mercoledì, Aprile 23, 2025

Ca’ Biasi: quando semplicità e sincerità sono vulcaniche

Ca’ Biasi è sinonimo di semplicità e sincerità. Passione e dedizione. Ma anche esposizione ottimale, rispetto dell’ambiente e valorizzazione delle caratteristiche pedoclimatiche. Il che permette alla famiglia Dalla Valle di produrre vini di grande qualità. Viti e ulivi proliferano in simbiosi con la natura, essendo limitato al massimo l’uso dei pesticidi. Il miglior termometro sono proprio le api, le cui arnie trovano dimora accanto ai filari. Scopriamo un’azienda agricola di eccellenza a pochi passi da Vicenza.

Come nasce Ca’ Biasi?

Oggi siamo a Breganze, in provincia di Vicenza. Alle falde dell’Altopiano di Asiago, questo piccolo comune, noto per regalare grandi vini, si estende tra le Valli dell’Astico e del Laverda. In Via Fratte 12, ci accoglie in azienda Elisa Dalla Valle. Giovane imprenditrice che ha scelto di proseguire l’attività di famiglia assieme alla sorella Anna, enologa. Passeggiando tra le file dei vigneti, racchiusi da un panorama mozzafiato, Elisa ci racconta come i suoi antenati, giunti dal vicino Salcedo, abbiano iniziato a produrre vino. Verso fine Ottocento come mezzadri. Fino al 1970, quando Valentino Dalla Valle, il nonno, acquista la casa colonica e i terreni circostanti.

Tradizione e?

Da allora, la famiglia Dalla Valle continua la migliore tradizione vitivinicola in una terra vulcanica. Vocata alla produzione di vini a denominazione di origine. In particolare, è dagli anni ’80 che il padre di Elisa ed Anna, Innocente, ultimati gli studi alla Scuola di Enologia di Conegliano, si dedica ai vigneti di famiglia. Affiancato dalla moglie Mara e dalle sorelle, Antonietta e Silvana. “Noi siamo cresciute insieme all’azienda“, ci dice Elisa. “Quando eravamo piccole l’azienda non era così com’è adesso“, prosegue. “Abbiamo visto la fatica dei nostri genitori, delle zie. Abbiamo visto la nostra in questi ultimi anni perché siamo cresciute con loro“.


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Vitigni e vini

Oggi, la famiglia Dalla Valle raccoglie i frutti di quell’impegno. Con risultati ottimi. Al momento, l’azienda vanta un’estensione di 15 ettari di vigneti. Collocati in località Fratte e Montegoggio, a Breganze. E in località Costa a Fara Vicentino. Questi sono impiantati a Vespaiola, Pinot Bianco, Chardonnay e incrocio Manzoni. Oltre che a Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot. Dal 2007, poi, Innocente collabora con il Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano, per il recupero di due varietà autoctone: il Groppello e il Refosco dal Peduncolo Rosso. Uve che regalano vini equilibrati e di carattere. Molto interessanti.

Sojo Rosso Ca’ Biasi

Tra cui Sojo Rosso Ca’ Biasi, prodotto con la selezione manuale dei migliori grappoli di Groppello (70%) e di Cabernet Sauvignon (30%). Si tratta di un vino passito di un rosso rubino profondo, dal colore intenso. I cui profumi sfumano dal dalle spezie dolci, come la vaniglia, ai sentori di mandorla e piccoli frutti rossi. Ideale a fine pasto, in abbinamento con il cioccolato fondente.


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Ca’ Biasi: la Vespaiola

Ma è la Vespaiola, o Bresparola, la vera regina di Breganze. E di Ca’ Biasi. Un vitigno autoctono presente nel territorio da almeno 500 anni. Con quest’uva vengono prodotti sia vini bianchi sia passiti. Nella prima versione, è possibile degustare un vino dalle fragranze di biancospino, profumi di ginestra ed agrumi. Oltre che dal carattere minerale, vulcanico. Caratterizzato da una buona spalla acida, al gusto si presenta morbido e persistente. Questo vino è ideale in abbinamento con i piatti tipici della cucina tradizionale. Come il Baccalà alla Vicentina o uova e asparagi di Bassano. Mentre nella seconda versione, solo i migliori grappoli della vendemmia permettono di realizzare un’eccellenza di Ca’ Biasi: il Torcolato.

Torcolato Ca’ Biasi

Affinato in legno per circa 6-7 mesi, questo vino passito si presenta di colore giallo oro intenso. A ragione, Elisa paragona i prodotti di Ca’ Biasi ai quadri di Van Gogh. In questo senso, il Torcolato ne rappresenta la massima espressione. Le sue screziature attraversano il calice come le rapide e pastose pennellate si fondono sulla tela, dando vita ai girasoli del noto pittore olandese. Miele, albicocche, fichi secchi dominano in armonia il bouquet di questo prodotto “dolce ma non troppo”. Di certo, un vino da meditazione o ideale come fine pasto. Specialmente in abbinamento con pasticceria secca o formaggi erborinati. Ma anche con il paté, come ci confidano le sorelle Dalla Valle.


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Cosa rende unica Ca’ Biasi?

Affascinati dalla visita, e dalla sala per le degustazioni con il grande camino centrale, chiediamo a Elisa e ad Anna quali siano i valori dell’azienda. Sul punto, Anna non ha dubbi e ne sceglie due. “La semplicità“. La quale si traduce in “Un vino semplice, diretto, che arriva“, ci dice Anna. “E la sincerità. Quando proponiamo un prodotto, quando ci rapportiamo con un cliente, quando instauriamo dei rapporti cerchiamo di essere sinceri e onesti. Di dire le cose come stanno“. Anche Elisa è d’accordo. Per lei, la semplicità e la sincerità dei prodotti Ca’ Biasi si riflettono già nelle bottiglie. “Se uno le guarda“, osserva Elisa, “vede subito la semplicità e la sincerità perché non vogliamo mai prendere in giro il nostro cliente. Non è nelle nostre corde“.

Tour de force

Eppure, semplicità e sincerità non sono scevre da sacrifici. Come racconta Elisa, “Siamo sempre qui dalla mattina alla sera“. “Insieme a tutti“, precisa. “Ci sono dei periodi più intensi“, continua la giovane. Ad esempio, durante la vendemmia fino a gennaio. “A settembre sono 30 su 30 h 24“, ci spiega. Senza considerare le festività natalizie. Come racconta Elisa: “Negli anni abbiamo iniziato questa omaggistica natalizia che adesso ho preso in mano io“. Sebbene sia un lavoro che impegna molto tempo, si tratta di un’attività che la giovane svolge con solerzia e passione. Nonostante il periodo che le impegna di più cada proprio durante le festività, le due giovani imprenditrici amano ciò che fanno. Più che un lavoro, una passione.

Ca’ Biasi: dedizione e costanza

Come ci confidano, poi, non mancano i momenti di relax. “Il 25 (dicembre) sappiamo dove stare“, dicono sorridendo. “Siamo in famiglia“. Elisa e Anna rappresentano la quinta generazione a Ca’ Biasi. Con competenze diverse, le due sorelle portano avanti la tradizione con profonda ammirazione per l’esperienza e le capacità del padre. “Papà è colui che ci ispira di più“, ci dicono. Ciò che da loro maggiore soddisfazione è il fatto che i clienti apprezzino il loro lavoro. “Siamo felici perché quando cammini per strada ti riconoscono“, ci spiega Anna. Per la giovane enologa, l’obiettivo è raggiunto “Quando ti cercano perché hanno la certezza del tuo prodotto“. Mentre Elisa aggiunge: “Sanno che trovano una bottiglia buona, che possono aprire tranquillamente“. E a un prezzo più che onesto.


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La vendita a km 0

La vendita avviene in azienda. Un vantaggio affatto scontato, perché permette di riscontrare di persona la professionalità e la gentilezza della famiglia Dalla Valle. Ma c’è di più. Solo parlando con Elisa e Anna, come con gli altri componenti della famiglia, ci si innamora di questo territorio. Unico al mondo. In effetti, Elisa non si vedrebbe in nessun’altra realtà. “Io adoro queste colline“, ci dice. “Anche se amo la Toscana, come altre realtà, se mi dovessi spostare o dovessi cambiar casa mi rivedo sempre qui“. “Sarà perché io amo Treviso, Vicenza, Verona“, riflette. “E qui siamo al centro”. “Quindi amo le nostre colline“. Prima di aggiungere con amarezza: “Mi dispiace che non sia amata tanto da chi ci vive“. “Potremmo essere la Toscana e invece ci areniamo“, aggiunge.

Valorizzare il territorio

Ma per Breganze non tutto è perduto. Le potenzialità non mancano, spiega Anna. “Ci sono anche molti sentieri dove poter camminare“. Mentre il volano si mette in modo. Anche grazie a organizzazioni, quali la Pro Loco. Del resto, anche Anna rimarrebbe a vinificare nella sua terra natia. Anche se la giovane enologa ci lasci intendere che ci sarebbe una zona che la incuriosisce. “L’Italia è bella tutta“, ci dice. Ma capiamo che sarebbe disposta a vedere altre realtà. Sebbene per un breve periodo. Quando le chiediamo quali sarebbero, ci risponde: “Forse, ma dico forse, andrei nella zona dello Champagne”. “Però sto qua“, afferma. “Preferisco il Vespaiolo al Pinot grigio“, aggiunge scherzando.


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Uno sguardo oltre confine

Ad ogni modo, Anna ci rivela cosa la incuriosisce della Francia. “Il clima, le cru che creano, proprio tutta la mentalità che hanno loro di coltivare i vigneti“. Non solo. Le piacerebbe studiare il territorio. D’altronde, ci spiega, i francesi “Hanno molta tradizione“. E poi. “Si sanno vendere molto bene loro. Si sanno vendere benissimo. Sono i migliori“. Il che ci porta a ragionare sul fatto che molti vini italiani non abbiano nulla di che invidiare ai prodotti francesi. Nonostante le etichette d’Oltralpe rimangano sinonimo di qualità. Indiscussa. Come osserva Anna: “Anche se quest’anno le vendite di Prosecco non sono state seconde a nessuno, perché fanno numeri strepitosi, lo Champagne è il primo e il più importante“.

Summa lex summa iniuria

Insomma, uno sprone a migliorare il nostro mercato. Ma come? Elisa propone di puntare sulla pubblicità. Mentre Anna ritiene sia doveroso partire dalla riqualificazione. “Farei delle leggi, dei decreti in cui sistemerei il territorio“, dice la giovane enologa. A questo punto, chiediamo alle due giovani imprenditrici se trovino difficoltà in Italia. E quali. ““, ci risponde Elisa. “Tanta burocrazia. Troppa“, aggiunge. “Le piccole realtà vengono a volte frenate perché ci sono tante leggi“, prosegue. Ad esempio, ci spiega Elisa, “Se non hai un importatore non puoi fare estero“.


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Ca’ Biasi: un marchio italiano

Dopodiché, Elisa osserva: “A noi personalmente non crea problemi perché abbiamo una vendita prettamente italiana e su territorio italiano“. “I nostri prodotti escono e a volte ci troviamo ad aspettare le annate nuove assieme ai clienti perché non sono pronte. Perché hanno bisogno dei loro tempi“. Il che si traduce in dedizione, pazienza. Qualità. “Come trovare le fragole tutto il tempo dell’anno. Impossibile“, fa notare Anna. E continua: “Abbiamo molti prodotti stagionali perché sono pronti in quel momento e vanno bevuti in quel momento“. Insomma, ancora una volta rispetto per i ritmi della Natura e per la qualità del prodotto. A chilometro zero.

Un lavoro di squadra

E torniamo al dunque. Come fa notare Elisa: “Se i piccoli coltivatori valorizzano il territorio si ha qualcosa da mostrare“. Spesso, però, i produttori vengono abbandonati dalle autorità. “Non vengono dati contributi alle piccole realtà“, ci dice Elisa. “O se vengono dati ci vogliono una marea di carte“, aggiunge. L’unica è affidarsi agli enti privati e ai consulenti. “Le grandi associazioni di categoria non si stanno muovendo“, osserva Elisa. Insomma, una questione su cui riflettere. Soprattutto perché si possa promuovere il patrimonio enogastronomico (e culturale) italiano.


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Salutiamo Ca’ Biasi

Ringraziamo di cuore Elisa e Anna Dalla Valle per la loro gentilezza e disponibilità. Allo stesso modo, ringraziamo Innocente Dalla Valle, che è venuto a salutarci nonostante le numerose incombenze. Da parte nostra, non vediamo l’ora di tornare a trovare la famiglia Dalla Valle. Anche per acquistare i prodotti frutto del loro impegno. E della loro passione. Non solo vino. Ma anche olio, aceto e confetture.

Ca’ Biasi: la galleria

Se la nostra breve (ma intensa) esperienza vi ha incuriosito, potrete raggiungere l’azienda Ca’ Biasi per degustarne i prodotti. Dal lunedì al sabato, la famiglia Dalla Valle sarà felice di accogliervi e presentarvi la loro preziosa realtà. Gli orari sono: al mattino dalle 08:30 alle 12. Mentre alla sera dalle 14 alle 18:30. Questa sarebbe l’occasione per una gita fuori porta che vi permetterà di godere di un panorama mozzafiato. Il tutto a pochi passi da Vicenza e dall’Altopiano di Asiago.

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