sabato, Aprile 20, 2024

Arugamama, accettare per agire

L’arugamama è l’arte di accettare le cose come sono, ma non in maniera passiva, bensì per agire, come alternativa all’evitamento, alla rassegnazione e alla lamentela. Infatti, consiste nello stato in cui l’individuo non tenta di fuggire all’esperienza emotiva.

Cos’è l’arugamama?

L’arugamama è l’arte di accettare le cose come sono, ma non in maniera passiva, bensì per agire, come alternativa all’evitamento, alla rassegnazione e alla lamentela. Infatti, consiste nello stato in cui l’individuo non tenta di fuggire all’esperienza emotiva.

‘Così com’è’ è la traduzione della parola ‘arugamama’. Questo significato va oltre la semplice parola, che assume il significato di ‘prendere le cose come sono’.

Non vuol dire che le cose si devono accettare con rassegnazione. Bensì, è un processo di consapevolezza.

Origine dell’arugamama

L’arugamama è un modello proposto dallo psichiatra giapponese Shoma Morita. Egli afferma che:

  • bisogna prendere atto che le cose sono come sono;
  • le emozioni che si provano non sono volontarie;
  • l’azione è intenzione;
  • si costruiscono obiettivi raggiungibili rispetto all’azione.

Come funziona?

Davanti a situazioni sgradevoli, l’individuo cerca di manovrare ciò che non va. Avviene attraverso tre strategie.

La strategia dell’evitamento

Secondo questa strategia, l’individuo sceglie di resistere a ciò che è sgradevole. Fugge dai propri sentimenti, evitando ciò che gli dà fastidio, concentrandosi su ciò che fa stare bene. Resistere a ciò che è sgradevole, provoca maggiore fastidio e non accenna a diminuire.

La strategia della rassegnazione

Consiste nell’accettare il proprio stato emotivo, senza mettere in atto alcuna azione. Dunque, la tendenza è farsi travolgere dalle emozioni.

La strategia della lamentela

Con questa strategia, l’individuo si rassegna alla situazione sgradevole e si lamenta del fastidio procurato dalla situazione, che è maggiore perché la lamentela porta l’attenzione al fastidio.

Come si affrontano le situazioni sgradevoli?

Alla domanda “Come si affrontano le situazioni sgradevoli?”, Morita propone il modello dell’arugamama. Ad esempio, se l’individuo sta sperimentando l’ansia, deve permettere a se stesso di provarla. Se c’è disperazione, si deve consentire di essere disperati. Quindi, le persone non devono privarsi dell’esperienza emotiva negativa. Quindi, devono continuare a fare ciò che considerano importante. Secondo lo psichiatra, accettare la situazione permette di andare avanti ed è fondamentale per l’azione.

L’arugamama non è rassegnazione

Ovviamente, l’arugamama non va confuso con la rassegnazione passiva. Non è lasciarsi andare senza opporre resistenza. Crea un limite tra ciò che non si può cambiare e ciò che sfugge al controllo.

Attraverso questo approccio si impara che le emozioni passano, che siano piacevoli o sgradevoli. Infatti, non è tutto da etichettare in ‘completamente positivo’ e ‘completamente negativo’. Gli stimoli forniti dall’ambiente originano emozioni piacevoli e sgradevoli. Si impara a conviverci. C’è l’accettazione. E la concentrazione sulle proprie azioni.

L’arugamama non è accettazione passiva

Con l’arugamama si accetta il momento presente come un flusso dove le cose e le situazioni si vedono per come sono. Si rende manifesta la libertà di essere per come si è e che le situazioni sgradevoli diano origine a fastidi e preoccupazioni. Si tratta dell’accettazione che comprende l’azione. E permette di restare con l’attenzione a ciò che è importante.

Le tre A dell’arugamama

Le tre ‘A’ dell’arugamama comprendono:

  • accettare i propri sentimenti, in modo che le emozioni non possano impedire di godersi la vita. Così, è necessario domandarsi cosa si prova quando si affronta una situazione sgradevole, ed anche come si originano quelle emozioni. Vedere i sentimenti come stati emotivi del momento che scompariranno;
  • accettare le circostanze, perché è noto che nella vita non accade sempre ciò che si desidera. Quando non c’è soddisfazione, si pretende un cambiamento. Ma è difficile. Guardare la realtà per quello che è comporta l’accettazione delle situazioni per quello che sono;
  • agire, chiedendosi cosa si può fare ora, per come sono le cose. Accettando le emozioni, non si cambiano le cose, ma certamente si trasforma il modo in cui si affrontano.

Conclusione

Allora, l’arugamama rappresenta un processo di consapevolezza per riuscire ad agire. Così da smettere di rimandare. Acquisire, appunto, consapevolezza della propria condizione, dei limiti e dei punti di forza, per riuscire a generare le trasformazioni necessarie per se stessi.

https://www.periodicodaily.com/possiamo-cambiare-la-nostra-vita-ce-lo-dice-la-psicologia-del-cambiamento/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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