giovedì, Aprile 25, 2024

Boom di sex toys in Nuova Zelanda e nel mondo.

Il lockdown per il coronavirus sta avendo effetti devastanti sull’economia, ma c’è chi non può, decisamente, lamentarsi. Pare che produttori e rivenditori di sex toys stiano facendo ottimi affari in questi giorni di quarantena forzata.

Sarà la noia, o il desiderio di provare esperienze fino ad oggi rimandate. Pare che l’isolamento in casa abbia portato coppie e singles a sperimentare giochi erotici, probabilmente per la prima volta.

In Nuova Zelanda, dopo l’annuncio del blocco di un mese da parte del primo ministro Jacinda Ardern, la vendita di giochini erotici ha registrato un deciso aumento.

Il 23 marzo la prima ministra Ardern annuncia il blocco di un mese in Nuova Zelanda

Adult Toy Megastore, il più grande rivenditore di sex toys della nazione, ha dichiarato che le vendite dei suoi prodotti sono triplicate dall’inizio del lockdown nel Paese.

L’annuncio della prima ministra Arden, due giorni prima dell’inizio delle restrizioni, ha portato un’impennata delle vendite di giochi a sfondo erotico già nelle 48 ore precedenti l’imposizione del blocco. Lockdown iniziato in Nuova Zelanda il 25 marzo.

Stiamo vendendo molti giocattoli per principianti … tutte le nostre gamme per principianti sono molto popolari“, ha dichiarato Emily Writes, portavoce del business. “Sembra proprio che la gente stia dicendo: ‘Ho tempo, potrei provare qualcosa di nuovo“.

Preservativi, lubrificanti e coppette mestruali, sono tra gli altri prodotti che hanno registrato un aumento delle vendite dopo l’annuncio in Nuova Zelanda. Non solo, pare che anche i detergenti per la pulizia di sex toys vadano a ruba.

Tra l’altro nello Stato neozelandese, il Megastore di giochi per adulti è considerato bene essenziale, in quanto vende anche prodotti medici e preservativi. Quindi può continuare ad operare, tutto il personale lavora in smart working.

Le vendite del sito sono raddoppiate in Australia, quando il il Primo Ministro Scott Morrison ha chiuso i bar e locali pubblici. Stesso discorso per la Gran Bretagna, quando Boris Johnson ha fatto lo stesso annuncio, il 21 marzo.

Impennata di vendite in corrispondenza di annunci covid

Una serie di impennate nelle vendite che arrivano in corrispondenza dei principali annunci legati all’emergenza covid.

In Nuova Zelanda, Australia e Gran Bretagna, l’11 marzo, giorno in cui l’Oms ha dichiarato il coronavirus una pandemia, gli acquisti di sex toys sono addirittura triplicati. Secondo quanto detto al Guardian dall’Adult Toy Megastore.

Quasi come se il mondo volesse comunque garantirsi una sorta di isola felice.

Ann Summers, catena britannica di lingerie sexy e accessori, ha registrato agli inizi di aprile un boom nelle vendite del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, scrive per esempio il Financial Times.

A Berlino Dildo King, rivenditore di accessori dello stesso genere, riferisce sempre al Financial Times di un incremento pazzesco nelle vendite dell’87% dal momento delle restrizioni.

A noi le cose stanno andando benissimo, ma non faccio certo i salti di gioia – ha detto il managing director Raiko SporckLa gente sta morendo e nessuno è felice“.

Il lockdown potrebbe incrementare le nascite in Nuova Zelanda?

Mentre sui social i neozelandesi si divertono a coniare nomi per i bambini che potrebbero nascere nove mesi dopo il lockdown. Gli esperti ritengono improbabile un incremento delle nascite.

Incertezze come questa tendono a ritardare la gravidanza, perché le persone si sentono incerte sul mondo in cui porteranno un bambino“, ha affermato Paul Spoonley, professore di demografia alla Massey University. 

Quelli che pensano di fondare una famiglia probabilmente rimanderanno la decisione … Penso che l’impulso di ritardare sarà più forte dell’inclinazione a rimanere incinta, anche per errore“.

Anche gli esperti di educazione sessuale non prevedono un boom delle nascite. Ma mettono in guardia sulla difficile reperibilità di alcuni contraccettivi in Nuova Zelanda.

La stessa ONU ha appena lanciato l’allarme, rilevando una carenza globale di preservativi. Le misure restrittive imposte per contenere il contagio di Covid-19 hanno comportato la chiusura di molte fabbriche e lo stop alla produzione di profilattici.

Allerta ONU: Produzione di preservativi in calo

In Nuova Zelanda sono centinaia le richieste telefoniche di contraccettivi che arrivano ogni settimana ai centralini della Family Planning Organisation.

Alcune delle pillole contraccettive erano limitate, perché c’era un problema di produzione non correlato a Covid-19“, ha detto al Guardian Beth Messenger, portavoce dell’Organizzazione.

Ha aggiunto, inoltre, che altre non erano state immagazzinate in grandi quantità. “In Nuova Zelanda, siamo il più lontano possibile da qualsiasi luogo, il che dal punto di vista di Covid-19 è probabilmente una buona cosa, ma significa che è difficile introdurre farmaci essenziali“.

L’Organizzazione ha anche fornito test di gravidanza gratuiti o a basso costo. Sollecitando il Governo a finanziare eventuali test a domicilio durante il lockdown.

Se le persone sono in gravidanza, vogliamo che abbiano l’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno“, ha affermato Messenger.

Un problema, quello del contenimento delle nascite o di eventuali gravidanze indesiderate, che in Nuova Zelanda incontra non pochi ostacoli. Nonostante il Paese venga considerato una nazione pioniera per quanto riguarda i diritti delle donne, l’aborto rimane un tema ancora caldo e controverso.

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