venerdì, Marzo 29, 2024

Assange: “punito per aver detto la verità”

La vicenda che ha visto protagonista Julian Assange non può essere ridotta semplicemente a una “fuga di notizie”. Il giornalista australiano aveva diffuso tramite la sua organizzazione Wikileaks alcuni documenti classificati ricevuti dall’ex militare Chelsea Manning. In tale documentazione si evincono alcune informazioni in merito ai crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti durante le campagne in Afghanistan e in Iraq. Il dilemma riguarda proprio questo: perché mantenere segreti in una una società libera? In quanto cittadini dobbiamo essere informati degli atti criminali compiuti dai governi in nome del popolo.

Assange: accusato ingiustamente?

La scorsa settimana è stato il decimo anniversario della pubblicazione da parte dell’organizzazione Wikileaks di Julian Assange, della denuncia di illeciti del governo americano. La pubblicazione dei “Diari della guerra in Iraq” ha mostrato al mondo la crudeltà dell’intervento militare in Iraq. Una campagna militare proposta come necessaria la fine di difendere la libertà del mondo ma che in realtà nascondeva ben altro. Dalle rivelazioni rese note da Assange, non ci sarebbero infatti prove che l’Iraq stesse progettando attentati con armi di distruzione di massa. Una guerra sanguinosa per la “liberazione del paese”. Nessuna liberazione, non stavamo “portando la democrazia” in Iraq.

I rapporti di Wikileaks

Sono circa 400.000 i rapporti classificati dell’esercito americano in cui si mostra in modo dettagliato come l’attacco americano non avesse alcuno scopo difensivo. Si trattò infatti di una guerra di aggressione in cui persero la vita migliaia di civili. Una guerra assurda di cui il mondo chiede le reali motivazioni. L’esercito americano ha classificato chiunque avesse ucciso in Iraq come “combattente nemico” e sappiamo che più di 700 civili iracheni sono stati uccisi per “essersi avvicinati troppo” a uno delle centinaia di posti di blocco militari statunitensi. I prigionieri catturati dagli americani sarebbero stati ceduti alle forze di sicurezza irachene che li avrebbero sottoposti a torture fatali. Questi sono solo alcuni dettagli che Assange ha voluto rendere pubblici per fare luce su una delle vicende più sanguinose della nostra epoca.

Assange: un vero sopruso

Assange con il suo coraggioso atto giornalistico ha cambiato il mondo. Attualmente si trova in isolamento in una prigione del Regno Unito. Nella prigione letteralmente combatte per la sua vita: se fosse estradato negli USA, affronterebbe 175 anni in una prigione “supermax” per aver commesso “spionaggio” contro un paese di cui non è cittadino. Ron Paul ha affermato che “sulla guerra in Iraq abbiamo punito chi dice la verità e premiato i criminali”. Julian Assange ha spiegato di aver pubblicato i diari della guerra in Iraq perché “sperava di correggere alcuni degli attacchi alla verità avvenuti prima della guerra e che sono continuati da quando quella guerra è ufficialmente finita”.

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