Si trova ancora in carcere Munawar Faruqui, 29 anni comico e scrittore indiano arrestato a Indore il primo gennaio durante uno spettacolo di cabaret. L’artista è stato accusato di raccontare “barzellette sporche e indecenti” che infamano le divinità della religione Indù.
Il tribunale ha respinto per ben tre volte la richiesta di scarcerazione su cauzione. La continua detenzione del giovane comico ha sollevato contestazioni anche tra la minoranza musulmana che accusa il governo di limitazioni all’espressione artistica.
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Il caso Munawar Faruqui: oltre 25 giorni di prigionia per delle barzellette
Sono passati oltre 25 giorni dall’arresto di Faruqui. Il cabarettista musulmano di origine indiana è stato arrestato il primo dell’anno durante uno show. La denuncia è partita da Bharatiya Janata, figlio di un parlamentare del partito al governo. Secondo quanto riportato dai verbali, avrebbe sentito il comico recitare barzellette offensive su Indù e sul ministro degli interni Amit Shah. Le prove alla base dell’arresto del comico sono esclusivamente di carattere orale. Non vi sono ne video, ne riprese del momento incriminato.
Questa mancanza di prove oggettive aggravata dal rifiuto da parte delle autorità a rilasciare il ragazzo su cauzione, ha fatto insorgere una minoranza musulmana. In molti hanno giudicato il trattamento riservato al comico come: “una vergognosa predica, dopo le sanguinose vendette di gruppi terroristi islamici seguiti alle vignette satiriche di Charlie Hebdo”.
Anche il PUDR, l’Unione popolare per i diritti democratici, ha condannato l’incarcerazione del comico indiano. “Questo caso è il simbolo del flagrante disprezzo per le libertà fondamentali e del fallimento della magistratura nel sostenere queste libertà, incoraggiando così i feroci tentativi dello Stato maggioritario di prendere di mira opinioni contrarie alla sua agenda del nazionalismo indù”.
