lunedì, Giugno 16, 2025

Autorità nazionali Ue: il glifosato non è cancerogeno

È stato pubblicato un documento redatto da Francia, Olanda, Svezia e Ungheria, in cui si asserisce che il glifosato non è cancerogeno, mutogeno o tossico per la riproduzione. Ma è realmente così?

Il glifosato non è cancerogeno né tossico? 

Il documento indica che il glifosato ha i requisiti per essere ri-autorizzato in Europa, ma sottolinea la necessità di effettuare ulteriori analisi circa il suo impatto verso la biodiversità. Il riassunto del parere preliminare, che nel suo complesso è lungo 11mila pagine, è stato pubblicato nella giornata di ieri: ma per parlare di fase finale di valutazione occorre comunque aspettare i parei dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea dei chimici (Echa), alle quali sono state consegnate le analisi e le raccomandazioni delle quattro autorità nazionali (Francia, Olanda, Svezia e Ungheria).

Questo cosa significa?

Non ci si aspetta alcun rischio cronico o acuto per i consumatori di colture trattate con glifosato. Inoltre, è stato proposto di mantenere l’attuale classificazione secondo cui il prodotto provoca gravi danni agli occhi e sono state richieste ulteriori informazioni su “tassi di dissipazione/degradazione dei campi”.

Il glifosato

Il glifosato è una sostanza chimica inventata negli anni Settanta dal chimico John Franz, che lavorava per la multinazionale Monsanto. Si tratta di un erbicida totale non selettivo, cioè una sostanza che uccide in maniera indiscriminata quasi qualunque pianta. Fin dalla sua introduzione nel 1974, con il nome commerciale di Roundup, il glifosato fu molto utilizzato in agricoltura e in ambienti urbani, ad esempio per diserbare strade, marciapiedi e ferrovie. Il successo del glifosato è dovuto principalmente al fatto che è una sostanza molto meno tossica per l’uomo e molto più degradabile degli erbicidi più usati all’epoca della sua introduzione.

Le parole del marchio Bayer

Un portavoce di Bayer, il produttore di glifosato venduto con il marchio Roundup, ha affermato che la revisione dell’AGG era “basata su uno dei dossier scientifici più estesi e completi mai compilati per un prodotto antiparassitario”. 

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