Balma Boves è un sito archeologico situato nel Comune di Sanfront (CN), a 652 metri sul Monte Bracco, e abitato fino ai primi anni ’60. Qui il tempo sembra essersi fermato a motivo delle antiche costruzioni situate sotto la roccia.
Il sito di Balma Boves
Il significato del nome
Il nome Balma Boves deriva da due parole. Il primo termine è “Balva“, poi trasformato in “Balma“, sostantivo che in lingua celtica indica i ripari sotto la roccia. In dialetto locale viene utilizzato a volte anche “Barma”. “Boves” invece, in latino indicava il luogo di riposo per gli animali.
Caratteristica peculiare
Il sito di Balma Boves è un villaggio costruito sul pendìo di una montagna. Questo borgo ha la particolarità di essere costruito sotto la roccia, un vero e proprio tetto naturale.
Breve storia di Balma Boves
Dagli inizi all’abbandono del luogo
Le costruzioni del luogo risalgono a molti millenni fa. Gli abitanti di Balma Boves hanno mantenuto le stesse condizioni di vita quotidiana. L’ultimo abitante ha lasciato il luogo nel 1961. Inizia, così, un periodo di isolamento e degrado.
Il recupero e la valorizzazione
Nei primi anni ‘00 il Comune lo acquista da mani private, dando inizio ai lavori di recupero del sito. All’architetto Giorgio Rossi, da Saluzzo, si devono i lavori di restauro. Oggi la località è un ecomuseo a cielo aperto inserita nel circuito dei “Castelli Aperti” del Basso Piemonte. Dal 2016 è gestito dall’Associazione Vesulus per conto della Pubblica Amministrazione. Qui si tengono anche degli eventi serali.
Lo stile di vita a Balma Boves
La vecchia popolazione residente ha conservato uno stile di vita basato sull’autosufficienza e sul comunitarismo. I beni di prima necessità venivano da ciò che si reperiva in natura, soprattutto le castagne. Proprio le castagne erano l’unica fonte di reddito dei residenti, che utilizzavano come merce di scambio per ottenere altri beni (“civiltà della castagna”). In tempi in cui non esistevano i mezzi di trasporto odierni, i bambini ogni giorno andavano a scuola nella vicina Robella a piedi, percorrendo circa una ventina di minuti. Più del pranzo, la cena era considerato il pasto principale.
Le abitazioni a Balma Boves
Come sopra accennato, le abitazioni erano riparate dalla roccia, che faceva da riparo contro le intemperie. Non mancavano, però, i lavori per spalare la neve, che al di fuori del perimetro roccioso poteva raggiungere un’altezza di 4 metri.
Ancora oggi si può vedere che nelle abitazioni ogni stanza era adibita per uno scopo. Gli spazi più comuni erano il pollaio, la stanza abitativa, la stalla e l’essicatoio per le castagne. È presente anche una cantina per la produzione del vino e la lavorazione del formaggo.
Le stalle venivano utilizzate in inverno come luogo di vita sociale ed erano inoltre i posti dove si nasceva e si moriva.
In una delle strutture tuttora visibili è possibile notare un forno comunitario ancora funzionante.
La Montagna di Leonardo (da Vinci)
Il sito di Balma Boves è localizzato su un versante del Monte Bracco (o Mombracco), detto anche “Montagna di Leonardo”, in riferimento al noto artista di Vinci. Nell’Archivio Nazionale di Parigi è conservato un documento nel 1511 in cui pittore cita la quarzite, materiale un tempo simile al marmo di Carrara per il colore bianco, che è andato quasi scomparendo nel tempo. Nello stesso scritto, Leonardo afferma che la quarzite proveniva da queste zone. L’artista la ha avuta in dono da uno scultore che lavorava per il marchese di Saluzzo.