrà probabilmente da avversario, di cui non conosce alcun problema tecnico-amministrativo; e ancora alterchi con i giornalisti della capitale che avevano minacciato la credibilità del suo operato.

Caro mister, con il dovuto rispetto, se è stato in Russia per alcuni anni magari il motivo sta rivelandosi proprio ora e in tutta sincerità forse i corrispondenti, gli inviati, quelli della carta stampata e delle radio romane, a volte, possono anche risultare indigenti, perché si sbaglia ci mancherebbe, ma sarebbe ora che iniziasse davvero a misurare con dovizia di resipiscenza se ritiene ancora di essere poi così bravo come crede.

  

 

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