Mancano solo poche ore al fischio d’inizio per lo straordinario duello in Champions League, che vedrà protagoniste la Juventus di Allegri e i blaugrana di Luis Erique.
“Questo” è il momento che tutti i tifosi italiani stavano aspettando dopo il sorteggio di Nyon, che ha in parte tramortito le speranze per il doppio confronto con i fenomeni spagnoli.
E’ arrivato finalmente, e ogni singolo giocatore delle due squadre non vede l’ora di scendere in campo per scaricare la tensione nervosa accumulata in questi giorni, pur conoscendo le enormi difficoltà che caratterizzeranno la partita.
In bocca, però, c’è uno strano gusto, non chiaro, indefinito; un sapore che non lascia intenderne la natura, che richiede ancora un’ulteriore masticazione della materia prima; di essere messa tra i denti, magari con un coltello per apprezzarne meglio il gusto, alimentando la determinazione a voler capire bene di cosa si tratti.
E’ questo, realmente, ciò che stanno attendendo i bianconeri e tutti gli juventini che stasera saranno inchiodati davanti alla tv; per sperare di averlo decisamente intuito, finendo, soddisfatti, il piatto preparato dallo chef della Champions.
“Codesto” è l’avversario che, dal primo momento, può senz’altro aver preoccupato gli uomini dell’allenatore livornese, il quale però ha sempre domato gli incendi di critiche e sconforto delle fasi più complicate, così come di eccessivo entusiasmo e sicurezza dopo vittorie neanche troppo meritate.
Il Barcellona è una squadra che può far vedere i sorci verdi a chiunque e il Paris Saint Germain ne sa sicuramente qualcosa, annichilito sotto i colpi dei fuoriclasse sudamericani e del pubblico del Camp Nou, inchinatosi di fronte all’ennesima prova di forza e maturità di tutto il gruppo di Luis Erique quell’8 Marzo, che rimarrà per sempre nella storia del calcio moderno.
“Quello” è il traguardo da raggiungere, la semifinale di questa edizione della Champions, superando proprio rivali e avversari considerati nel panorama europeo primi della classe, dimostrando di meritare il primo posto nel Ranking Uefa e l’invidiata organizzazione tattica.
Un pregio coltivato con il lodevole lavoro del tecnico toscano, che ha saputo aggiungere alla nota qualità degli interpreti più rappresentativi come Higuain, Dybala, Cuadrado, Mandzukic e Pjanic, quella solidità a centrocampo e in difesa dei vari Barzagli, Bonucci, Chiellini, Marchisio e Khedira.
Un’opera apparentemente semplice, ottenuta dapprima con una grande forza di volontà e poi per mezzo delle giocate in campo, che insieme hanno permesso di arrivare a scrivere oggi, e nella gara di ritorno, un’altra importantissima pagina sportiva per il club e tutto l’ambiente.
Il movimento italiano è con loro, i tifosi pure, la stampa ancor di più, lo Stadium non ne parliamo: “quello” è il punto…basterà?