Ci sono poche cose che un allenatore deve fare quando la squadra non riesce ad avere un rendimento costante; evitare di fare battutine idiote in conferenza stampa, provare a dialogare maggiormente con il gruppo, mandare in campo sempre, e comunque, i migliori.
Forse non c’è più sinergia tra la società ed il tecnico toscano, ma i tentativi di schierare formazioni abbastanza improvvisate sta togliendo l’allegria degli anni bianconeri più virtuosi e stressando l’umore dei propri sostenitori.
Allegri è sempre meno allegro; ha iniziato ad evidenziare il lato peggiore della toscanità ed una certa permalosità incompatibile con l’ambiente juventino.
Si può rimproverare molto alla società per il lavoro fatto, o meglio fatto male in estate, ma le certezze della rosa vanno tutelate, salvaguardando il patrimonio tecnico che ha in serbo e le caratteristiche dei tanti giocatori che ne fanno parte.
O Allegri si convince che Dybala, Pjanic, Khedira, Cuadrado, Alex Sandro, Chiellini, Mandzukic, giocano sempre, al di là del modulo e di ogni criticità fisica e di calendario, o finirà per perdere il polso della situazione, e forse, peggio ancora, la panchina.
Non c’è tanto da scherzare quest’anno, non ci sono esperimenti da fare in questo momento, anche perché si viene dalla sconfitta atroce contro il Real Madrid e si va incontro ad una stagione che non permette calcoli come in passato.
Contro lo Sporting Lisbona la Juventus ha rischiato nuovamente di pareggiare e, se vogliamo dirla tutta, anche di perdere la gara, che solo l’acuto dei suoi calciatori più bravi ha escluso a pochi minuti dalla fine.
Lo spogliatoio non è sempre amico del tecnico, perché si creano equilibri labili e situazioni che possono catalizzare l’enorme valore, o annullarlo quasi per incanto.
E, considerando che i bianconeri hanno alle spalle anni di vittorie in campionato, l’attenzione del suo allenatore deve concentrarsi maggiormente su questi aspetti.
O capirà in fretta che la Juventus va costruita attorno al suo talento più importante, cioè la Joya, o finirà per perdere altre partite decisive e più di qualche punto in classifica.