Le Big Tech paghino i contenuti delle notizie che diffondono. E’ l’appello di Microsoft, unito agli Editori Europei. Vediamo insieme i dettagli.
Big Tech, tentare lo “stile Australia”?
L’ispirazione sarebbe il cosiddetto “stile Australia”. La legge in questione è stata resa nota l’ultima settimana di febbraio. Denominata Regolamento World-First, è stata creata appunto per contrastare il dominio di Big Tech come Google e Facebook. Costringendo quindi i due colossi a concludere accordi di licenza con gli editori di notizie.
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Regolamento World-First
La legge in questione potrà nominare una persona, un arbitro, scelta dal governo. Questa stabilirà le tariffe che le società dovranno pagare agli editori se le trattative commerciali falliscono. Ecco le parole di Josh Frydenberg, tesoriere australiano. “Questo assicurerà che le agenzie giornalistiche siano equamente remunerate per i contenuti che generano, contribuendo a sostenere il giornalismo di interesse pubblico in Australia”.
Lavorare insieme
A seguito di questa notizia, le Associazioni degli Editori Europei (Emma, Enpa, Epc, Nme) e Microsoft hanno cercato di trovare un compromesso: lavorare insieme, in cerca di una soluzione equa per tutti. Lo scopo è questo, garantire all’industria editoriale una remunerazione giusta dei contenuti delle notizie usate dai Big Tech. Accrescendo il proprio traffico e i propri introiti pubblicitari.
Stile Australia per le Big Tech
Questo meccanismo di arbitrato europeo dovrebbe dunque “considerare il modello stabilito dalla legge australiana, che consente ad un collegio arbitrale di stabilire un prezzo equo per l’uso dei contenuti sulla base di una valutazione dei benefici derivati da ciascuna parte. Oltre a questo, anche i costi di produzione del contenuto e qualsiasi onere indebito che imporrebbe un ulteriore costo”, spiega una nota degli Editori.
