venerdì, Febbraio 7, 2025

Calcio, Allegri prova a rialzare la Juve: prima di tutto

Nonostante qualche passo falso della vecchia signora è sempre viva la convinzione che in un modo o in un altro le vittorie arriveranno, e con esse lo scudetto, o perché no, anche la Champions League.

Tuttavia, più che una convinzione tutto ciò pare sia una convenzione, per la quale è logico continuare a credere nella superiorità tecnica della rosa a scapito degli eventi che questa stagione la stanno caratterizzando.

Il Napoli è pienamente maturato, la Roma ha ritrovato una sostanziale continuità di rendimento (guadagnandosi peraltro la qualificazione agli ottavi di Champions) e l’Inter ha smesso di essere pazza, meritandosi quel secondo posto che inizia forse a preoccupare anche i più scettici.

Una mescolanza di metodi, caratteristiche, organizzazioni tattiche e tecniche che fa di questo campionato non solo il più difficile, ma con ogni probabilità quello maggiormente interessante di tutta Europa.

Novità che si contrappone al tradimento sportivo compiuto dalla Nazionale, per il quale il pur delizioso banchetto offerto dal torneo italiano, è ormai da considerarsi in parte avariato e servito in ritardo rispetto all’orario previsto.

Il mese di Novembre avrebbe dovuto archiviare la qualificazione a Russia 2018 e avrebbe dovuto calarci nella parte centrale del campionato, ricchissimo di scontri diretti decisivi per la vittoria del titolo.

E invece tutti hanno dovuto ingoiare un boccone amaro dopo la gara di San Siro con la Svezia e quantità industriali di calmanti per dimenticarla.

Una situazione surreale che ha parallelamente annientato ogni merito calcistico che le squadre italiane stanno faticosamente ottenendo nei confronti internazionali, con Napoli, Roma, Juve, Lazio, Atalanta e Milan in grande spolvero.

Ma mentre un pò tutte hanno da guadagnare partendo dalla seconda fila, la Juventus, almeno in Italia, è ritenuta la squadra da battere e la meno battibile.

E se i tanti goal subiti hanno solo fatto sorridere Allegri, fermamente convinto del proprio lavoro con il gruppo, quelli messi a segno hanno incoraggiato lui e i tifosi, ancora più sicuri della supremazia fisica e tecnica rispetto a tutte le altre.

Ma dopo 13 partite, la classifica indica Napoli prima a 35 punti, l’Inter seconda a 33, la Juventus terza a 31.

Quattro punti di differenza con la capolista che per molti sono soltanto frutto degli errori dal dischetto di Dybala, per pochi altri una discesa inevitabile, dovuta ad errori ben più gravi: di mercato e del suo allenatore.

Allegri non solo ha ripensato di continuare a sedersi sulla panchina juventina, ma ha persino creduto davvero di poter ripercorrere lo stesso cammino dell’anno passato.

Un vizio che in Corso Galileo Ferraris non passa mai di moda, ma che quest’anno potrebbe costare molto più di qualche sconfitta in campionato, perché i contenuti tecnico-tattici che le stanno caratterizzando confortano quanto supposto in estate da chi, come il sottoscritto, le ha previste con largo anticipo.

E’ abbastanza evidente che il livello generale sia aumentato e che il quarto posto disponibile per qualificarsi alla Champions League (e conseguentemente all’Europa League per la settima in classifica) abbia fertilizzato un terreno che negli anni sembrava arso e incapace di produrre raccolti meritevoli d’apprezzamento.

Ciò nonostante la società e Allegri hanno preferito puntare su giocatori inutili e poco decisivi per consacrarsi definitivamente.

Rivendicare continuamente di aver giocato due finali di Champions (perse malamente entrambe) e aver vinto sei scudetti davanti ad uno scenario calcistico senza precedenti, rende ancora più evidente il tentativo di voler convincere l’opinione pubblica sulle proprie capacità, che in realtà sono fortemente ridimensionate e discutibili.

Enzo Jannacci, nel 1989, realizzò una canzone ritenuta un capolavoro della musica italiana: “Se me lo dicevi prima”.

Lui, milanista d’acciaio, forse gliela avrebbe dedicata al povero Allegri, mettendolo in guardia prima di convincersi sull’opportunità di continuare ad allenare i bianconeri.

Oggi che però lui non c’è più, umilmente ci provo io.

 

 

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