Investing.com — La maggior parte delle valute asiatiche è scesa mercoledì, con lo yuan cinese che ha toccato i minimi di sei mesi a causa di ulteriori segnali di rallentamento della ripresa economica del Paese, mentre il dollaro si è rafforzato in vista del voto per l’innalzamento del tetto del debito degli Stati Uniti.
Lo yuan è sceso dello 0,3%, superando il livello di 7,1 per la prima volta dalla fine di novembre, dopo che i dati hanno mostrato che l’attività manifatturiera si è ridotta per il secondo mese consecutivo a maggio, a un ritmo più marcato rispetto al mese precedente.
Lo yuan offshore è sceso dello 0,4% a 7,1160 rispetto al dollaro, indicando una debolezza del sentimento estero nei confronti della valuta cinese.
Anche la crescita complessiva dell’attività commerciale ha subito una contrazione, indicando che l’economia cinese si sta raffreddando dopo il rimbalzo del primo trimestre del 2023. Il settore manifatturiero cinese, uno dei principali motori della crescita locale, sta ancora lottando per riprendersi nonostante la revoca delle misure anti-COVID all’inizio di quest’anno.
Anche lo yuan ha perso quasi il 3% a maggio, diventando la valuta asiatica con la peggiore performance del mese. Tuttavia, alcuni analisti ipotizzano che la Cina possa mantenere lo yuan debole per sostenere i ricavi delle esportazioni, a fronte di una crescita in calo.
L’ansia per la Cina si è riversata sui mercati asiatici più ampi, data la loro dipendenza dal Paese come hub commerciale. Il dollaro di Taiwan, che ha una forte esposizione commerciale alla Cina, è sceso dello 0,5%, mentre il dollaro australiano è sceso dello 0,4% anche se i dati hanno mostrato che l’inflazione al consumo è tornata ai massimi da 30 anni ad aprile.
La forte lettura dell’inflazione è arrivata subito dopo che il governatore della Reserve Bank of Australia Philip Lowe ha avvertito che la vischiosità dei prezzi potrebbe invitare la banca centrale ad aumentare i tassi.
Il won sudcoreano è sceso dello 0,3% a causa della delusione dei dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio per il mese di aprile, facendo presagire ulteriori venti contrari all’economia nei prossimi mesi.
La debolezza dei dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio ha pesato anche sullo yen giapponese, che ha sfiorato i minimi di sei mesi rispetto al dollaro.
Il dollaro statunitense, invece, si è rafforzato negli scambi asiatici grazie alla debolezza dei dati cinesi, che ha fatto aumentare la domanda di beni rifugio. L’indice del dollaro e i futures sul dollaro hanno guadagnato circa lo 0,2% ciascuno, scambiando vicino ai massimi di 10 settimane toccati lunedì.
I mercati sono stati in ansia anche per il voto sull’aumento del tetto del debito, dopo che diversi membri del Congresso hanno espresso il loro malcontento per l’accordo bipartisan sull’aumento del limite di spesa del governo.
Il voto, previsto in giornata, arriva a meno di una settimana dalla scadenza del 5 giugno, termine ultimo per il default degli Stati Uniti.
L’attenzione si è concentrata anche sui dati relativi ai salari non agricoli previsti per venerdì, tra le crescenti aspettative che la Federal Reserve aumenti ulteriormente i tassi di interesse a giugno.