Il corpo e il collegamento col mondo è il tema della Biennale di Liverpool. L’evento culturale presenta le opere di cinquanta artisti.
Biennale di arte contemporanea a Helsinki
Cosa propone la Biennale di Liverpool?
I partecipanti alla rassegna realizzano opere che descrivono l’importanza dei legami di parentela nella società. Creando nuove connessioni, intraprendono percorsi che riguardano l’apprendimento e il miglioramento del potenziale. Gli artisti mettono in dubbio il concetto di individuo come entità definita e autosufficiente. Infatti, illustrano l’osmosi che intercorre tra l’organismo e l’ambiente in cui vive. Dall’approccio multisensoriale nascono così opere che includono il suono, evitando la rappresentazione diretta. Liverpool e il suo porto sono l’ecosistema adatto all’evento.
La manifestazione è anche un’esperienza digitale
La Biennale di Liverpool è anche online con trasmissioni, podcast e altre iniziative. Gli appuntamenti a portata di click riguardano le prospettive del lavoro di curatore d’arte e l’intelligenza artificiale. Alcune sessioni indagheranno l’approccio degli esperti alla Biennale, in collaborazione con Lgbt+ e i richiedenti asilo e rifugiati. In programma anche workshop per le scuole e le famiglie con attività da svolgere insieme. Si imparano i nomi delle piante e la conformazione dello scheletro attraverso lo yoga. Sono a disposizione anche risorse per professori ed educatori che intendono portare la Biennale in classe.
La dodicesima edizione dell’evento
Quest’anno la rassegna toccherà anche Lush Liverpool e Lewis’s Building, oltre ai principali luoghi di interesse della città. Le esposizioni proseguono per tutta l’estate. “Open eye” è visitabile fino al 6 giugno, la “Tate Liverpool” fino al 20 giugno. “Fact” continua fino al 29 agosto e “Bluecoat” fino al 5 settembre.
Le mostre della Biennale di Liverpool
Dal 23 aprile sono in programma le mostre e gli eventi più importanti. Con “Superposition” (2021) Erick Beltrán presenta brani sonori e disegni grafici che rappresentano la musica latinoamericana Cumbia. Una flotta di taxi ComCab che viaggiano per il centro cittadino mostra al pubblico i risultati delle ricerche dell’artista. Luisa Ungar invece ha realizzato un progetto incentrato sui consigli degli esperti di chiaroveggenza e la storia locale. Il lavoro si basa su documenti ufficiali, voci e racconti. Il Crown street park accoglie “La pensée férale” di Daniel Steegmann Mangrané. L’installazione raffigura un albero nativo della Mata atlántica brasiliana, incastonato nell’occhio di un cane. Attorno ci sono altre piante. L’opera descrive la soggettività come costruzione culturale e l’atteggiamento dell’uomo verso l’ambiente.