Ha settant’anni ma non li dimostra. Come una diva che non tramonta mai, la Toyota Land Crusier non mostra affatto l’avanzare dell’età, e rimane sempre un modello di punta nel settore del fuoristrada. Nato per portare a casa il proprio conducente, questo fuoristrada ha contribuito a costruire la reputazione della casa giapponese, diventata famosa per progettare e costruire dei “muli meccanici”. Vi raccontiamo brevemente la storia di questo veicolo da leggenda.
Qual è la storia del Toyota Land Cruiser?
Correva l’anno 1951. Gli Stati Uniti avevano bisogno di una jeep per il trasporto dei soldati nella Guerra di Corea, ed affidò l’incarico alla Toyota. Ispirandosi alla mitica Willys, i progettisti giapponesi progettarono un veicolo semplice e robusto. La prova del nove fu la scalata del tempio di Fudo, eseguita dal collaudatore della fabbrica Ichiro Taira. Il collaudo fu un successo, e venne deliberata la commercializzazione della BJ. Di lì all’uso civile, il passo fu breve: in ossequio alle richieste del mercato, dalla BJ vennero ricavate diverse versioni, a passo lungo, a passo corto e station wagon. Hanji Umehara, all’epoca CEO di Toyota, propose di battezzare i modelli civili del BJ con il nome di Land Cruiser, incrociatore terrestre.
Un successo planetario
Con la serie 20 del 1955, la Land Cruiser fece il suo debutto come “world car”, ossia come auto da esportare in tutto il mondo. Come il BJ originale, la seri 20 era declinata im varie versioni, come la cabrio, la station wagon e via discorrendo, con meccaniche più robuste, motori più potenti e qualche miglioria al comfort. La 20 fu un successo: dalla poche centinaia di unità vendute ogni anno si passò alle 10 mila del 1965. Ma il vero boom Toyota lo fece con la serie 40, introdotta nel 1960 e prodotta fino al 1984. Questa serie raggiunse le 100 mila unità vendute. Dagli anni 80 in poi, il modello si adattò alle esigenze di ogni singolo mercato, con versioni differenziate. In Italia, ad esempio, si imposero le versioni più corte, dalla 70 del 1984 all’attuale 150 Prado. Negli USA si passò dalla 80 degli anni 90 alla 200 attuale, venduta anche in versione Lexus GX570. Il comune denominatore di tutte queste land Cruiser è la loro capacità di andare dappertutto, dalla traversate nel deserto arabe, con 50 gradi all’ombra, alle incursioni sulle corrugate strade australiane, rese fangose dalla stagione delle piogge. Esiste un motto sulle Land Cruiser, che recita: “andare ovunque in qualsiasi condizione, e ritornare sani e salvi”.
Toyota Land Cruiser di oggi e di domani
Nel 2021, la Toyota ha lanciato una nuova versione del Land Cruiser, denominata 300. Il vecchio V8 5.7 della 200 lascia il posto ad un V6 biturbo, considerato più efficiente (in teoria). Rispetto al modello precedente perde 200 Kg, è più comodo da usare su strada ma non perde la semplicità e la robustezza tipica di una off roader. Secondo Toyota, è l’interpretazione più moderna del suo veicolo, che mantiene la sua nomea di mezzo inarrestabile ma si civilizza un po’. Ma non c’è tempo di dormire sugli allori, ed ecco che Toyota prepara il futuro del suo gioiello. Il pianale della 300, il TNGA (Toyota New Global Architecture), permette lo sviluppo di una versione ibrida, ma non è da escludere un Land Cruiser completamente elettrico. La casa nipponica sta studiano un altro progetto interessante, il Lunar Cruiser. Si tratta di un veicolo elettrico, con motore fuel cell, destinato a trasportare i passeggeri…sulla Luna! E, naturalmente, a portarle a casa “sane e salve”, come vuole la tradizione Land Cruiser.
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