giovedì, Aprile 18, 2024

Attacco al sito nucleare di Natanz: identificati gli autori

Il portavoce dell’Atomic Energy Organization of Iran, Behrouz Kamalvandi ha confermato: “l’attacco al sito nucleare di Natanz è un attentato. Le nostre organizzazioni di sicurezza interna hanno identificato i responsabili”.

Attacco al sito nucleare un azione ignobile

Nel corso di un’intervista televisiva rilasciata domenica Behrouz Kamalvandi è stato molto diretto. “La nostra sicurezza ha scoperto la causa dell’incidente nel sito nucleare di Natanz e identificato gli elementi dietro l’atto di sabotaggio. Noi non lasciamo questo ignobile atto senza una punizione esemplare. La nostra sicurezza lavora per scovare i responsabili dell’atto e verranno severamente puniti”. È abbastanza chiaro l’intento dell’A.E.O.I. di risolvere con l’aiuto del governo iraniano un atto così ignobile.

Attacco al sito nucleare i responsabili saranno puniti severamente

Behrouz Kamalvandi ha aggiunto: “Le squadre di sicurezza stanno conducendo indagini sull’atto di sabotaggio e mantengono il controllo della situazione”. Il rifiuto di fornire maggiori dettagli è obbiettivamente lecito poiché la questione è ancora sotto inchiesta.

L’inchiesta ancora aperta

Ad agosto Kamalvandi aveva dichiarato che l’incidente all’impianto nucleare di Natanz era causato da un’esplosione. “Ciò che è certo è che si è verificata un’esplosione ma i funzionari della sicurezza annunceranno i particolari in un momento appropriato”. L’A.E.O.I. ha riferito che l’incidente è avvenuto in un capannone industriale in costruzione nel sito nucleare. L’esplosione non ha causato vittime e non ha interrotto le attività nel sito. “Non è la prima volta che si verificano tentativi di sabotare il sito nucleare. Potremmo identificale i mandanti in qualcuno che continuamente tenta di ferirci, ma sarebbe troppo semplice. Ognuno di noi potrebbe identificare i mandanti, ma non vinceremmo per questo una battaglia che sarà lunga, storica e santa. Noi non temiamo nessuno e andiamo per la nostra strada come uomini liberi”. Questa è la dichiarazione finale di Behrouz Kamalvandi, ovviamente ha detto molto più non dicendo che dicendo esplicitamente.

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