Roma, 25 marzo 1957. Nella Sala degli Orazi e dei Curiazi del Campidoglio iniziò la storia della Comunità Europea. Sei Paesi – Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo – firmarono il Trattato costitutivo della Comunità Economica Europea (CEE) e quello della Comunità europea dell’energia atomica (EURATOM).
Il Trattato di Roma è stato l’inizio di un percorso comune europeo che prosegue ormai da 60 anni. Un impegno costante, non sempre facile, che ci ha permesso di convivere pacificamente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Diplomazia e compromesso hanno sostituito secoli di conflitti. La promessa di pace dei padri fondatori (Altiero Spinelli, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Jean Monnet, Robert Schuman, solo per citarne alcuni) non solo è stata mantenuta, ma è andata oltre ogni aspettativa. La libera circolazione di beni, persone, servizi e capitali ha eliminato le barriere commerciali, incoraggiato la concorrenza, liberalizzato i capitali e favorito la circolazione di lavoratori e studenti oltre frontiera.
I Trattati di Roma prevedevano inoltre l’istituzione dell’Assemblea parlamentare europea, con funzioni consultive, composta da 142 deputati nominati dai parlamenti dei sei paesi membri della Comunità. La prima seduta si tenne a Strasburgo il 19 marzo 1958, sotto la presidenza di Robert Schuman. Soltanto nel 1962, l’Assemblea assunse il nome di Parlamento europeo e, nel 1979, si svolsero le prime votazioni a suffragio universale diretto per l’elezione dei suoi membri. Il dibattito sulla costituzionalizzazione dell’ Europa si aprì proprio durante le sedute del primo Parlamento Europeo. Nel 1984 l’ Assemblea adottò a larga maggioranza la relazione dell’ europarlamentare italiano Altiero Spinelli, relativa a un progetto di trattato sull’Unione Europea.
Il processo d’integrazione europea è stato realizzato attraverso i trattati che si sono succeduti nel corso degli ultimi 30 anni. Necessari per distribuire nuove competenze e nuovi poteri e creare istituzioni più forti, che facessero fronte alle esigenze di una cooperazione sempre più allargata. La prima tappa si ebbe nel 1987 con la firma dell’ Atto unico Europeo, destinato a modificare le regole di funzionamento delle istituzioni europee e ad ampliare le competenze comunitarie. L’Atto unico rappresenta la prima riforma dei trattati che si ebbe dagli anni cinquanta; con la firma gli Stati si impegnavano a completare, entro la fine del 1992, il mercato della comunità come “spazio senza frontiere interne”, per garantire la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi o dei capitali.
Il 7 febbraio 1992 venne firmato a Maastricht il Trattato sull’ Unione Europea, noto anche come Trattato di Maastricht , che modificò sia i precedenti Trattati CEE, CECA, EURATOM sia l’ Atto unico Europeo. Questo trattato istituiva l’Unione Europea, dotandola dei cosiddetti tre pilastri: il primo costituiva il mercato comune Europeo e l’unione economica e monetaria, il secondo dotava l’Unione Europea di una politica estera e di sicurezza comune (PESC), infine il terzo estendeva la cooperazione di polizia a livello penale.
L’unione monetaria, si delineava in quel periodo come uno strumento per rafforzare il mercato unico. Nel 1988 un comitato guidato da Jacques Delors veniva incaricato di elaborare un piano per la sua realizzazione, che confluì nel Trattato di Maastricht firmato nel 1992. Il Trattato fissava al 1998 il termine per la creazione della moneta unica. Benché poi modificato dai trattati di Amsterdam, Nizza e Lisbona, i cardini del Trattato di Maastricht sono rimasti sostanzialmente immutati.
Nel giorno in cui l’Europa celebra il suo sessantesimo compleanno, i 27 si interrogano sul futuro dell’Unione, orfana del partner inglese. Si riparte con la firma di una nuova dichiarazione per rilanciare l’integrazione europea nei prossimi dieci anni. Nuove le sfide da affrontare: difesa comune, politiche migratorie, crescita e lavoro. Tutela dei valori di integrazione e libertà che costituiscono la nostra identità e che il terrorismo islamista vorrebbe mettere in discussione. Con la speranza che la predizione del Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker sul 100esimo compleanno della Ue possa davvero avverarsi.