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Il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ammette di aver fatto false dichiarazioni contro New York

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Il dipartimento di Sicurezza Nazionale ammette di aver fatto false dichiarazioni nei confronti di New York. Infatti, l’amministrazione Trump aveva deciso di vietare ai newyorchesi i programmi che consentono ai viaggiatori di attraversare le frontiere statali in corsia preferenziale.

Le accuse mosse al Dipartimento di Sicurezza Nazionale

I funzionari della Sicurezza Nazionale hanno rilasciato false dichiarazioni per giustificare l‘esclusione dei residenti a New York da programmi che consentono ai viaggiatori USA di attraversare le frontiere e le linee aeroportuali.

L’insolita ammissione, contenuta in un deposito giudiziario, afferma che i funzionari hanno detto falsità per nascondere in realtà l’argomento principale della questione.

Infatti, l’amministrazione Trump ha vietato il programma ai newyorchesi, dopo che lo Stato ha deciso di approvare una legge che concede agli immigrati senza documenti di avere la patente di guida. Inoltre, secondo Trump, New York avrebbe messo in pericolo la sicurezza nazionale. Gli abitanti dello stato, quindi, non avrebbero più potuto partecipare al programma Global Entry.

La causa contro questa decisione era stata intentata dallo Stato di New York e dal New York Civil Liberties Union. Ora però, l’amministrazione Trump dovrà invertire la rotta dopo il mea culpa sulle dichiarazioni false del dipartimento.

Il Procuratore generale di New York, Letitia James, ha accolto con favore la decisione dei funzionari di invertire la rotta. Ha infatti dichiarato che ora New York potrà rientrare nel programma “Trusted Traveller Program”. Sostiene inoltre che l’esclusione era dovuta ad una ritorsione del Presidente nei confronti dello Stato.

Il direttore legale per le libertà civili, Christopher Dunn, ha dichiarato: “L’amministrazione Trump ha sospeso il Global Entry a New York come ritorsione per la decisione dello Stato di concedere le patenti di guida indipendentemente dalla cittadinanza”.


New York vuole acquistare abbastanza energia pulita per 1,5 milioni di case


Trump vs New York

L’esclusione dei newyorchesi dai programmi di viaggio è arrivata quando Trump ha rinnovato la sua battaglia contro città e Stati che hanno abbracciato le cosiddette “leggi sulle città santuario”. Infatti, nel discorso dello Stato d’Unione del 4 febbraio, Trump aveva criticato New York. Egli incolpava infatti la Grande Mela per le sue politiche di città santuario.

Il giorno seguente, il Commissario per la Sicurezza Nazionale, Chad Wolf, aveva affermato su Fox News che i newyorchesi sarebbero stati esclusi dai programmi di viaggio. La causa dell’espulsione riguardava appunto le politiche dello Stato come città santuario.

Il governatore Andrew Cuomo aveva condannato subito la decisione dell’amministrazione Trump. Questa era in grado di rallentare le procedure di viaggio di almeno 175 mila cittadini. Cuomo aveva inoltre definito la mossa “una forma di estorsione”.

La disputa fra New York e la Casa Bianca si intensificò nel giro di una settimana. Il Governatore deciso così di incontrare il Presidente per trovare un compromesso.

Alla fine, i due riuscirono a trovare un accordo che avrebbe consentito alle autorità federali di accedere ai registri dei veicoli a motore di coloro che chiedono lo status di viaggiatore fidato.

Dopo la sentenza di giovedì, Andrew Cuomo ha dichiarato che è stato anche questo compromesso ad aver reinserito nel programma di viaggio di newyorchesi. Inoltre, ha affermato che i due funzionari del Dipartimento andrebbero accusati e incriminati per fase dichiarazioni.

Infine, Cuomo ha detto: “Sono contento che questo problema si sia finalmente risolto per tutti i newyorchesi”. Ha inoltre dichiarato: “La verità è finalmente emersa. Il governo federale ha fornito ragioni palesemente false per vietare ai newyorchesi il programma Trusted Traveller. Fin dall’inizio è stato un attacco illegale e politicamente motivato”.

Il Tewwt di Cuomo
Il video di Cuomo che accusa i due funzionari

La leggerezza secondo Italo Calvino: una lezione attuale

La leggerezza secondo Italo Calvino, è uno dei tanti temi della letteratura italiana che mettono a confronto l’uomo con il mondo. E non solo. Essa, ci dona delle nuove lenti, per consentire a noi tutti di guardare la vita da una prospettiva differente. Ed è solo cambiando punto di vista, che si può modificare il proprio fluire.

La leggerezza, è il primo dei sei punti delle lezioni americane dell’autore. Il libro “lezioni americane“, venne pubblicato nel 1988. Lo scrittore eseguì la stesura del testo in seguito ad alcune conferenze che lo stesso Calvino tenne alla Harvard University. I sei postulati cardine del volume, sono: la leggerezza, la rapidità, l‘esattezza, la molteplicità, la visibilità e la coerenza. Quest’ultima non trovò mai una sua fine, poiché l’autore incontrò la morte prima di terminarne la stesura.

Il titolo originale dell’elaborato è “Six memos for the next millennium“, ossia “Sei propositi per il prossimo millennio“. La sua prima pubblicazione è in lingua inglese. E’ solo grazie alla moglie, Esther Judith Singer, che sono stati raccolti e rielaborati i contenuti della prima edizione.

Ora, le cose da comprendere sono principalmente due. La prima, è il significato del titolo originale del testo. Perché quei sei punti esposti da Calvino, avrebbero dovuto costituire sei propositi per il millennio che stiamo vivendo? E in particolare, che cosa rappresenta la leggerezza secondo Italo Calvino? Scopriamolo insieme.


La scrittura di Italo Calvino: i classici


La leggerezza secondo Italo Calvino: cosa significa?

 “Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”

E’ probabilmente questa una delle frasi più famose ed esplicative dello scrittore. Da essa, possiamo già comprendere in parte cosa si cela dietro la leggerezza di Italo Calvino. Egli ci invita a vivere la vita con leggerezza, per l’appunto, a liberarci dunque dell’inessenziale, a non ancorarci alle cose o alle persone. Vista da questa prospettiva, la leggerezza potrebbe essere quasi un sinonimo di felicità superficiale, di semplicità. Ci basta scorrere gli occhi per un secondo, che subito capiamo che non è così. La leggerezza non corrisponde alla superficialità, bensì a un’elevazione. Un’elevazione necessaria al raggiungimento di saggezza e serenità.

Leggerezza secondo Italo Calvino

Essere leggeri non significa dunque vivere la propria vita in maniera superflua, bensì essere un passo avanti rispetto a chi rincorre l’eccesso.

 “La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso”. Conferma del fatto che per Calvino la leggerezza non è un qualcosa di vago o casuale, bensì una caratteristica ben precisa atta all’elevazione umana.

Le figure leggere

Citando Paul Valery, Calvino afferma che “bisogna essere leggeri come l’uccello, non come la piuma”. Perché? Beh, la differenza tra le due figure è piuttosto netta. E non sta solamente nel fatto che una sia un organismo vivente e l’altra semplicemente una piccola parte di esso. Riflettiamoci su: la piuma può volare, ma non per conto suo. Esso lo fa se attaccata alla pelle di un volatile, oppure da sola, ma pur sempre a causa della forza di gravità.

Al contrario, l’uccello possiede vita propria. Esso si eleva nel cielo per suo volere, e sfrutta le correnti del vento per decide dove dirigersi. Lo stesso deve fare l’uomo: deve proseguire con leggerezza nel suo fluire, ma esserne consapevole. Non semplicemente farsi trasportare dal circostante.

luna in leggerezza secondo Calvino

Un’altra colonna portante che descrive la leggerezza, è la luna. Calvino però, fa una precisione a riguardo. Egli avrebbe voluto incentrare la sua lezione proprio su di essa, ma poi ripensandoci, dice di non potere, poiché essa appartiene a Giacomo Leopardi.
Tutti conosciamo Leopardi per la sua visione negativa della vita, per il suo “arido vero” riferito alla realtà.

Nonostante ciò, egli considera alcuni aspetti della vita estremamente benefici per l’esistenza umana. Una di queste, è appunto la luna, alla quale ha dedicato la lirica “alla luna“. In un mondo d’ingiustizie, immerso in una società che non lo comprende, solo guardando la luna Leopardi si sente finalmente libero. E’ come il solo sguardo su di essa, avesse il potere di elevarlo dalle trappole sociali.

Leopardi conosce la luna in ogni suo particolare. Egli sa perfettamente di quando dal punto di vista scientifico, essa sia complessa. Eppure, nonostante la sua natura arzigogolata, essa dona leggerezza. Perché leggero, come dice Calvino, non significa affatto semplice.

Uno sguardo sul presente

E’ giunto il momento di rispondere al quesito che siamo posti poche righe addietro. Perché Calvino propone la leggerezza e altri cinque proposte, per quello che all’epoca sarebbe stato il nuovo millennio? Concentriamoci sulla leggerezza.
Dunque, partiamo dal fatto che anche l’umano, in quanto tale è un essere complesso. Egli ha inoltre istituito una società colma di contraddizioni, obblighi, trappole, traguardi spesso apparentemente irraggiungibili.

Inoltre, gli anni ottanta del ventesimo secolo sono stati rivoluzionari da molti punti di vista. Le persone cominciavano a vivere un presente meno spensierato e sempre più standardizzato. A quel tempo, si dice che il fenomeno del suicidio in giovane età era sempre più in crescita.

Il fatto di imparare a prendere la vita con leggerezza, è un augurio, nonché un antidoto. Possiamo apprendere a vivere la nostra esistenza in maniera saggia e consapevole senza farci prendere troppo dalle inconvenienze, “senza avere macigni sul cuore“. La leggerezza è la chiave per la felicità umana. Teniamo a mente che tutto, anche le situazioni più pesanti, si possono comunicare e affrontare con leggerezza. Solo così ci eleveremo. E proprio come gli uccelli nel cielo, guarderemo il mondo dall’alto, senza che esso ci annienti.

Elliott Erwitt: “Sono l’estremo”

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Elliott Erwitt, nato Erwitz sono venuto al mondo il 26 luglio a Parigi da genitori ebrei di origine russe. Sono l’estremo perché non voglio adulatori starnazzanti a far da eco al mio ego. Sono l’uomo della foto in bianco e nero. Elliott Erwitt sono l’estremo, quello che lascia a te e al tuo cuore distratto lo sforzo di cercare sfumature perché le mie non posso spiegartele.


Elliott Erwitt: Silence Sounds Good


Elliott Erwitt: l’estremo ricercare

Ho vissuto in Italia la bella Italia ma nel ’39 siamo fuggiti per causa del fascismo. Sono andato a Los Angeles e mi sono messo a studiare come fotografare il mondo. Un mondo che ho sempre visto in bianco e nero, bianco come la pace dell’arte e nero come il fascismo che ci perseguitava. All’interno di questi due colori c’è un mondo che parla di altri colori. Ma non ti dirò mai quali, altrimenti vuol dire che ciò che io volevo farti vedere non si è palesato e ho perso. Scava e non farmi domande, indaga su quei presunti bianco e nero e basta, cerca in quello che di me sai e troverai conforto.

La carriera dopo la leva

Elliott Erwitt: Sono l'estremo

Fu estrema ed esaltante. Ho avuto la fortuna di aggraziarmi un grande maestro: Roy Stryker. Presto mi consegnò all’arte dell’immagine. Quest’uomo allora direttore del dipartimento di fotografia documentaristica mi assunse per lavorare su un progetto fotografico nuovo. Dopo questo periodo però sembrava che le cose mi stessero strette. iniziai così la carriera di fotografo freelance lavorando per riviste più o meno importanti, ma la strada era quella illuminata da me, scelta da me.

Elliott Erwitt l’estremo mondo estremo

Elliott Erwitt: Sono l'estremo nel cinema
USA. New York. 1956. American actress Marilyn MONROE.

Vaga ancora in me quel sapore che solo il magico scatto regala. La visibilità acquisita mi ha permesso di tuffarmi in progetti mondiali senza mai fermarmi. I miei scatti in bianco e nero che dapprima ritraevano situazioni ironiche e assurde divennero la spasmodica ricerca del cogliere l’attimo decisivo.

Il mondo nel mondo

Elliott Erwitt: il fotografo dei cani

Dal 1970 qualcosa cambiò forse sempre la stessa vecchia frenesia del cercare. Ho dedicato gran parte delle mie energie gettandosi nella psichedelia iconica del mondo del cinema. lungometraggi, spot televisivi, documentari e film mi scavarono internamente. Cercavo di dare sempre lo stesso messaggio ma le lingue da usare erano tante. Una vastità di premi, riconoscimenti e fama. Ma se hai un attimo di tempo da dedicarmi e vuoi comprendere veramente chi sono, allora ricordati chi sono veramente. Alla fine di tutto io sono il fotografo dei cani, ricordi? Centinaia e centinaia di foto dei miei amici a quattro zampe. Vuoi sapere chi sono? Guarda i loro occhi ci troverai riflessa la mia anima.

World Breaking news del 25 luglio 2020

Oggi, 25 luglio 2020, tante nuove notizie arrivano dal mondo.

World last news del 25 luglio 2020

Germania: si pensa a stazioni per i test negli aeroporti

Le autorità tedesche vogliono istituire delle stazioni per i test coronavirus negli aeroporti per monitorare gli ingressi. Sarà inoltre garantito agli ingressi un tampone gratuito entro tre giorni.

La decisione è stata presa dopo la crescere preoccupazione che i turisti dalle zone a rischio non rispettassero la quarantena.

Regno Unito: obbligo delle mascherine in luoghi chiusi

Da oggi nel Regno Unito è obbligatorio indossare le mascherine nei negozi, nelle banche e nei supermercati.

Inoltre, chi non ne indossa una, potrebbe essere sanzionabile con 100 sterline di multa.

Il premier Boris Johnson ha dichiarato di non aver compreso subito la minaccia del virus. Egli pensa infatti di aver istituito un lockdown troppo tardi.

Brasile: rinvio del carnevale di San Paolo del 2021

La città di San Paolo ha deciso di rimandare il carnevale 2021 e le sfilate delle scuole di samba.

Le associazioni propongono quindi di spostare gli eventi da febbraio ad una data compresa fra maggio e inizio luglio.

Spagna: record di contagi per il secondo giorno

La Spagna ha registrato anche oggi quasi mille casi di coronavirus. Le zone più colpite sono Aragona, Catalogna e Madrid.

In particolare, la Catalogna ha ordinato di chiudere bar e discoteche. Casinò e sale giochi saranno aperte fino a mezzanotte.

il bilancio totale dei casi sale pertanto a oltre 270 mila. I decessi sono invece finora quasi 29 mila, di cui tre sono delle ultime 24 ore.

Israele: bombardato per rappresaglia il sud della Siria

Degli elicotteri israeliani hanno bombardato la regione meridionale della Siria. Gli obbiettivi erano militari.

Poco prima, infatti, i siriani avevano infatti lanciato delle “munizioni” vicino alle Alture del Golan.

Il comunicato dell’esercito israeliano afferma: “Alcuni velivoli da combattimento hanno colpito obbiettivi militari siriani, compresi i posti di osservazione e sistemi di Intelligence”.

Italia: il New York Times elogia la nostra gestione covid

L’economista americano Paul Krugman, premio nobel 2008, ha elogiato la gestione dell’emergenza covid in Italia.

Sul New York Times ha infatti scritto: “Sulla gestione della pandemia, l’Italia sta facendo vergognare l’America. Se l’Italia è il malato d’Europa, allora noi cosa siamo?”.

OMS: picco di casi nel mondo

L’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato un nuovo picco giornaliero di contagi covid a livello globale.

Infatti, nelle ultime 24 ore l’OMS ha registrato almeno 284 mila contagi. Si pensa che il picco sia dovuto anche ai nuovi aggiornamenti forniti da ogni stato. L’incremento è infatti del 15%. I morti sono quasi 10 mila, portando il bilancio totale a quasi 630 mila unità.

UE: Task Force per il Recovery Plan

La commissione europea ha deciso di creare una Task Force per il coordinamento del Recovery Plan in Europa.

La Task Force sarà guidata dal segretario generale e inizierà la sua attività il 16 agosto e sosterrà i Paesi membri nella preparazione dei loro piani di riforma.

Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha dichiarato: “La situazione resta incerta, nonostante ci siano indicatori di ripresa e gli accordi UE”.


Greta Thunberg insoddisfatta del Recovery Fund. La Neubauer è d’accordo.

Grecia, inferno di fuoco a Corinto

Sono quasi 4 giorni che i pompieri lottano contro un vasto incendio nell’area boschiva nei pressi di Corinto, nel sud-ovest della Grecia. 

«Alcuni focolai sono ancora attivi. Agios Konstantinos, Galataki, Dimes, Athikia, Alamano e Agios Ioannis sono stati evacuati in via precauzionale. Al momento non risultano vittime», ha precisato il responsabile dei vigili del fuoco, Vassilis Vathrakogiannis, alla Athens-Macedonian News Agency. 

L’incendio è divampato mercoledì, verso mezzogiorno, a circa 80 chilometri da Atene. I vigili del fuoco sono riusciti, intanto, a contenere altri tre incendi boschivi nel Peloponneso e Creta. Le autorità locali hanno anche chiarito che i pompieri greci stanno combattendo un altro grande incendio registrato circa 200 chilometri più a ovest, vicino all’antica Olimpia.

I residenti degli insediamenti colpiti e di 2 camping sono stati trasportati in un luogo sicuro vicino alla zona costiera. Le operazioni sono rese difficoltose dai forti venti che soffiano sulla Grecia da mercoledì. Per estinguere le fiamme e contenere i danni sono attualmente impegnati 367 pompieri e 92 veicoli, 4 aerei anti-incendio e 6 elicotteri con cisterne d’acqua.

«I venti forza sei e le fiamme hanno causato danni materiali a alcune case», ha detto un funzionario. Purtroppo gli incendi estivi, in Grecia, sono frequenti a causa delle alte temperature, spesso superiori a 35 gradi e dei venti forti. Due anni fa, il 23 luglio 2018, un incendio nella località balneare di Mati ha causato la morte di 102 persone. 

«Ci possono essere diversi fronti attivi, ma il fuoco a Corinto continua ad avere diversi focolai su un grande perimetro e in costante agitazione», ha infine spiegato Vathrakogiannis. 

USA Breaking news del 25 luglio 2020

Oggi, 25 luglio, tante nuove news ci giungono dagli USA.

Last news del 25 luglio

Oltre 150 esperti chiedono un nuovo lockdown

Oltre 150 esperti americani hanno inviato una lettera ai leader politici per chiedere un nuovo lockdown.

Nella lettera è scritto: “Rischiamo più di 200 mila morti entro il 1° novembre. Tuttavia, in molti Stati la gente può bere nei bar, farsi un tatuaggio, farsi un massaggio e fare una miriade di altre attività normali, piacevoli, ma non essenziali”.

Trump firma quattro decreti per ridurre il prezzo dei farmaci

Il presidente Trump ha firmato quattro decreti volti a ridurre i prezzi dei medicinali da prescrizione.

Tali decreti consentono l’importazione legale di farmaci dal Canada, e riducono il costo dell’insulina. Si permetterebbe così di fronteggiare il nodo delle “mazzette agli intermediari” dell’industria farmaceutica. Inoltre verranno diminuiti i prezzi dei medicinali acquistati tramite il Medicare.

Trump: mi pento spesso dei miei tweet e retweet

Donald Trump ha ammesso di sentirsi spesso in colpa per il tweet e retweet postati sul suo profilo.

Ha inoltre affermato: “Nei vecchi tempi si scriveva una lettera e poi, se la si riteneva brutta, la si buttava via. Il giorno seguente si poteva dire: ‘meno male che non l’ho inviata’. Questo però non si può fare con Twitter. Lo posti, ti senti soddisfatto e poi inizia a ricevere telefonate del tipo ‘hai veramente detto questo?’. E ti accorgi di molte cose”.

Oregon vs Trump : la Corte dà ragione al Presidente

Il giudice Michael Mosman ha negato la richiesta per un’ordinanza restrittiva temporanea per gli agenti federali inviati a Portland per contenere le proteste.

L’Oregon aveva infatti chiesto di bloccare gli arresti dell’FBI, che non aveva un mandato. Gli agenti dovevano inoltre identificarsi durante i fermi.

I contagi covid non diminuiscono

La Johns Hopkins University ha registrato quasi 74 mila nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore. I morti sono invece quasi 1200.

Pertanto il bilancio totale delle vittime supera quota 145 mila casi.

Insulti sessisti contro Alexandria Ocasio – Cortez

Il repubblicano Ted Yoho aveva definito la più giovane deputata della storia americana, Alexandria Ocasio – Cortez una figlia di p*****a.

La deputata ha però risposto: “Non staro sveglia fino a tardi la notte ad aspettare le scuse di un uomo che non ha rimorsi per aver usato un linguaggio offensivo nei confronti delle donne”.


Possibile boom di sfratti negli Stati Uniti

Cina-Australia, nuove tensioni tra i due paesi

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Non solo gli Stati Uniti, ma anche l’Australia ha aperto nuovi scontri diplomatici contro la Cina. Dopo la chiusura del consolato cinese a Houston, gli equilibri diplomatici tra Pechino e Washington sembrano giunti ad un punto di rottura (si leggano le parole del Segretario di Stato Mike Pompeo che ha dichiarato che vorrebbe definire “una coalizione democratica contro la tirannia cinese”); tanto da contagiare anche l’alleata Australia.

Il paese asiatico ha ufficialmente rivendicato la giurisdizione del Mar Cinese Meridionale, oggetto del desiderio cinese sin dai lontani anni 40’. Pronta la reazione australiana che grazie all’ausilio dell’ONU ha respinto ogni punto rivendicato dalla Cina. “L’Australia respinge la richiesta della Cina di” diritti storici o diritti e interessi marittimi”, si legge nella dichiarazione.

“Non esiste alcuna base giuridica per discutere di diverse controversie cinesi, incluse quelle relative alla costruzione di isole artificiali su piccoli banchi e scogliere dell’area”. Conclude il rapporto.

Cina e Australia, rapporti ai minimi storici

La pandemia da coronavirus non ha fatto altro che ingigantire la fragilità dei rapporti tra i due paesi. Hanno fatto scalpore le dichiarazioni del ministro degli esteri cinese che, come riporta il quotidiano britannico Guardian, ha esplicitamente vietato ai ragazzi cinesi di soggiornare in Australia. Ricordiamo che il paesi dei canguri è uno dei primi paesi che ha chiesto indagini ufficiali per l’esplosione della pandemia, iniziata lo scorso febbraio nella città di Wuhan.

“Siamo di fronte a una crisi di salute pubblica, sconvolgimenti economici e regimi autoritari in ripresa che usano la coercizione nel tentativo di guadagnare potere e influenza a spese delle nostre libertà e sovranità”. Hanno scritto il ministro degli esteri Marise Payne e il ministro della Difesa Linda Reynolds riferendosi alla gestione cinese della crisi post-covid 19.

Leggi anche: La Cina ordina chiusura consolato USA

Relazioni russo cinesi mai cosi forti

Musica classica e compositori: mascherine per gli amanti

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Per gli amanti della musica classica e i compositori nascono le mascherine musicali. Note, volti di artisti, per difendersi dal contagio con stile.

Le mascherine per compositori e amanti di musica classica

Le mascherine sono ormai pane quotidiano, ma ciò non nega la creazione di un proprio stile: per compositori e amanti di musica classica arrivano mascherine spettacolari.

L’importanza delle mascherine è stata ribadita diverse volte, un gesto semplice che può placare un contagio veloce. Dall’inizio dell’emergenza ad oggi sono stati molti gli ingegni al servizio della produzione di mascherine. Ricordiamo la studentessa che ha elaborato la mascherina trasparente per i sordi, o quelle riprodotte con la stampante 3D da alcuni studenti britannici, mentre altre aziende hanno creato mascherine biodegradabili dal caffè.

Fauci, task force della Casa Bianca, ha sottolineato all’inizio di questo mese quanto sia fondamentale indossare la mascherina, sopratutto in un enorme e sovrappopolato Paese come l’America.

E’ il 24 luglio e l’Inghilterra soffre sotto il peso dei contagi giornalieri: la mascherina diviene accessorio obbligatorio. Classic FM offre un’idea entusiasmante per i suoi clienti: mascherine per musicisti. Dalle note di Beethoven al volto di Bach, le mascherine musicali sono belle da vedere, talvolta ironiche, un’idea regalo originale per se stessi e per gli altri.

Mascherine Musicali

Le mascherine riportate da Classic FM sono disponibili al sito Redbubble.

Dichiarazione di non responsabilità: le seguenti non sono maschere di livello medico. Se è necessaria una maschera di livello medico, visitare il sito Web del SSN per ulteriori informazioni.

Previsioni Meteo del Pomeriggio di Sabato 25 Luglio 2020

Ecco le Previsioni Meteo del 25 Luglio 2020, Previsioni Meteo a cura di Centro Meteo Italiano.it

Il Meteo Al Nord Oggi 25 Luglio 2020

Al pomeriggio nubi in aumento sui rilievi con possibilità di deboli piogge sui settori appenninici e Alpi nord orientali. Temperature minime e massime in calo. Venti deboli di direzione variabile. Mari poco mossi o localmente mossi.

 Il Meteo Al Centro Oggi 25 Luglio 2020

Al pomeriggio qualche breve temporale atteso sui rilievi di Lazio e Abruzzo. Temperature minime e massime in lieve calo. Venti deboli o moderati dai quadranti nord-occidentali. Mari poco mossi o quasi calmi.

Il Meteo Al Sud e sulle Isole Oggi 25 Luglio 2020

Al pomeriggio fenomeni temporaleschi in intensificazione sull’Appennino, bel tempo su coste e isole maggiori. Temperature minime e massime stabili o in lieve calo. Venti deboli dai quadranti settentrionali. Mari mossi o molto mossi.

Vuoi sapere come sarà il tempo nel dettaglio? Leggi il nostro Speciale Meteo.

Il Memento Park di Budapest

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Il Memento Park di Budapest è un percorso all’aperto che raccoglie statue del periodo comunista presenti un tempo nelle piazze, strade e parchi ungheresi. Nel Parco ci sono monumenti dedicati a tutti gli eroi del Comunismo, da Lenin a Che Guevara.

Il Memento Park

Dopo la caduta del Comunismo in Ungheria, nel 1989, numerose statue del regime vennero rimosse. L’Assemblea generale di Budapest propose nel ’91 di collocare le statue in un museo all’aperto. Così, fra il 1992 e il 1993 nella capitale ungherese si costruì il Memento Park, nel XXI distretto.

Inoltre, 14 anni più tardi si inaugurò una sala dedicata alla storia della Rivoluzione del 1956, nonché ai cambiamenti politici tra il 1989 e il 1990.

Nel Parco è presente anche un piccolo cinema in cui è possibile assistere alla proiezione del documentario “La vita d un agente“. Questo documentario parla dei metodi usati dalla polizia segreta ungherese (Allammvédelmi Hatòsàg).

Il Memento Park porta i visitatori fra le cicatrici della cortina di ferro. Per tutto l’itinerario, i turisti sono accompagnati a bordi di un’auto Trabant, il veicolo della Germania comunista. durante il tragitto è inoltre possibile ascoltare i discorsi dei celebri dittatori e leader comunisti.

Le statue nel parco

Nel Memento Park vi sono monumenti dedicati a tutti gli eroi del comunismo, tra cui Lenin, Stalin, Marx, Engels e Che Guevara. Sono presenti anche dei leader ungheresi meno conosciuti.

Statua di Marx e Engels

Inoltre, si può vedere una gigantesca statua di un soldato dell’Armata Rossa, con una mitragliatrice legata al petto e che tiene orgogliosamente in alto la bandiera rossa.

Statua del soldato dell’Armata Rossa

La statua più interessante è il gigantesco paio di stivali di Stalin su un alto piedistallo. Questo è tutto ciò che resta della statua di Joseph Stalin, alta 8 metri, che un tempo sorgeva nel centro di Budapest. Tale monumento era stato eretto nel dicembre 1951 come dono al popolo ungherese. La targa del monumento descriveva infatti il dittatore sovietico come il leader del Paese, insegnante e migliore amico. Durante la Rivoluzione del ’56, però, una folla arrabbiata demolì la strada intonando “Russia go home”. Dopo quell’episodio rimasero solo g stivali di bronzo che possiamo vedere ancora oggi.

Gli stivali di Stalin

Un parco che parla di democrazia

Questo parco all’aperto, a 20 minuti dal quartiere di Buda, offre al visitatore un punto di vista oggettivo sulla caduta de regime. Infatti, le 42 statue dei leader comunisti rappresentano la triste testimonianza di una finta gloria.

L’architetto del Memento Park, Akos Eleod, ha espresso il senso del suo progetto dichiarando: “Questo parco racconta la dittatura, ma dal momento che se ne può parlare, scrivere e rappresentarla, il parco parla di democrazia. Solo la democrazia è capace di concederci le opportunità del libero pensiero sulla dittatura, sulla democrazia stessa oppure su qualsiasi argomento”.

Inoltre, Eleod ha aggiunto: “Questi monumenti fanno parte dell’Ungheria. La democrazia è l’unico regime che è disposto ad accettare che il nostro passato, con tutti i vicoli ciechi, sia ancora nostro. Dovremmo conoscerlo e analizzarlo”.


Leggi anche: Vedere Tokyo come un abitante del posto ; Seconda volta a Praga – cosa fare?

Sergio Marchionne: il 25 luglio 2018 si spegneva il manager che salvò la Fiat

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Era il 25 luglio 2018 quando venne comunicata la notizia della morte di Sergio Marchionne a 66 anni per una grave malattia contro la quale stava combattendo da circa un anno. Apprezzato e stimato come uno dei punti di riferimento del settore automobilistico italiano e internazionale, il suo decesso venne accolto con dispiacere e commozione in tutto il mondo e soprattutto tra coloro che lo avevano conosciuto come uomo e dirigente d’azienda. Le esequie si tennero in forma privata e le spoglie furono poi tumulate nella tomba di famiglia in Canada. Furono inoltre organizzate due celebrazioni pubbliche sia in Italia che negli Stati Uniti.

Sergio Marchionne comparve per l’ultima volta in pubblico il 26 giugno 2018 quando partecipò alla presentazione della nuova Jeep Wrangler che sarebbe andata in dotazione ai carabinieri. Dopo un paio di giorni arrivò la comunicazione del suo ricovero per un intervento ad una spalla all’ospedale di Zirugo, dove poi sarebbe spirato dopo circa un mese. Tuttavia, poco prima dell’annuncio della scomparsa si era diffusa la voce che il dirigente di Fiat Chrysler Automobiles (FCA) fosse in condizioni critiche, e non a caso a Torino si riunirono i consigli d’amministrazione di FCA, CNH e Ferrari per scegliere i successori del manager italo-canadese.

Sergio Marchionne è morto all’ospedale di Zurigo a 66 anni.

John Elkann, presidente di Fiat Chrysler Automobiles, nel commentare la notizia della dipartita di Marchionne affermò con dolore: «È accaduto ciò che temevamo, Sergio, l’uomo e l’amico se n’è andato. Io e la mia famiglia gli saremo sempre riconoscenti per quello che ha fatto». Quindi manifestò la propria vicinanza alla moglie del manager, Manuela, e ai figli Tyler e Alessio. Gli stabilimenti FCA al Lingotto di Torino e anche a Maranello esposero le bandiere a mezz’asta in segno di lutto, e anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump intervenne per sottolineare i meriti dell’amministratore delegato nel suo lavoro manageriale e imprenditoriale.

I motivi del decesso di Sergio Marchionne e i funerali privati e pubblici

L’ospedale di Zurigo, nel giorno seguente alla morte di Sergio Marchionne, diffuse una nota ufficiale per spiegare le cause del decesso, poiché già stavano cominciando a circolare voci false e pretestuose. La struttura sanitaria chiarì che da più di un anno il paziente si recava in sede per «curare una grave malattia». In un secondo momento, un portavoce di FCA rivelò che in azienda non si sapeva nulla delle precarie condizioni di salute dell’amministratore delegato.

Zurigo – È morto a 66 anni Sergio Marchionne

La versione dei fatti fu confermata dalla famiglia dell’imprenditore italo-canadese, la quale in un comunicato riportò che solo una settimana prima era stato detto ai vertici della società che Marchionne non sarebbe più riuscito a tornare al lavoro, evitando però di aggiungere ulteriori dettagli. Il dirigente, passato alla storia per aver salvato la Fiat dal fallimento nel 2004 e per aver avviato un ampio piano di rilancio culminato poi nella fusione con Chrysler e nella FCA, fu salutato per l’ultima volta da amici e parenti stretti in una cerimonia funebre in forma strettamente privata.

Le società del Gruppo Agnelli, però, per rendere omaggio ad uno dei suoi manager più importanti, decisero di organizzare delle commemorazioni pubbliche a settembre 2018: una si tenne a Torino e l’altra nel Michigan, ad Auburn Hills, dove sorge la storica sede di Chrysler. Il 14 settembre presso il Duomo del capoluogo piemontese si riunì una gran folla di persone, con diversi nomi dell’alta finanza che si recarono a prestare il proprio omaggio a Marchionne. Alla celebrazione prese parte anche la moglie Manuela Battezzato e parenti abruzzesi del defunto.

Marchionne è stato tumulato in Canada nella tomba di famiglia.

Sergio Marchionne riposa nel cimitero cattolico canadese di Vaughan, a nord-est di Toronto. Il cosiddetto «manager-filosofo» è stato tumulato nella tomba di famiglia insieme al padre, alla madre e alla sorella.

Il censimento secondo Donald Trump

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Trump ha deciso di escludere gli immigrati privi di documenti dal calcolo ufficiale per il conteggio dei seggi. Questo ha sollevato molti dubbi su come l’amministrazione Trump regolerà i risultati del censimento.

L’ordine del censimento di Trump

Con un ordine esecutivo siglato questa settimana, il presidente Trump vuole escludere gli immigrati privi di documenti dal calcolo ufficiale del numero di seggi che ogni Stato ottiene al Congresso. Tuttavia, pochi esperti del censimento si aspettano che l’ordine di Trump passi al controllo legale in tribunale.

Infatti, diversi Stati hanno già minacciato di impugnare l’ordine, in quanto secondo il requisito costituzionale tutte le persone devono essere conteggiate nel censimento decennale. Inoltre, al di là della questione legale, gli esperti si pongono una domanda fondamentale. In che modo l’amministrazione Trump prevede di contare quanta gente si trova illegalmente nel Paese?

In America non è chiaro se esista un set di dati federali relativo ai lavoratori privi di documenti. Lo scorso anno la Corte Suprema aveva impedito all’amministrazione Trump di richiedere all’ufficio censimento se gli intervistati fossero cittadini americani o meno. Altre agenzie rintracciano illegalmente gli immigrati nel Paese. Tuttavia gli esperti affermano che non esiste un modo ufficiale per rintracciare quanti siano nel Paese senza autorizzazione.

Il parere degli esperti

Il politologo esperto di censimento dell’Università della Florida, Michael McDonald, ha dichiarato: “Il Presidente non si pone le domande giuste. Ad esempio, come ha intenzione di risolvere il problema delle persone entrate legalmente, ma che non hanno ancora i documenti? Come invece ha intenzione di ottenere le stime della popolazione illegale?”.

Secondo il politologo, inoltre, l’ordine esecutivo di Trump è impossibile da applicare. Infatti, è difficile trovare anche semplici stime sulla popolazione priva di documenti. Uno studio stima che queste persone possano essere tra i 16 e i 30 milioni.

Ad esempio, Stati come California e Texas, che ospitano rispettivamente 2,2 e 1,6 milioni di immigrati senza documenti, potrebbero perdere diversi seggi al Congresso. Tuttavia, altri Stati potrebbero trarne beneficio. Tra questi Alabama, West Virginia e Rhode Island.


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Da dove è partita l’idea di escludere questi immigrati dal conteggio dei seggi

L’idea di escludere gli immigrati privi di documenti dal conteggio dei seggi è nata da una causa intentata due anni fa dal Procuratore generale dell’Alabama Steve Marshall. Tale causa non permise infatti a questi immigrati di rappresentare un seggio allo Stato.

Marshall ha quindi elogiato Trump, dichiarando: “Quando i seggi del Congresso degli USA e i voti del collegio elettorale sono divisi la rappresentanza dovrebbe essere basata su coloro che risiedono legalmente. Un risultato contrario priverebbe lo Stato dell’Alabama e i suoi residenti legali della loro legittima quota di rappresentanza. Inoltre minerebbe lo stato di diritto”.

All’interno degli USA, il piano di Trump complicherebbe il processo di distribuzione dei seggi. Ad esempio, in uno Stato come la California, dove la maggior parte dei privi di documenti vive a Los Angeles, assegnare meno seggi significherebbe distretti congressuali più ampi. Tutto ciò porterebbe a una rappresentanza minore per ogni regione dello Stato.

Tuttavia, anche se i tribunali rispettassero l’ordine di Trump, non vi è alcuna garanzia che il Congresso ratifichi le cifre dell’ufficio del censimento.

Quel tahini che divide tutto e tutti in Israele

Una disputa politica che in Israele vede come protagonista qualcosa fino a questo momento inaspettato, il tahini, una salsa a base di semi di sesamo molto utilizzata nelle cucine dei paesi del Medio Oriente.

Il Tahini che divide

Una delle principali case produttrici nel paese, la Al Arz, ha annunciato negli scorsi giorni di voler sostenere economicamente alcuni progetti gestiti da un’associazione che lavora a supporto dei giovani appartenenti alla comunità LGBTQ dal nome Aguda.

Il cibo diventa così, nel complesso sistema israeliano, tema politico e occasione per manifestare la propria omofobia. Gruppi religiosi e politici hanno infatti, in poche ore, invitato i propri sostenitori e sostenitrici a non comprare i prodotti di Al Arz per evitare di finanziare indirettamente i movimenti a favore delle minoranze sessuali. Il disprezzo verso il brand ha cavalcato la rete, attraverso commenti sulla rete o foto e video dove le confezioni di tahini venivano distrutte.


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Ma il brand israeliano e la sua presidentessa, Julia Zaher famosa per finanziare da anni associazioni e progetti sociali, sono diventate in poche ore protagoniste non solo delle critiche del mondo conservatore, ma anche dello stesso mondo LGBTI, in questo caso quello palestinese.

Nel complesso mondo israelo – palestinese infatti, anche i movimenti per le minoranze sessuali spesso non collaborano tra loro. Al centro della disputa il fenomeno conosciuto come pinkwashing, cioè il nascondere la reale situazione di discriminazione delle comunità LGBTIQ, in questo caso quella palestinese, nascondendo i problemi attraverso una comunicazione ben studiata spesso per attirare turisti dove, come nel caso di Israele, si vuol far passare il messaggio di essere di fronte ad un piccolo paradiso per gli abitanti e i visitatori con identità omo, bi, transessuali.
Nelle ultime ore infatti una delle più visibili associazioni per i diritti umani LGBTIQ in Palestina, Al Qaws, ha deciso di non appoggiare l’organizzazione collega Aguda accusandola in passato di aver proposto solo progetti dedicati a utenti israeliani e con un approccio tipicamente occidentale, dimenticando così di dare voce alle reali lotte che devono vivere quotidianamente le persone omo, bi e transessuali in Palestina.

Il tahini della discordia è diventato così un caso nazionale arrivando in breve tempo ufficialmente un argomento al centro delle discussioni politiche. A favore di Al Arz la giornalista e parlamentare Aida Touma Suleiman del partito Joint List, arabo cristiana di Nazareth da sempre a favore dei diritti delle minoranze che ha espresso la sua vicinanza all’azienda ricordando sui propri social come “(…) noi per primi sappiamo cosa vuol die combattere anche solo per i diritti basilari. Sarebbe più adeguato indirizzare i nostri discorsi e le nostre energie verso il crimine organizzato e verso chi porta violenza nella nostra società. E’ più giusto per noi rispettare i diritti di tutte le minoranze all’interno della nostra comunità”.

La vicenda del tahini Al Arz sembra al momento essersi placata dopo una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda che ha così ricordato la propria politica: “Amiamo le persone senza differenza d religione, sesso, genere o colore. Il cibo connette le persone e quindi facciamolo! Continueremo ad essere una realtà aperta a tutti e tutte continuando ad aiutare settori svantaggiati della società senza discriminare“.

Le polemiche al omento sembrano essersi placate. L’omofobia della vita quotidiana di Israele e in Palestina no.

Iran si appella all’Onu contro intercettazione jet USA

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L’Iran presenterà una lettera ufficiale al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) per “violazione flagrante” del diritto internazionale contro gli USA. Un jet di origine americana ha provocato paura e preoccupazione ad un aereo iraniano (152 della Mahan Air) che viaggiava nello spazio aereo siriano direzione Beirut. La televisione iraniana, e alcuni media libanesi, hanno presentato con dovizia di particolari diversi video in cui i passeggeri si riversavano a terra con la fronte grondante di sangue, scatenando l’indignazione generale.

Venerdì, il ministero degli Esteri iraniano ha affermato che la protesta è stata presentata all’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale – un’agenzia delle Nazioni Unite – e all’ambasciata svizzera a Teheran che gestisce gli interessi degli Stati Uniti in Iran da quando i legami sono stati tagliati all’indomani della rivoluzione islamica del 1979.

“Se dovesse succedere qualcosa al velivolo durante il suo volo di ritorno, Teheran assumerà la responsabilità degli Stati Uniti“. Queste sono le parole che il portavoce del ministero degli Esteri Abbas Mousavi riporta all’IRNA

Passeggero ferito durante impatto con il jet americano. Iran accusa USa via Onu
Passeggero ferito durante l’impatto con il Jet americano
Fonte: iribnews

Nuove scintille Teheran-Washington

Dalle parole del portavoce del ministro degli esteri mettono ancora più in difficoltà i rapporti tra i due paesi. L’Iran ha recentemente rinnovato la sua amicizia diplomatica con la Russia, accordandosi su una strategia globale a lungo termine. Un motivo in più per credere che le tensioni tra americani e iraniani avranno ripercussioni in futuro. Nelle ultime settimane, inoltre, si sono registrati tentativi di sabotaggio, a detta degli iraniani, in alcune località strategiche del paese. In merito alla questione sarebbero stati additati come responsabili le forze USA e gli israeliani, loro alleati della regione.

Leggi anche: Incendio alla centrale nucleare in Iran

Serbatoi GPL: semplificare la revisione dopo 10 anni

Novità sulla procedura di revisione obbligatoria dopo 10 anni dall’installazione su serbatoi GPL. Attualmente si effettua presso la Motorizzazione Civile. Ma qualcosa a breve potrebbe finalmente cambiare.

L’installazione di un impianto GPL o Metano su un veicolo in circolazione rientra nelle specifiche previste dall’art. 78 del Codice della strada. Quindi i veicoli a motore ed i loro rimorchi devono essere sottoposti a visita e prova. Questo presso i competenti uffici della Direzione generale della M.C.T.C.

Una prassi inutile

Non esiste una norma specifica che definisca specificatamente l’iter da seguire nel caso della sostituzione o revisione dei serbatoi GPL. Questo dopo la scadenza decennale.

Infatti per prassi consolidata si sta attuando una procedura farraginosa. Si è ritenuto che la sostituzione dei serbatoi di GPL dopo la scadenza decennale rientrasse nelle specifiche previste dall’art. 78 del Codice della strada. Mentre la sostituzione delle bombole metano si potesse eseguire senza rientrare nell’art. 78. Quindi senza effettuare una nuova visita e prova.

La circolare B76/2000 del novembre 2000 – scadenza serbatoio GPL – indica che: ‘ Per i veicoli allestiti con impianto di alimentazione a GPL, la revisione del serbatoio deve essere effettuata, come noto, allo scadere del decimo anno di utilizzo.’

Per la scadenza non si fa riferimento a norme precedenti. È solo presente la dicitura ‘come noto‘. Inoltre proprio dall’anno 2000 è stata resa obbligatoria sui veicoli l’installazione di serbatoi omologati. Ovvero dotati di particolari dispositivi di sicurezza. I quali stanno consentendo il parcheggio anche nei garage interrati.

La procedura che sottopone nuovamente il veicolo a visita è quindi una prova ripetitiva e inutile. Questo per quanto attiene alla sostituzione dei serbatoi GPL.

Serbatoi GPL come per il Metano

La bombola metano revisionata ha una targhetta identificativa rilasciata dal FGBM. Viene compilata dall’installatore. Poi apposta in prossimità del dispositivo di rifornimento. È un “certificato” di collaudo di revisione. Indica il lotto delle bombole con i numeri seriali di quelle sostituite. Questi documenti sono necessari e sufficienti in caso di controllo degli organi di polizia. Anche per poter effettuare, a scadenza, la revisione periodica del veicolo.

Inoltre è oramai evidente che è opportuno semplificare. Perché alcune operazioni svolte presso gli Uffici Provinciali della Motorizzazione non hanno senso. Proprio alla luce del Decreto Semplificazioni.

Oggi esiste un’urgenza nell’emanazione della norma. Al fine di decongestionare gli uffici provinciali. Processo che può iniziare almeno sui collaudi per la sostituzione decennale dei serbatoi. Tale semplificazione è auspicata e attesa da tutto il Settore.

La svolta vicina

La svolta potrebbe essere vicina. Il suggerimento del gruppo di lavoro, che rappresenta il Consorzio Ecogas, è di accreditare officine. Questo per l’attività di sostituzione dei serbatoi GPL. Secondo i criteri stabiliti da detta circolare. Naturalmente le officine devono avere il Responsabile Tecnico. Che sia abilitato secondo i requisiti richiesti dalla Tabella CUNA NC 120-01. 

Il nuovo accreditamento permetterebbe di creare un archivio digitale delle officine di installazione impianti a gas. Non solo cartaceo, come attualmente è presente in molti uffici provinciali. Costituirebbe un passo propedeutico ad una nuova figura di installatore qualificato in grado di operare ai sensi del Reg. ECE/ONU 115.

Inoltre identificare con precisione le caratteristiche tecniche dettate dalla circolare, per la sostituzione del serbatoio, potrebbe risultare difficoltoso. Si propone allora di utilizzare la definizione di ‘serbatoio equivalente‘. 

Questo garantirebbe una sostituzione del serbatoio rispettando i requisiti tecnici. Sia delle originali installazioni OEM. Sia delle originali installazioni retrofit.

Sicurezza e mezzi informatici

Una procedura di semplificazione è fondamentale per far fronte a elevate richieste di revisione. Ma è anche fondamentale che le operazioni vengano svolte regolarmente. Sia per evidenti motivi di sicurezza. Sia per fare in modo che chi rispetta le indicazioni della circolare non sia penalizzato commercialmente. Rispetto ad operazioni effettuate con estrema “leggerezza”. 

Un portale per digitalizzare la procedura

Importante è anche la proposta di realizzare un portale. Sul quale possano accedere i costruttori di apparecchiature e serbatoi GPL. Ma anche le officine di installazione impianti a gas come anche le Associazioni di Categoria che ne facciano richiesta. Questo portale consentirebbe, finalmente, di costruire in tempi molto brevi un dettagliato dei serbatoi già installati e dei nuovi serbatoi.

Verifiche e congruità sotto controllo

Il portale permetterebbe alle officine di verificare la regolarità delle operazioni effettuate e la loro congruenza. Inoltre porterebbe a segnalare eventuali difformità al Ministero. Al quale, comunque, sarebbe affidato il compito di effettuare tutte le verifiche che riterrà più opportune.

Questa attività unita ad un eventuale controllo a campione riteniamo che possa essere sufficiente. E porterà ad evitare, almeno in tutta la fase di start up, sostituzioni non rispondenti alle prescrizioni della circolare. Non ci resta che attendere questa nuova semplificazione.

fonte: comunicato stampa del CONSORZIO ECOGAS

Oggetto: considerazioni sulla circolare di sostituzione serbatoi GPL