Bomba uccide la giornalista dei MaltaFiles

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La giornalista Caruana Galizia
La giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia è stata uccisa oggi, verso le 15:00 a Bidnija, nell’isola di Malta, da una bomba, mentre lei era a bordo della sua Peugeot 108.

L’auto è saltata in aria volando letteralmente una decina di metri più in là rispetto al manto della strada che la Caruana Galiza stava percorrendo. La violenta esplosione ha sparso pezzi del veicolo nei campi vicini. La giornalista è morta sul colpo.

L’attentato sarebbe avvenuto non molto distante dalla casa della giornalista maltese. Sono subito intervenuti sul posto i vigili del fuoco ed esperti di esplosivi, la polizia scientifica, oltre a numerosi investigatori della polizia maltese.

La macchina della giornalista esplosa

Tra i primi a dare l’allarme, secondo fonti citate dal Times of Malta, ci sarebbe proprio uno dei figli, Matthew. Il ragazzo avrebbe udito l’esplosione e si sarebbe precipitato fuori di corsa per vedere cosa fosse accaduto. Ad attenderlo, la spiacevole sorpresa.

In Europa e a Malta, la Caruana Galizia era ben nota come giornalista d’inchiesta e anti-corruzione. Ultimamente la donna aveva presentato una denuncia alla polizia per minacce di morte fattele circa due settimane fa.

Daphne Caruana Galizia faceva parte dell’ICIJ, il Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi.

La giornalista era stata inserita, dalla testata Politico.eu, nella lista delle “28 personalità che stanno agitando l’Europa”. Recentemente aveva lavorato ai MaltaFiles: un’inchiesta che vede Malta come base pirata degli evasori fiscali dell’Unione Europea. Politico la descrisse come una “one-woman WikiLeaks, in crociata contro la non trasparenza e la corruzione a Malta”.

A condannare immediatamente il grave atto criminale è stato il primo ministro maltese Joseph Muscat.

“Non ci daremo pace – ha dichiarato Muscat – fino a che non sarà fatta giustizia”. Il primo ministro ha bollato l’attentato come un “barbaro attacco”.

Tutti però sanno che ultimamente, era lo stesso premier maltese ad essere nel mirino della penna della giornalista. Più volte infatti la Caruana Galizia lo avrebbe attaccato e criticato sia a livello politico che a livello personale.

Il premier maltese Muscat

La donna stava indagando su alcuni scandali di corruzione che avrebbero coinvolto direttamente il premier Muscat, nella figura della moglie Michelle. Quest’ultima sarebbe implicata nelle indagini per corruzione conosciute con il nome di Panama Paper: una raccolta di oltre 2,6 terabyte, contenente documenti confidenziali compromettenti di oltre 214.000 società offshore risalenti fino agli anni settanta.

Lo studio legale coinvolto e fornitore di servizi finanziari è il panamense Mossack Fonseca. Nei documenti sono menzionati i leader di cinque paesi — Arabia Saudita, Argentina, Emirati Arabi Uniti, Islanda e Ucraina — ma anche funzionari di governo, parenti e collaboratori stretti di vari capi di governo di più di 40 altri paesi; tra questi anche Malta.

Non sembrerebbe un caso che l’ultimo post della giornalista, pubblicato alle 14.35, pochi minuti prima di morire, riguardi la testimonianza in tribunale di Simon Busutti, leader dell’opposizione.

Il politico prenderà parte nel processo che vede coinvolto Keith Schembri, capo dello staff del premier maltese. Schembri, già accusato di corruzione, sarebbe stato uno tra i primi politici ad essere travolto dallo scandalo dei Panama Papers, e a rivelarlo sarebbe stata proprio la giornalista maltese.

E se ciò non bastasse, la Galizia avrebbe anche dichiarato che Egrant, un’altra società di Panama, fosse di proprietà di Michelle Muscat. Queste affermazioni hanno condotto il marito premier a chiamare le elezioni anticipate del giugno 2017, che hanno visto il suo partito laburista confermarsi al governo.

Muscat ha subito precisato che “nessuna rivalità giustifica una morte del genere”. Il premier laburista maltese ha sempre respinto le accuse a suo carico e a carico dei propri familiari. Anche se a rafforzare le tesi portate avanti dalla Caruana Galizia ci sarebbe un video girato il 20 aprile 2017.

Il video mostrava l’iraniano Seyed Ali Sadr Hasheminejad, proprietario e presidente della Pilatus Bank, uscire dalla porta sul retro con due grosse borse. Proprio in quella banca, la moglie di Muscat, aveva, secondo le indagini della giornalista, aperto un conto corrente.

A stringersi subito intorno alla famiglia ci sono Marie Louise Coleiro Preca, Presidente della repubblica maltese e l’arcivescovo Charles Scicluna, insieme a molti politici maltesi.

“Galizia – ricordano i colleghi che con lei hanno lavorato – ha contribuito a svelare l’esistenza di alcune società offshore appartenenti a personaggi famosi maltesi che il nostro settimanale ha pubblicato nei mesi scorsi. Il brutale omicidio di Daphne dimostra ancora una volta quanto un’informazione documentata e di denuncia sia percepita come un pericolo dai potenti e della criminalità organizzata. La redazione si stringe al dolore dei familiari”.

Dovrà esser fatta luce su questa dolorosa vicenda. A pagarne le conseguenze, con la propria vita, questa volta, è stata la coraggiosa Daphne.