Secondo Human Rights Watch e il Bahrein Institute for Rights and Democracy nelle ultime settimane in occasione del decimo anniversario delle primavere arabe, le forze di sicurezza del Bahrein hanno arrestato e picchiato manifestanti minorenni e li hanno minacciati di stupro e di torture con l’elettricità. Da qui nasce la presa di posizione europea nei confronti dello Stato del Golfo.
Com’è la situazione dei diritti in Bahrein?
La situazione in Bahrein è preoccupante a causa delle continue violazioni dei diritti umani. In particolare la repressione verso ogni dissidente ed oppositore del regime. Le voci degli attivisti e giornalisti bahreiniti sono volte a promuovere riforme democratiche nel Paese. Attualmente molti attivisti o giornalisti si trovano arbitrariamente incarcerati solo per aver espresso le proprie opinioni. Il Parlamento Europeo ha, quindi, dibattuto tali questioni e votato una risoluzione di urgenza in merito, l’11 marzo 2021. Al fine di richiamare le autorità bahreinite all’osservanza degli obblighi internazionali in tema di rispetto dei diritti umani. Oltre che richiamare l’attenzione dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri a prendere delle misure concrete.
Primavera mai sbocciata
In Bahrein la primavera araba è iniziata sì, dieci anni fa, ma mai realmente esplosa. E’ stata, invece, l’innesto ideale per il governo per soffocare tutte le opposizioni interne. Infatti, dopo le primavere arabe le autorità bahreinite hanno continuano a violare e limitare i diritti e le libertà della popolazione. In particolare il diritto delle persone di manifestare pacificamente e il loro diritto alla libertà di espressione e alla libertà digitale. Infatti i difensori dei diritti umani, i giornalisti e gli attivisti politici continuano a dover far fronte a sistematici attacchi, vessazioni, detenzioni, torture, intimidazioni, divieti di viaggio e revoche della cittadinanza.
Accordo tra Israele e lo Stato del Golfo
La Risoluzione del Parlamento Europeo
Il nuovo meccanismo delle sanzioni europeo, utilizzato finora solo per i quattro cittadini russi coinvolti a vario titolo nell’avvelenamento di Navalny, invita i bahreiniti della catena di comando ha muoversi a favore dei diritti umani nel Paese. Ossia a cooperare pienamente con gli organismi delle Nazioni Unite. In modo tale da consentire ai funzionari dell’UE e dell’Onu, agli osservatori indipendenti e ai gruppi per i diritti umani di visitare il Paese e attestare la situazione in corso. Veniamo, quindi, ai fatti che hanno portato alla Risoluzione.
Incarcerazioni arbitrarie
Il difensore dei diritti umani Abdulhadi Al-Khawaja, cittadino bahreinita e danese, cofondatore del Centro per i diritti umani del Bahrein e del Centro per i diritti umani del Golfo, sta attualmente scontando il decimo anno di una condanna all’ergastolo. Al-Khawaj è stato accusato sia di finanziare e partecipare al terrorismo per rovesciare il governo sia di attività di spionaggio per un paese straniero. A seguito del suo arresto l’uomo è stato picchiato, torturato e condannato nell’ambito di un processo iniquo. Il processo, quindi, non ha rispettato né il diritto penale del Bahrein, né le norme internazionali in materia di processo equo. Già nel luglio 2012 il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha concluso che l’arresto di Al-Khawaja era arbitrario, poiché scaturito dall’esercizio del suo diritto fondamentale alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione, e ne ha chiesto la liberazione.
Le condanne a morte in Bahrein
Tra il 2011 e il 2020 il Bahrein ha condanno a morte circa 50 persone che corrisposte al periodo tra il 2001-2010 sono quintuplicate. Attualmente in Bahrein si trovano nel braccio della morte 26 persone prossime alla pena capitale.
Organismi di Stato non indipendenti
Gli osservatori indipendenti presenti in Bahrein riferiscono che nelle recenti esecuzioni, le autorità del Bahrein hanno estorto confessioni con la tortura. Oltre a ciò agli imputati non è stato garantito un processo equo. Anche se dopo le rivolte del 2011 sono state predisposti uffici competenti, quali l’Ufficio del difensore civico, l’Ufficio del procuratore generale e la Commissione per i diritti dei prigionieri. Ma tali organi non godono della necessaria indipendenza politica per operare a favore dei diritti umani. Tale insicurezza degli organi predisposti ha favorito una cultura dell’impunità che contribuisce a destabilizzare ulteriormente il Paese.
Mancanza di pluralismo politico
Le autorità bahreinite hanno sciolto il più grande partito pacifico di opposizione del Paese, Al-Wefaq, confiscandone i beni e arrestando i suoi leader. L’ex leader del partito era Shaikh Ali Salman, il quale sta scontando un ergastolo con accuse presunte di spionaggio.
Mancanza di organi di stampa indipendenti
Da quando, nel 2017, il Ministero dell’Informazione ha sospeso il quotidiano indipendente Al Wasat, nessun altro organo di stampa indipendente opera in Bahrein. Diverse personalità pubbliche sono state perseguite per la loro attività sui social media.
Le condizioni delle carceri in Bahrein
Le carceri del Bahrein sono sovraffollate e le condizioni igenico-sanitarie sono molto gravi. Nel marzo 2020 sono stati rilasciati 1486 detenuti a causa del rischi generati dalla pandemia. Ma i rilasci hanno escluso leader politici, attivisti, giornalisti e difensori dei diritti umani. Inoltre le autorità bahreinite negano all’accesso alle cure mediche urgenti a tali persone, mettendo così a rischio la salute dei detenuti stessi.
Revoca della cittadinanza
I tribunali del Bahrein hanno revocato la cittadinanza a più di 300 persone nel 2018. E più di 100 nel 2019. Tra queste persone troviamo diversi politici, giornalisti, autorità religiose di alto livello e politici. La revoca della cittadinanza è utilizzata in violazione dell’articolo 15 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo per cui: ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di cambiare cittadinanza.
Discriminazioni nei confronti delle donne in Bahrein
Nel 2002, il Bahrein ha aderito alla convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna. Ma, ancora, mantiene riserve su diversi articoli contenenti disposizioni che sono essenziali per la finalità della Convenzione. Per esempio l’articolo 353 del codice penale che esonera gli autori di stupro dall’azione penale e dalla pena, se sposano le vittime. Il parlamento del Bahrein ha proposto l’abrogazione integrale di tale articolo nel 2016, ma il Consiglio dei ministri ha respinto la proposta. Inoltre lo stesso articolo 334 del codice penale riduce le pene per gli autori dei cosiddetti delitti d’onore e l’adulterio e che le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio sono ancora criminalizzate.
La risoluzione del Parlamento Europeo
Le reazioni alla risoluzione
Da parte delle autorità bahreinite la risoluzione del Parlamento è unilaterale e ignora i progressi fatti nel campo dei diritti umani dal Paese. Mentre Yéelen Geairon, a nome del Centro europeo per la democrazia e i diritti umani (ECDHR), ha commentato: “dopo mesi di preparazione alla cooperazione, è gratificante vedere l’adozione di questa importante risoluzione sui diritti umani in Bahrein. Ciò rappresenta un passo inestimabile non solo per garantire il rilascio dei prigionieri politici, ma anche per incoraggiare la riforma politica nel regno. Questa azione congiunta è un importante simbolo di solidarietà con i popoli oppressi del Bahrein “.