venerdì, Aprile 19, 2024

ASSE ROMA-BERLINO. ACCADDE IL 25 OTTOBRE 1936

FU BENITO MUSSOLINI A DEFINIRE L’ACCORDO CON LA GERMANIA NAZISTA “ASSE ROMA-BERLINO”

Asse Roma-Berlino ancora oggi è il nome che rappresenta l’intesa tra Italia e Germania all’alba della Seconda Guerra Mondiale. La stretta di mano tra Mussolini e Hitler sancì un rapporto di reciproco appoggio in ambito militare ma anche una sorta di sodalizio tra i due dittatori.

Mussolini e Hitler

Undici anni prima di quella giornata autunnale del 1936, Benito Mussolini tenne un discorso alla Camera ove dichiarò l’intenzione di un regime dittatoriale. La dittatura assunse in breve tempo una veste giuridica e mostrò il suo aspetto più rigido e oppressivo attraverso la promulgazione delle “leggi fascistissime”. Il regime fascista di Mussolini s’incardinava sul principio di distruzione di ogni forma di opposizione alla dittatura; il duce riuscì a trasformare le più atroci delle violenze in leggi. Queste leggi modificarono l’impianto istituzionale dello stato italiano in senso fortemente autoritario.

Il sistema fascista fu un sistema totalitario fondato sulla dittatura e sulle leggi fascistissime. Tra le maggiori novità introdotte da queste leggi ricordiamo soprattutto l’ordine di scioglimento dei partiti e di tutti i movimenti politici dei partiti di opposizione, la creazione di una speciale polizia politica e il ripristino della pena di morte. Tra le varie manovre amministrative promosse dal fascismo rammentiamo la trattativa con la Chiesa, i Patti Lateranensi e il Manifesto di difesa della razza alle leggi razziali del 1938, documento con cui anche le istituzioni fasciste italiane potevano emanare leggi contro le minoranze etniche. Benito Mussolini per la politica interna ed economica imboccò la via di un aperto appoggio all’alta finanza e alla grande borghesia capitalistica, industriale e agraria, evitando di colpirne gli esponenti con forti tasse, ma soprattutto soffocando le rivendicazioni operaie attraverso l’abolizione delle commissioni interne delle fabbriche, del diritto di sciopero e dei liberi sindacati. Il duce inoltre promosse il protezionismo e costrinse a rivalutare la lira; quest’ultima provocò un rallentamento della produzione e un calo delle esportazioni. Si determinò in poco tempo un improvviso ristagno e la disoccupazione aumentò vertiginosamente.

LA POLITICA ESTERA E L’ASSE ROMA-BERLINO

La politica estera fu il terreno che segnò la sorte del fascismo; Benito Mussolini fu pervaso da velleità espansionistiche. I tentativi mussoliniani di rivedere gli equilibri di Versailles a vantaggio dell’Italia non furono accolti da Francia e Inghilterra, che si opposero duramente all’aggressione dell’Etiopia da parte dei fascisti nel 1935. Il duce, dopo i dissidi con le due potenze europee, si avvicinò definitivamente alla Germania di Hitler. Il progetto del duce con il Führer si concretizzò il 25 Ottobre 1936 con un accordo definito dallo stesso Mussolini Asse Roma-Berlino. Su quel trattato ci fu la firma di Galeazzo Ciano, nominato ministro degli Esteri. L’accordo, almeno nella sua fase iniziale, non costituì una vera e propria alleanza ma riconosceva il rapporto sempre più forte fra la Germania e l’Italia, in quanto prevedeva l’impegno comune a lottare contro il “pericolo bolscevico” e una reciproca consultazione sulle questioni internazionali.

Il fronte della prima guerra mondiale fu definitivamente infranto e l’Italia, spinta dalle aspirazioni espansionistiche di Benito Mussolini, si apprestò alla Seconda Guerra Mondiale. Il duce seguì Hitler in ogni sua mossa, cavalcando l’onda della frenesia della potenza, altero delle sue conquiste, ignaro delle tragiche conseguenze.

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