E’ l’inno a suggerirlo e sono i fatti a dirlo.
La Lazio, sul prato verde dell’Olimpico, vola sul serio e lo fa con un’altra prestazione eccellente, ricca dell’entusiasmo dei giocatori e dei tifosi, che con Inzaghi al comando sembrano aver costruito un gruppo solido e credibile.
Il lavoro c’è e si vede, perché i giocatori non sbagliano mai l’approccio alla partita; ed anche contro il Sassuolo, dopo aver subito il goal di Berardi, l’hanno prima recuperata e poi messa in cassaforte con una raffica di goal voluti e realizzati.
La squadra sembra davvero una stella che quando “rintocca er campanone” attacca a testa bassa e lo fa con un’incisività che non si vedeva da anni.
Un lavoro serio, per il quale i dirigenti e tutta l’area tecnica meritano il giusto riconoscimento, perché le squadre si costruiscono prima fuori dal terreno di gioco e poi dentro, nello spogliatoio, dove l’allenatore e i calciatori imparano a recitare lo stesso spartito.
Lotito e Tare, hanno dimostrato di fare le scelte giuste, premiando con lungimiranza la professionalità del loro tecnico, al quale hanno affidato un organico allestito con saggezza e competenza.
Ed ora, proprio quelle, stanno dando i frutti sperati: una supercoppa italiana vinta contro la Juventus e un terzo posto in classifica, che fa presagire una lotta per i primi posti fino alla fine del campionato.
C’è gioco, corsa, idee e voglia di fare; ci sono buoni difensori, centrocampisti ed attaccanti.
C’è il pubblico finalmente e la voglia di superarsi in qualunque partita; poi, soprattutto, la consapevolezza di non essere più la seconda squadra di Roma, quella che ha li ha sempre superati in classifica e quella che negli ultimi anni ha vinto spesso il derby e partecipato alla Champions League.
Adesso, grazie alla bravura della società, che ha sempre saputo sfidare ogni critica legata al mercato o ad altre questioni tecniche, la Lazio è pronta a giocarsi alla pari ogni grande obiettivo, con il vantaggio di volare sulle ali dell’entusiasmo e di un’aquila reale.