giovedì, Aprile 25, 2024

Bambini senza istruzione in Libano: sale l’allarme Save the Children

In Libano i bambini sono senza istruzione. Per molti di loro è un’infanzia negata. Oltre un anno di crisi economica e sociale ha portato al collasso il Paese dei Cedri. La denuncia è contenuta nel report Lebanon Education in Crisis: Raising the Alarm di Save the Children. L’organizzazione che da quasi cent’anni monitora la condizione dei bambini nelle zone di conflitto.

Bambini senza istruzione in Libano?

Più a lungo i bambini non vanno a scuola, maggiore è la possibilità che subiscano violenze e sfruttamento, compreso il lavoro minorile e il matrimonio infantile“. Lo scrive Save the Children nel nuovo rapporto pubblicato sul suo portale. L’indagine conferma la drammatica situazione dei bambini in Libano, che da oltre un anno non hanno accesso all’educazione. “Almeno 1.2 milioni di bambini in tutto il Libano hanno subito interruzioni dell’istruzione per più di un anno, e molti hanno frequentato la scuola l’ultima volta nell’ottobre 2019, a seguito di proteste e disordini civili“. Purtroppo, simili conseguenze le vivono i bambini siriani e palestinesi. “Con il Paese che sta scivolando sempre più in una crisi economica, è difficile immaginare una riapertura sicura e sistematica delle scuole in Libano“, avverte l’organizzazione per i diritti.

Qualche dettaglio in più

Il problema sussisteva già prima della pandemia di COVID-19, che ha solo aggravato la situazione. “Anche prima di questo, i bambini in tutto il paese avevano già tassi di alfabetizzazione e matematica inferiori alla media nella regione del Medio Oriente“, precisa l’ong. Il rischio è che milioni di bambini non tornino più a scuola. Molti di loro hanno abbandonato le aule due anni fa, nell’ottobre 2019. Allora, il Paese dei Cedri era attraversato dalle proteste e dai disordini civili. Mentre il mancato accesso all’istruzione era stato compromesso dagli scioperi degli insegnanti della scuola pubblica, che protestavano per i ritardi dei pagamenti. Per di più, i versamenti venivano effettuati in lira libanese, che aveva perso circa il 90% del suo valore. Si parla di uno stipendio di circa 1-2 dollari l’ora.

Bambini senza istruzione: una testimonianza

La situazione era precipitata nel 2020, dopo l’esplosione del porto di Beirut e le misure di contenimento dell’epidemia. Oggi, il sistema scolastico in Libano è al collasso. Ragion per cui molti bambini non si iscriveranno al secondo ciclo di istruzione. Tra questi la piccola Amal, un nome di fantasia. A soli 4 anni, frequenta un centro scolastico prescolare gestito da Save the Children nel Nord del Libano. Amal ha delle difficoltà di apprendimento. Non parla bene. Almeno non come dovrebbe fare una bambina della sua età. Per lei è fondamentale frequentare la scuola. Sua madre ha detto: “Con i blocchi e il contesto economico attuale, Amal non esce quasi mai di casa e questo non fa bene al suo benessere mentale e ai suoi progressi in logopedia”.


Lira Libanese 2021: crolla la valuta sale la tensione


Infanzia rubata

Per il 2020, si stima che i bambini in Libano abbiano ricevuto un massimo di 11 settimane di istruzione. Una cifra ancora inferiore per i bambini che vivono nella vicina Siria. La crisi economica, l’inflazione galoppante e il default del sistema bancario che sono seguiti hanno rappresentato il colpo di grazia. Ad oggi, il 55% delle famiglie libanesi vive in povertà. Mentre gli stessi tassi aumentano se si confronta la condizione in cui versano i rifugiati palestinesi e siriani: rispettivamente al 70% e al 90%. Per i bambini in Libano, la povertà rappresenta il maggior ostacolo all’accesso all’istruzione. Non solo perché molte famiglie, in fila per il pane, non possono permettersi l’acquisto dei libri e del materiale scolastico. Ma soprattutto perché in molti casi i figli rappresentano la loro fonte di reddito.

Bambini senza istruzione in tutto il Paese

Le scuole private non sono la soluzione, visto che per molte famiglie libanesi le tasse scolastiche sarebbero insostenibili. Oltre il fatto che continuino a lievitare. Nemmeno l’istruzione a distanza è una via percorribile, a causa del divario digitale. In questo senso, gli strumenti necessari per l’e-learning, come i pc, sono diventati inaccessibili. Specialmente dopo la svalutazione della valuta. Inoltre, le poche famiglie che finora siano riuscite a pagare una connessione Internet, mantenere il servizio sta diventando sempre più costoso. Pertanto, Save the Children chiede che le scuole riaprano al più presto, nel rispetto delle condizioni igienico-sanitarie. Solo così tutti i bambini in Libano potranno avere accesso all’istruzione. Indipendentemente dalle loro possibilità economiche o dal sesso.

Bambini senza istruzione: i più colpiti

I bambini più colpiti in Libano sono proprio coloro che vivono nelle aree rurali. Tanto che possono esserci fino a 4 anni di differenza tra i livelli di rendimento, a seconda delle condizioni socioeconomiche. In particolare, i bambini rifugiati devono affrontare ulteriori ostacoli all’istruzione. Tra cui la mancanza di spazi disponibili e di materiali scolastici. Ma anche della possibilità di completare le procedure di iscrizione, delle lunghe distanze da percorrere per raggiungere le scuole e la mancanza di mezzi di trasporto pubblico. A tal proposito, Save the Children stima che quasi il 45% dei bambini siriani abbiano terminato l’apprendimento nell’anno accademico 2019-20. Si parla di almeno 500.000 minori. Anche i minori con disabilità risentono del mancato accesso all’istruzione. Oltre alla possibilità di interagire con i propri coetanei.


Libano, il futuro dei bambini è appeso a un filo


Una dichiarazione

L’istruzione per migliaia di bambini in Libano è appesa a un filo”. Lo riferisce Jennifer Moorehead, direttrice di Save the Children in Libano. “E un gran numero di minori potrebbe non tornare mai più in classe o perché hanno già perso così tanto apprendimento o perché le loro famiglie non possono permettersi di mandarli a scuola”, afferma. “Stiamo già assistendo al tragico impatto di questa situazione, con bambini e adolescenti che lavorano nei supermercati o nelle fattorie e ragazze costrette a sposarsi”. E ancora. “Come in molte crisi, sono i più poveri e il gran numero di rifugiati del Paese i più colpiti dalla crisi che peggiora sempre più”, dichiara l’esperta. Il tutto in un contesto di crescente insicurezza alimentare.

L’appello

In mancanza di dati sulla frequenza nelle scuole pubbliche o private è difficile programmare degli interventi mirati. Specialmente per supportare i bambini più vulnerabili. Però Save the Children si sta impegnando affinché nessun minore sia lasciato indietro. Pertanto, l’organizzazione ribadisce la necessità di intraprendere un’azione nell’immediato. Principalmente per garantire che un’intera generazione non risenta, suo malgrado, delle conseguenze nefaste della crisi economica e sociale. Oltre al diritto all’istruzione, a questi bambini va garantito il diritto all’infanzia. Troppo spesso, infatti, sono vittime inermi del lavoro minorile o dei matrimoni precoci. Come di altre forme di abuso e sfruttamento.

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