giovedì, Aprile 18, 2024

Calcio, Fassone parla da dirigente: del Milan meglio non farlo

Fassone si confessa al “Guerrin Sportivo” e lo fa svelando le sensazioni ricavate dalle proprie esperienze professionali maturate nella Juventus, nell’Inter e nel Napoli.

Se la prima l’ha ritenuta la più aziendale e l’ultima gestita da un padre padrone, l’Inter l’ha paragonata ad una donna naif che ha bisogno di un uomo forte al proprio fianco.

Espressioni riconoscibili, per quanto è stato sempre detto in tutti gli ambienti calcistici, e paragoni più o meno conosciuti anche prima dell’intervista esclusiva.

Ma, pur essendo state tutte e tre formative, quella che sta affrontando al Milan potrebbe davvero incoronarlo come manager di primissimo pelo perché, nonostante quell’esperienza accumulata, la dirigenza della società rossonera, inevitabilmente, ne segnerà il destino professionale.

Considerando la nuova struttura che ha preso corpo in estate, Fassone rappresenta più di un pezzo del club, è un organo di staff e line assemblati; si occupa degli atti di gestione del club e di produzione dei suoi beni e servizi.

Un factotum che i Mister LI hanno individuato per avviare il nuovo corso rossonero, per il quale il campionato in corso è un crocevia fondamentale e, al momento stesso, complicatissimo.

Non a caso, la tensione addensatasi dopo qualche batosta subita, ha drammaticamente messo ansia ed accentrato attenzioni pericolose da parte della stampa; già pronta a sparare fuochi d’artificio se il risultato del derby di domenica sera dovesse essere particolarmente negativo.

Insidie che Fassone, inevitabilmente, sta correndo, rischiando grosso per il suo ruolo in società e per il destino della medesima, ancorata alle strategie di mercato attivate con la scorsa sessione di calciomercato, che per ora non hanno dato i frutti sperati.

Il livello d’indebitamento, per il quale il presidente Pallotta ha quasi rischiato di creare una crisi diplomatica piuttosto grave, non è poi così marginale rispetto alle risorse effettivamente disponibili ed il bilancio finanziario, pur volendo difendere a spadatratta il proprio lavoro, non può che prescindere da quello sportivo.

E mentre qualche organo di stampa si diverte addirittura a comparare i titoli vinti da Massimiliano Allegri con quelli di Sarri al Napoli, presto o tardi potrebbe iniziare a farlo puntando l’indice su Montella e il suo datore di lavoro, favorendo un’azione di critica calcistica, per disgregare l’ambiente al fine di indebolirlo.

Pericoli reali che i rossoneri devono assolutamente evitare, con un rilancio immediato ed un atteggiamento molto diverso da quello espresso fino ad oggi, considerando che il Milan, usando una frase abbastanza conosciuta nell’ambiente pubblicitario “conta perché non è solo un conto”.

 

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