Nel 1915 esce la pubblicazione dell’opera la letteratura ladina del Friuli, di Bindo Chiurlo. Di fatto, un saggio dalle caratteristiche classiche, dove lo scrittore ripercorre le linee sottili, tra sentimenti e razionalità. Un viaggio nella descrizione delle origini linguistiche di aree geografiche, che accompagnano l’autore nel ricordo della propria terra. Attraverso diverse tematiche senza tempo, il saggio tratta il cammino e l’evoluzione della lingua ladina.
Bindo Chiurlo chi è?
Bindo Chiurlo nasce a Cassacco il 13 ottobre 1886 e decede a Torino il 24 dicembre 1943. Dalle origini friulane, Chiurlo è un critico letterario e poeta italiano, di quasi fine 1800 e prima parte 1900. I genitori sono Giovanni Chiurlo e Teresa Monassi. Inoltre, dagli studi classici liceali ad Udine, la formazione scolastica prosegue presso l’Istituto religioso dei Salesiani, a Mogliano Veneto. Consegue la decisione di Chiurlo di frequentare l’Università di Padova, con gli studi nella facoltà di lettere, dove consegue la laurea nel 1909. In seguito, il letterato diviene insegnante, attività che lo conduce in diverse città d’Italia, fino ad arrivare ad Udine.
Bindo Chiurlo: la storia della letteratura friulana
La data di pubblicazione del saggio dello scrittore coincide con il periodo storico, in cui in Friuli – Venezia Giulia si susseguono importanti fatti della grande guerra. Nel 1917, gli Imperi Centrali della Quadruplice Alleanza invadono il Friuli. In realtà le potenze centrali del primo conflitto mondiale sono quattro nazioni alleate, contro gli Stati della Triplice Alleanza.
In seguito, contro le tensioni tra Russia, Ungheria ed Austria nasce l’Alleanza tra Francia e Russia. Mentre già nel 1907, a Pietroburgo nasce l’accordo tra Gran Bretagna e Russia per il riconoscimento dell’influsso coloniale in Asia. Nel 1919, nasce la Società filologica friulana, ovvero un’associazione con il fine della tutela della lingua e cultura del Friuli. A fronte di ciò, il 23 novembre dello stesso anno Giovanni Lorenzoni, Bindo Chiurlo, Ugo Pellis, Ercole Carletti costituiscono l’associazione.
In linguistica storica o glottologia, cioè nello studio linguistico di derivazione delle varie distinzioni e ceppi storici dello stesso, emergono le origini. Attraverso delle dettagliate analisi di ricerca etimologica, sviluppo delle parole e descrizione linguistica, con l’aiuto di comparazioni ed elementi storici, avviene lo studio della lingua. Di fatto, lo storico letterario Graziadio Isaia Ascoli crea in Italia gli studi della dialettologia e descrive in primis la lingua friulana, dal punto di vista scientifico.
A fronte di ciò, il glottologo pubblica l’argomento in dettaglio con i riferimenti scientifici, sulla rivista Archivio glottologico Italiano. Nel 1936, la Società filologica friulana ottiene il riconoscimento di ente morale. Di fatto, la realizzazione dell’associazione promuove la lingua friulana, con la salvaguardia delle minoranze linguistiche.
A ragion per cui, seguono gli studi sulla cultura del Friuli – Venezia Giulia in diversi aspetti, tra cui: letteratura, storia, filologia, storia dell’arte, tradizioni popolari, spettacolo e musica. Anche gli obiettivi di tutela dei beni culturali del territorio friulano e la diffusione e conoscenza delle lingue in minoranza sono obiettivi dell’associazione. A fronte di ciò nasce l’Atlante linguistico Italiano e l’Atlante storico linguistico etnografico friulano.
Il pensiero dello scrittore
Dalla pubblicazione del saggio nel 1915 ed anche nel 1918, dove nella prima uscita appare nella Nuova Antologia. Il critico letterario spiega la lingua ladina, pietra miliare delle minoranze linguistiche friulane. Ancora oggi la popolazione ladina è presente in minoranza nelle aree geografiche italiane orientali, nella zona delle Dolomiti. Inoltre, l’utilizzo della lingua ladina percorre le tradizioni, la cultura e gli aspetti che vivono nel territorio. Il lettore coglie dall’opera l’ammirazione che l’autore esprime nella descrizione delle proprie origini. Un viaggio storico, culturale con la bellezza che traspare da città come: Udine, Trieste, Gorizia. Anche una storia di confine, dove nel tempo il Friuli conserva la letteratura ladina.