venerdì, Marzo 29, 2024

Babilonia e Bagan, due nuovi patrimoni mondiali riconosciuti dall’UNESCO

Dichiarate patrimonio mondiale dell’UNESCO, le antiche città di Babilonia e Bagan sono eccellenti dimostrazioni del lavoro dell’uomo e dell’importanza documentaria e culturale che esse, dalla loro nascita attraverso i millenni, trasmettono alle generazioni future a memento dei nostri comuni antenati e perciò di antiche civiltà ormai scomparse ma che, persistendo nel ricordo e nella realtà, continuano a convivere con il presente in un rapporto di reciproco scambio storico. L’antico insediamento iracheno della babilonia mesopotamica, città menzionata per la prima volta in una tavoletta di argilla del XXIII secolo a.C. situata nel territorio inserito nella mezzaluna fertile tra il Tigri e l’Eufrate, culla delle civiltà mondiali dai cui abitanti già quattromila anni fa si può affermare sia nata l’umanità moderna, è stato finalmente inserito all’interno della lista del patrimonio UNESCO anche grazie alle pressioni nei confronti delle Nazioni Unite da parte dello stato dell’Iraq risalenti al 1983. Il via libera all’inserimento di Babilonia nel catalogo dell’UNESCO è stato accolto attraverso la riunione dell’UNESCO World Heritage Committee (Comitato Patrimonio Mondiale dell’UNESCO) presieduta presso Baku, capitale dell’Azerbaijan.

Babilonia, sito archeologico

Con il voto di accreditamento al patrimonio mondiale, Babilonia è divenuta così il sesto sito patrimonio UNESCO entro i confini di un paese noto come culla delle civiltà. Il presidente iracheno Barham Salih, insieme al primo ministro Adel Abdul Mahdi, ha esposto l’opinione che alla città, le cui rovine archeologiche di quella che in tempi remoti doveva risultare una delle più belle, ricche e lussuose città del mondo arcaico, nota per i suoi magnifici terrazzi e i lussureggianti giardini pensili inseriti in quell’oasi coltivabile tra i due fiumi nel mezzo del deserto arabo, ancora dimostrazioni della grandezza del luogo, è stato finalmente restituito il suo posto legittimo nella storia dopo troppi anni di abbandono da parte dei leader precedenti. Annunciando la sua decisione, l’UNESCO, congiuntamente al governo iracheno, ha dichiarato:

“Sede di imperi successivi, sotto governanti come Hammurabi e Nabucodonosor, Babilonia rappresenta l’espressione della creatività dell’impero neobabilonese al suo apice. L’associazione della città con una delle sette meraviglie del mondo antico, i giardini pensili, ha anche ispirato la cultura artistica, popolare e religiosa su scala globale”

E’ proprio per le citate motivazioni rilevate dal gruppo di valutazione UNESCO che Babilonia è stata inserita nel patrimonio mondiale, esattamente perché essa rappresenta un esempio unico di realtà storica ed artistica imprescindibile dal presente e irriducibile alla cultura moderna, e proprio perché esempio non riproducibile e irripetibile deve essere tutelato e protetto affinché non accada che con la sua estinzione non si estingua anche un tassello della memoria dell’umanità.

Babilonia

Ora, grazie al riconoscimento UNESCO, il sito verrà studiato ancora più approfonditamente e controllato nonché valorizzato e restaurato qualora ce ne sia necessità, evitando che soprusi perpetrati alla sua integrità come quelli provocati, prima, dalla costruzione di un palazzo per il dittatore Saddam Hussein, poi dai soprusi di un insediamento militare statunitense, non possano più accadere. Il governo ha annunciato lo stanziamento di fondi per mantenere e incrementare gli sforzi di conservazione. Perché la città delle meraviglie non dovrebbe smettere mai di stupire locali e turisti, i quali possono passeggiare tra i resti delle sue mura, delle abitazione, dei templi e degli inequiparabili palazzi che si estendono su un’area di 10 chilometri quadrati. Ancora molto c’è da fare per la tutela ed altrettanto per proseguire gli scavi della città, poiché fino ad ora si è sterrato soltanto il 18% dell’area archeologica. Chissà quanto ci sarà ancora da scoprire sotto terra.

Babilonia, una ricostruzione digitale dell’antica città mesopotamica

Anche la città del tempio di Bagan in Myanmar, Birmania, ha ricevuto lo status di patrimonio mondiale UNESCO. Considerata la Valle dei Templi dell’oriente, la città è riuscita dopo anni di sforzi e pressioni contrastanti, a prendere parte del patrimonio mondiale. In questi giorni l’antica capitale birmana, Bagan, è stata considerata unico esempio al mondo del suo genere, in quanto fantastica dimostrazione della cultura buddhista e della convivenza religiosa. Riconosciuta pure essa a Baku dall’organismo culturale internazionale dell’ONU, la città di Bagan entra a far parte dell’elenco del patrimonio storico artistico mondiale quasi un quarto di secolo dopo che il complesso dei templi buddhisti è stato nominato per la prima volta nella lista.

Bagan

Ora, con il sito di Bagan, comprensivo di oltre 3500 costruzioni di stupa, templi, monasteri e altre strutture risalenti tra l’XI ed il XIII secolo, il Myanmar può vantare di questo importante riconoscimento internazionale che può incentivare l’economia del Paese attirando l’interesse turistico da ogni angolo del mondo. Bagan venne nominata patrimonio dell’umanità già nel 1995, ma a causa di un governo militare a comando della Birmania incapace di avere riguardo del patrimonio del Myanmar, la nomina fu respinta.

Bagan

Ma, da quando nel 2011 è iniziata la transizione dal dominio militare a quello civile, e passati ventiquattro anni dalla prima nomina, fortunatamente la città ha avuto il riconoscimento che meritava. Attenzione e sensibilizzazione del governo e degli stessi abitanti sono salite, come è incrementata anche la considerazione per il mantenimento del patrimonio che nel non lontano 24 agosto 2016 ha subito danneggiamenti a causa del terremoto di magnitudo 6.8 della scala Richter. Queste le parole del diplomatico del Myanmar Kyaw Zeya in rapporto all’inestimabile patrimonio del proprio Paese:

“Bagan è patrimonio vivente, ha sopportato tutte le forme di sfide per più di mille anni. Oggi celebriamo con successo il gioioso momento dell’iscrizione di Bagan nella lista del patrimonio mondiale. In seguito continueremo i nostri sforzi per la conservazione e la gestione di Bagan in modo che questo patrimonio prezioso rimanga per altri mille anni”

Bagan

L’augurio, oltre che quello di continuare a credere nella bellezza, è che, per mezzo dei valori rappresentati da Bagan e Babilonia di unità culturale, religiosa e civile unita alla bellezza della diversità di usi e tradizioni che la storia e i popoli portano con sé, le deturpazioni della guerra abbiano a terminare. Perché senza il rispetto dell’uomo non è possibile capire la grandezza delle opere umane, e viceversa, senza la capacità di riuscire a comprendere le antiche testimonianze di passate civiltà è impensabile capire appieno le esigenze dell’umanità.

Alessandro Pallara
Alessandro Pallara
Nasce a Ferrara nel marzo del 1996. Ha studiato sceneggiatura presso la Scuola Internazionale di Comics di Padova. Tuttora collabora come volontario supervisore del patrimonio artistico culturale con l'associazione Touring Club Italiano nella città di Bologna.

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