venerdì, Aprile 19, 2024

Boston- Scoperti i neuroni che prevedono il futuro


 

La ricerca condotta sulle scimmie, ma si pensa che queste cellule agiscano nello stesso modo nell’uomo. Gli scienziati sperano che il loro studio possa mettere in luce nuove vie per trattare condizioni come l’autismo.

Capire in anticipo se un bacio sarà ricambiato può fare la differenza in un rapporto o in un’amicizia. Tutte le nostre interazioni sociali ci impongono di anticipare, o almeno di provare a prevedere, le intenzioni e le azioni altrui. Ora un team di ricercatori americani ha scoperto quali sono le specifiche cellule cerebrali che ci permettono di “prevedere il futuro”. E gli scienziati sperano che il loro studio possa mettere in luce nuove vie per trattare condizioni come l’autismo. La ricerca è stata condotta sulle scimmie, ma si ritiene che queste cellule agiscano nello stesso modo nell’uomo. Keren Haroush e Ziv Williams dell’Harvard Medical School di Boston hanno addestrato alcune scimmie a giocare una versione del dilemma del prigioniero, un gioco usato per studiare la cooperazione. Le scimmie sedevano una accanto all’altra e dovevano decidere se collaborare o meno con il compagno, muovendo un joystick: spostarlo verso un cerchio arancione significava cooperare, verso un triangolo blu significava “non ora”. Nessun animale – si legge su Cell – poteva vedere il volto dell’altro, o ricevere qualche indizio circa la sua intenzione. Se le scimmie collaboravano, inoltre, ricevevano quattro gocce di succo. Se uno collaborava e l’altro no, il primo otteneva una goccia e il secondo sei, mentre se entrambi rifiutavano ricevevano due gocce di succo. Una volta fatta la propria scelta, gli animali potevano vedere cosa era toccato al compagno. Le scimmie hanno giocato diverse migliaia di volte. E, proprio come gli esseri umani, sono state più propense a collaborare se l’altro in precedenza lo aveva fatto. Durante l’esperimento, riferisce New Scientist, il team ha registrato l’attività cerebrale di singole cellule localizzate nella corteccia cingolata anteriore delle scimmie, un’area che si ritiene giochi un ruolo nel processo decisionale. Così si è visto che l’attività di uno specifico insieme di neuroni è associata alle decisioni prese. Ma dal momento che nel gioco è importante prevedere le intenzioni dell’avversario, il team ha individuato un altro insieme di neuroni all’interno della stessa area, che sarebbero responsabili di prevedere le mosse delle altre scimmie. Secondo gli scienziati, a differenza dei neuroni specchio – che si attivano quando compiamo la stessa azione di un altro – questi neuroni cercano di prevedere le intenzioni degli altri. Per confermare la scoperta, il team ha ripetuto l’esperimento con le stesse scimmie, facendole giocare contro un computer piuttosto che un compagno. Questa volta le scimmie erano meno propense a collaborare. Infine il team ha interrotto l’attività di questi neuroni predittivi, inibendoli con deboli impulsi elettrici mentre gli animali giocavano fra loro. Anche in questo caso le scimmie avevano meno probabilità di collaborare fra loro, nonostante precedenti ‘alleanze’. Haroush e Williams suggeriscono che la scoperta potrebbe favorire lo sviluppo di nuovi trattamenti per condizioni come l’autismo e disturbi antisociali.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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