giovedì, Gennaio 16, 2025

Cala la produzione dei rifiuti in Italia. I dati del rapporto Ispra 2018.

L’Ispra ha pubblicato l’edizione 2018 del rapporto rifiuti urbani in Italia. Nel rapporto sono illustrati i dati 2017 sulla produzione e raccolta differenziata sui rifiuti urbani e quelli relativi al monitoraggio degli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio.

Cala la produzione rifiuti in Italia sotto i trenta milioni di tonnellate. In discesa anche l’utilizzo delle discariche. Questi in sintesi i dati principali che emergono dalla lettura delle oltre 640 pagine del documento elaborato dall’Ispra. L’ente annualmente presenta questo rapporto dopo un importantissimo lavoro di analisi. Il documento ci fa comprendere come l’Italia procede nei vari settori per quel che riguarda la raccolta in percentuale dei rifiuti urbani, quelli prodotti nelle città dalle famiglie e dalle attività commerciali al dettaglio.

Gli indicatori principali paiono essere tutti positivi. Abbiamo una quantità complessiva di rifiuti prodotti che diminuisce con un totale al di sotto dei trenta milioni di tonnellate. La produzione cala in tutte le macro aree geografiche : – 2% al sud, -2%al centro e -14% al Nord. La percentuale di raccolta differenziata è pari al 55,5% della produzione Nazionale, in aumento di 3 punti rispetto al 2016. La Raccolta differenziata per macro aree territoriali è pari a 9,2 milioni di tonnellate al nord (66,2%), 3,8 milioni di tonnellate al sud (41,9%) e 3,4 milioni di tonnellate al centro (51,8%).

Interessante come nel 2017 (anno di riferimento Ispra) il Pil è aumentato del 1,7% ma senza ripercussioni sulla produzione di rifiuti. Normalmente, invece, con l’aumento del prodotto interno lordo per effetto i rifiuti prodotti dovrebbero incrementare. Il fatto che il dato del Pil sia aumentato e quello sui rifiuti sceso è un dato assolutamente positivo. Nel 2017 anche il potere di acquisto delle famiglie è aumentato su base annua del 2,8% perciò, a maggior ragione, il dato va guardato con interesse positivo.

Probabilmente a favorire questo andamento è stato l’aumento della raccolta differenziata, in particolare con il sistema domiciliare/porta a porta, che quindi fa si che si intercettino solo i rifiuti urbani e non quelli di attività produttive. Anche il propagarsi di buone pratiche e di riduzione dei rifiuti sta avendo pian piano i suoi effetti. Analizzando i dati rileviamo che la raccolta differenziata aumenta in tutta Italia raggiungendo complessivamente il 55,5%. Il nord che va molto bene con il 66,2 % . Il centro – sud al 41,9 %. Le prime quattro regioni che superano l’obiettivo minimo di legge del 65% sono il Veneto , Trentino Alto Adige, Lombardia e Friuli che fanno rispettivamente, in media regionale, il 73,6 %, il 72%, il 69,6% e il 65,5%.

Ispra ci fornisce qualche dato anche in merito al riciclaggio. Innanzitutto ricordiamo che l’Unione Europea ci impone degli obiettivi di riciclo, cioè di recupero di materia. Il 55% al 2025, il 60% al 2030 e il 65% al 2035. Oggi in Italia il riciclo è attorno al 44%. In proiezione all’obbiettivo finale del 65% di riciclo medio è evidente che, mediamente, in Italia dovremo raggiungere l’80% di raccolta differenziata. Alcune provincie, come in Veneto, sono molto vicine a queste percentuali.

Aumenta il riciclo. Tuttavia sappiamo che l’avanzo, rappresentato dai rifiuti non recuperabili, va in discarica o presso gli inceneritori, che sono le infrastrutture che abbiamo nel nostro Paese per lo smaltimento degli scarti. I rifiuti urbani prodotti nel 2017 sono stati gestiti in 644 impianti. Non tutte le regioni sono dotate delle Infrastrutture necessarie soprattutto quelle per il riciclo delle frazioni a raccolta differenziata. Lo smaltimento in discarica cala del 6,8%, 6,9 milioni di tonnellate ossia il 23% dei rifiuti urbani prodotti.

Oltre 5,9 milioni di tonnellate sono recuperate in impianti di trattamento biologico in aumento del + 3,2% rispetto al 2016. L’incenerimento è pari al 18% dei rifiuti prodotti ossia circa 5,3 milioni di tonnellate, in flessione del 2,5% rispetto al 2016. Nel 2017 sono operativi 39 impianti dislocati soprattutto al nord (67%).

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