venerdì, Aprile 19, 2024

Battute transfobiche: perché “sto solo scherzando” non è una scusa

Quante volte ci capita di sentire battute transfobiche? Oppure omofobe, razziste o sessiste? Magari, a farle sono i nostri stessi familiari o i nostri amici. Sono battute di pessimo gusto, seguite sempre dalla stessa, blanda giustificazione: “Sto solo scherzando!” E, il più delle volte, non abbiamo voglia di discutere e di stare a spiegare perché certi scherzi non sono affatto divertenti.

Le battute transfobiche sono “solo battute”?

Le battute transfobiche non solo “solo battute”, così come non lo sono quelle omofobe, razziste o sessiste. Si tratta dell’espressione di una mentalità profondamente radicata nella nostra società, e pertanto difficile da estirpare. Farlo presente agli autori di tali scherzi di pessimo gusto significa, il più delle volte, suscitare la loro irritazione: la giustificazione standard è “Stavo solo scherzando!”, seguita a ruota dalla lamentela “Non si può più dire niente!”.

Sì, è probabile che al giorno d’oggi “non si possa più dire niente”; per lo meno, si richiede di prestare molta più attenzione a non dire niente che ferisca altre persone. Questa nuova sensibilità è percepita da alcuni come un attacco alla propria libertà d’espressione, e c’è addirittura chi parla di “dittatura del politicamente corretto”. Quel che è certo è che nessuno vuole essere il bersaglio di “battute di spirito” crudeli e discriminatorie, e quasi nessuno prova a mettersi nei panni delle vittime delle proprie sagaci frecciatine. Se lo facessimo, fose non ci sembrerebbero più tanto divertenti.

Uno “scherzo” può ferire

Battute transfobiche, omofobe, sessiste o razziste non solo possono ferire, ma anche influenzare le scelte di chi ha la sfortuna di sentirle. Immaginiamo per un momento che un ragazzino che ha da poco scoperto la propria omosessualità senta il padre raccontare una barzelletta omofoba agli amici: come potrebbe reagire? Come influirebbe quell’episodio sul suo percorso di autoaccettazione e sula sua decisione di fare o meno coming out?

Indubbiamente molte volte, forse addirittura la maggior parte delle volte, battute del genere vengono fatte senza un vero intento discriminatorio. Semplicemente, sono parte della nostra cultura, le ripetiamo perché le abbiamo sentite a scuola, dai colleghi di lavoro o dagli amici, e lì per lì ci sono sembrate divertenti. Ma, per cambiare il modo di percepire certe realtà, è importante partire dalle piccole cose: una risatina in meno, se fatta alle spalle di qualcuno che potrebbe soffrirne, può fare la differenza.

A tutti noi viene richiesto di attivarci per un cambiamento che, oltre a riguardare, com’è giusto che sia, leggi e diritti, si estenda anche alla realtà di tutti i giorni. Imparare a prestare attenzione alla sensibilità altrui e a comprendere che questa possa essere differente dalla nostra è fondamentale per attuare, giorno dopo giorno, tale cambiamento. Non è nostro diritto decidere se una nostra “battuta”, che noi percepiamo come innocente, possa o meno ferire qualcun altro: tutto quello che possiamo fare è fidarci di ciò che l’altro dice di sentire, e rispettarlo.

LEGGI ANCHE: Ddl Zan: non solo omofobia ma anche disabilità

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles