martedì, Aprile 16, 2024

Bar e ristoranti al via il 18 maggio? La petizione Fipe supera quota 21 mila firme

Continua a macinare consensi la petizioneApriamo in sicurezza bar e ristoranti il 18 maggio, promossa dalla Federazione italiana dei Pubblici Esercizi (Fipe).

Sono 21.360 le firme raccolte, in pochi giorni, a sostegno della petizione indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Petizione in cui si chiede una riapertura “in sicurezza” di bar, ristoranti e simili anticipata al 18 maggio. Soprattutto, contributi a fondo perduto per  tanti piccoli esercizi di somministrazione che senza aiuti immediati sono destinati a non riaprire più.

Un orizzonte troppo distante, quello del primo giugno, data prevista dall’ultimo dpcm per la riapertura dei pubblici esercizi. Per non provare, in qualche modo, ad avvicinarlo.

Ad oggi, per bar, ristoranti e simili, è consentita solo la ristorazione da asporto, oltre la già prevista consegna a domicilio.

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Uno dei principali ostacoli alla ripresa, secondo FIPE, è costituito proprio dagli scarsi interventi del governo. Il quale non è riuscito ancora a dare una risposta forte agli imprenditori italiani, i quali rischiano di non rialzare più le saracinesche.

La speranza è che il presidente del Consiglio convochi immediatamente un tavolo di lavoro dedicato ai pubblici esercizi, che preveda un anticipo sulla fine del lockdown. Sfruttando i prossimi 15 giorni di tempo per mettere a punto un piano concreto.

Petizione FIPE: contributi a fondo perduto e riapertura di bar e ristoranti

Apriamo in sicurezza bar e ristoranti il 18 maggio“, questo il titolo della petizione di FIPE.

Un grido d’aiuto che, al ritmo di più di 3 mila adesioni al giorno, ha superato quota 21 mila firme. Un’impennata che ha visto la partecipazione non solo delle imprese, ma anche dei singoli cittadini, che auspicano a una ripresa celere dei servizi quotidiani.

Un settore particolarmente colpito dall’attuale emergenza sanitaria, con oltre 50 mila imprese in Italia che rischiano di sparire.

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La Federazione aveva già annunciato un piano di richieste da sottoporre al governo per incentivare la ripresa del comparto.

Un settore che in Italia impiega 1,2 milioni di lavoratori, conta oltre 300 mila imprese e coinvolge una filiera lunga ed estremamente strategica per il Paese. Allevatori, agricoltori, pescatori, casari, trasportatori, e poi enologi, vignaioli, imbottigliatori, magazzinieri, trasformatori artigianali e industriali.

Il piano per la ripresa include anche la lista delle misure per garantire la riapertura in sicurezza. Misure che gli esercenti si sono impegnati a rispettare.

Ma che, tuttavia, implicano perdite e rallentamenti. Alla luce di tali perdite vengono richiesti al governo interventi per compensarle. Come contributi a fondo perduto e una pari riduzione dell’imposizione fiscale.

Aldo Cursano: “Il presidente del Consiglio non può ignorare queste richieste

Chi ha firmato questa petizione – spiega Aldo Cursano, Vice Presidente Vicario della Fipe  non sono solo gli imprenditori del settore, ma anche tanti cittadini che chiedono di poter nuovamente contare su un servizio importante della loro quotidianità”.

Cursano ribadisce la necessità per gli esercenti di aiuti concreti ed immediati. Aiuti che metterebbero nelle condizioni di poter riaprire subito. Soprattutto di offrire un servizio in assoluta sicurezza.

Se aiutati con contributi veri, bar e ristoranti sono pronti a riaprire in sicurezza, sulla scia delle centinaia di migliaia di imprese che da oggi sono tornate a svolgere la loro attività in tutta Italia. Fipe ha elaborato un serio protocollo per garantire nei locali la sicurezza basata sul distanziamento interpersonale e questa è un’assunzione di responsabilità e una dimostrazione di serietà da parte dell’intera categoria. È chiaro però che la prevista riduzione dei fatturati, dovuta proprio al rispetto delle misure di distanziamento, dovrà essere compensata con contributi a fondo perduto e una pari riduzione dell’imposizione fiscale. Una richiesta di buon senso che ribadiremo quando trasmetteremo al premier l’appello con le firme: senza aiuti le nostre imprese non ce la faranno”.

Un appello che, come sottolinea Cursano, “il Presidente del Consiglio non può ignorare“.

Il presidente del Consiglio, non può ignorare queste richieste e dunque auspichiamo che già da domani venga convocato un tavolo di lavoro espressamente dedicato ai pubblici esercizi e alla loro prossima riapertura. Abbiamo 15 giorni di tempo per farlo in sicurezza e con un piano preciso“, conclude Aldo Cursano.

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