giovedì, Aprile 25, 2024

Calcio, Closing Milan: tanto pe cantà…

“Pe’ fa la vita meno amara me so comprato ‘sta chitara, e quann’er sole scende e more me sento ‘n còre cantatore. La voce è poca ma ‘ntonata, nun serve a fà la serenata, ma solamente a fà in magnera de famme un sogno a prima sera. Tanto pe’ cantà, perché me sento ‘n friccico ner còre, tanto pe’ sognà, perché ner petto me ce naschi ‘n fiore, fiore de lillà
che m’ariporti verso er primo amore, che sospirava le canzone mie, e m’arintontoniva de bugìe”.

Questo meraviglioso brano musicale del grande Nino Manfredi, racchiude un pò ironicamente, e ci mancherebbe, le premesse con le quali sembrerebbe sia stato acquistato il Milan di Silvio Berlusconi.

Un’operazione che economicamente costerà cara a Mr Li, costretto ad un massiccio indebitamento per ereditare uno dei club più titolati al mondo.

Un affare da più di settecento milioni di euro, compresi i debiti accumulati fino ad oggi, ai quali, il broker cinese, ha deciso di ripianare con un arduo, quanto azzardato, piano di risanamento societario, affidando la gestione amministrativa e sportiva a due dirigenti italiani di sicuro spessore (Fassone e Mirabelli), che dovranno, probabilmente, superarsi, per garantire coi fatti, al nuovo gruppo, quella competitività tanto agognata nelle parole con cui hanno avviato la trattativa.

Un’impresa ricca di incognite, calata in un mondo, come quello del calcio, in parte aleatorio, dove le sfide calcistiche sono ben chiare perché hanno una frequenza regolare, seguendo calendarizzazioni preparate all’inizo della stagione, mentre quelle amministratito-contabili molto meno, prescindendo da accadimenti in parte prevedibili (e certamente perfettibili grazie alle abilità degli uomini dell’area sportiva), ma comunque soggetti ad una percentuale di rischio calcolato solo fino ad un certo punto.

Le informazioni ricavate in questi lunghi mesi che hanno preceduto la definizione del closing, non hanno chiarito in maniera del tutto trasparente le capacità finanziarie di “Rossoneri Sport Investment Lux”, sebbene questi, con ogni sforzo possibile, siano riusciti a ottenere il finanziamento idoneo all’acquisto del 99,3% delle quote.

Da un lato c’è tanta soddisfazione per questo consapevole passaggio di testimone, perché consente al Milan di rinascere dopo un coma sportivo durato troppi anni, ma dall’altro preoccupa non poco, per una strategia finanziaria più che discutibile, che in futuro potrebbe riservare qualche imprevisto, di cui oggi può intuirsi certamente la natura, ma non le effettive conseguenze.

Dunque, lo spergiuro è d’obbligo, ma una logica riflessione lo è ancor più, augurandosi che Mr. Li, sia davvero, come solo in parte è Pallotta per la Roma, più qui che lì: con la testa e il portafoglio…

 

 

 

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