ARTALK CITY: gli studenti di ABABO incontrano gli artisti

Dall’11 al 15 maggio alle ore 10.30 in Aula Magna l’Accademia di Belle Arti di Bologna organizza ARTALK CITY. In ciclo di cinque incontri con gli artisti di ART CITY è realizzato col coordinamento della Prof.ssa Maria Rita Bentini. Benni Bosetto, Kipras Dubauskas, Carlos Garaicoa, Mattia Pajè e Italo Zuffi si racconteranno e descriveranno il progetto artistico concepito per l’evento artistico.


Incontri ABABO ART WEEK: iniziative per ART CITY


Perché organizzare gli incontri di ARTALK CITY all’Accademia di Belle Arti di Bologna?

Per permettere agli studenti di conoscere gli artisti che partecipano all’evento. I talenti sono protagonisti di brevi video-interviste realizzate da Veronica Santi, in collaborazione con gli studenti di Linguaggi del Cinema e dell’Audiovisivo. Adele Di Tella del Corso di Fumetto e illustrazione ha poi realizzato i loro ritratti, utilizzati per le cartoline informative. Al termine degli incontri, alle 12, il pubblico potrà accedere alla mostra ABABO OPEN SHOW e agli spazi storici dell’Accademia anche con visite gratuite su prenotazione. Infatti, gli allievi del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’arte faranno da guida.

Incontro dell’11 maggio

Carlos Garaicoa parla del suo lavoro a Maura Pozzati e Carmen Lorenzetti . “Strutture che ricordano le impalcature per l’edilizia sono coperte da maglie illuminate per poter rivivere uno spazio che ha vissuto una storia di violenza, che vorrei poter rivendicare. Mi attrae l’idea di approcciare la storia dell’Oratorio di San Filippo Neri, ricordare la sua distruzione e la sua bella ricostruzione. Uso le reti che avranno un nuovo significato, rispetto al ruolo di semplici materiali da costruzione”. Ha infatti creato l’installazione site-specific multimediale che interagisce con lo spazio tardo-barocco semidistrutto nella seconda guerra mondiale. Il restauro del 1997 è opera della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna che lo ha quindi reso un luogo della cultura. Sculture che ricordano i cantieri e la musica di Esteban Puebla, la videoanimazione di Pablo Calatayud e l’organo suonato dal vivo, compongono un potente flusso di energia cinetica. 

Carlos Garaicoa

Nato nel 1967 vive tra L’Avana e Madrid. Attraverso il dialogo tra arte e spazio urbano l’artista cubano indaga la struttura sociale delle nostre città con un approccio multidisciplinare che solleva questioni di cultura e politica. Nelle sue installazioni, con l’uso di un’ampia varietà di materiali e media, critica dunque l’architettura utopica modernista e il crollo delle ideologie del XX secolo. Approfondisce il concetto di città come spazio simbolico. Ha esposto in numerose istituzioni culturali e museali internazionali e partecipato alle più prestigiose Biennali del mondo, dall’Avana a Venezia, Madrid, Johannesburg. Era presente anche a Liverpool, São Paulo, Mosca, e a diverse Triennali tra cui quelle di Auckland e Documenta 11. Ha conseguito premi importanti, il più recente è PEM Prize 2021.

ARTALK CITY del 12 maggio

Mattia Pajè dialoga con Giovanni Rendina e Guido Molinari. L’artista si racconta così. “Non mi piace credere spassionatamente, il mio interesse viene piuttosto catturato dalla possibilità. Lavoro con gli spazi, con gli ambienti, mi piace andare nei luoghi e da loro farmi suggerire che cosa fare”. Alla personale Fuori Terra, allestita a Palazzo Vizzani presenta dunque un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo. Il suo interesse è volto alla verità con uno sguardo particolare ai contenuti dei social network, soprattutto legati alla ripresa di tematiche esoteriche e teorie del complotto. L’artista infatti struttura l’opera ragionando sulla forma espositiva del diorama, tra dimensione scientifica e spettacolarità ludica. 

Mattia Pajè

Classe 1991, vive a Bologna. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti cittadina e ha partecipato alla residenza al Nuovo Forno del Pane, MAMbo nel 2020. È co-fondatore e Direttore artistico di Gelateria Sogni di Ghiaccio, artist-run space, e della residenza Bagni d’Aria. Dal 2018 è anche parte del collettivo nomadico Altalena. Tra le mostre personali: Un giorno tutto questo sarà tuo, Fondazione Smart – Polo per l’arte, Roma (2019), Todo estarà bien, Suburbia Contemporary Art, Granada (2018). Ha partecipato anche a numerose collettive: Il sogno sguscia fuori dalla tana verso la preda, Palazzo Rota, Fermo (2021), Tout Court. Un aperçu de l’art contemporain italien, Istituto Italiano di Cultura, Parigi (2021). Quindi ha esposto a The Feuilleton: I will bear witness, Piggy-backing-from the Edicola, Spoleto (2021), L’aureola nelle cose: sentire l’habitat, Pinacoteca Nazionale, Bologna (2020)

Incontro del 13 maggio di ARTALK CITY

Mi interessa questo costante stato di trasformazione e incessante precarietà cui porta l’azione umana”.

Kipras Dubauskas

Kipras Dubauskas dialoga con Elisa Del Prete e Marinella Paderni. Emergency Break è l’installazione cinematografica alla Fondazione per l’Innovazione Urbana, Palazzo d’Accursio esposta dal 12 al 14 maggio. Dal 2019 l’artista lituano ha sviluppato una trilogia dedicata al soccorso, il cui ultimo capitolo sarà realizzato a Bologna per NOS Visual Arts Production. I film in mostra 36 Chambers (3’, 2019) e Daynighting (9’, 2020) sono un preludio al collage Firestarter. Il soccorso, le relazioni che un processo di guarigione innesca, a livello individuale e collettivo, sono dunque temi centrali per l’artista.

Kipras Dubauskas

Nato nel 1988, vive a Vilnius, Lituania. Ha studiato Installazione alla Royal Academy di Ghent e Scultura all’Accademia di Belle Arti locale e da alcuni anni sperimenta con la pellicola il linguaggio dell’immagine in movimento. Ha esposto a mostre personali al Contemporary Art Center cittadino (2020), alla POST Gallery di Kaunas (2019) e alla Ex Elettrofonica Gallery di Roma (2018). Inoltre, ha partecipato alle collettive Performing the Fringe presso Pori Art Museum Finland (2021), Waiting for Another Coming a Vilnius e Varsavia (2018). L’artista è il fondatore del laboratorio cinematografico analogico Spongé al centro multidisciplinare SODAS 2123 (2018) e era presente alla 12a Triennale del Baltico (2015). 

Italo Zuffi a ARTALK CITY del 14 maggio

L’artista dialoga con Lorenzo Balbi e Davide Ferri. Pier Luigi Tazzi nel 2003 commenta lo stile del creativo. “Il “verso” di Zuffi è più un impulso che varia da opera ad opera, da momento a momento, e la sua destinazione sentiamo che è alla fine inessenziale. Voglio dire che potremmo anche raggiungerla e nulla sarebbe cambiato: sarebbe infatti nient’altro che la base di partenza per un nuovo inizio. Al massimo avremmo accertato qualcosa, più che attinto a una certezza, assoluta o definitiva. Non c’è un disegno totale, bensì una serie indefinita di “stanze”, in senso architettonico e poetico, ciascuna delle quali aggetta. Ciò che conta è l’apertura, l’incastro in cui si inserisce e l’aria che vi penetra.

Fronte e retro

La personale dell’artista è allestita per Bologna Art City in due sedi, al MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna e a Palazzo De’ Toschi. Quindi un percorso che permette di rileggere il lavoro dell’artista dagli esordi, verso la metà degli anni Novanta, fino al 2020, e la sua ricerca più recente. Negli spazi emergono quindi i nuclei di una ricerca peculiare che esplora contrasti e opposizioni sul corpo o sulla forma scultorea.

Italo Zuffi

Venuto al mondo a Imola nel 1969, vive a Milano. Lavora a performance, scultura e scrittura. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e al Central Saint Martins College of Art & Design di Londra. Nel 2001 ha ricevuto la Wheatley Bequest Fellowship in Fine Art (Sculpture) all’Institute of Art & Design, School of Art di Birmingham (UK). Dal 2011 al 2019 è Visiting Lecturer in Performance alla Royal Academy of Art, L’Aja (NL). Attualmente insegna all’Accademia di Brera e alla Libera Università di Bolzano, Facoltà di Design & Arti. 

ARTALK CITY del 15 maggio

Benni Bosetto dialoga con Caterina Molteni e Cecilia Canziani. Nella sua pratica artistica Benni Bosetto indaga il ruolo dei rituali nella società contemporanea, interrogandosi sulla condizione umana. Con sguardo critico verso le nozioni tradizionali di tempo e spazio, utilizza un linguaggio visivo pre-logico, per fare appello a un’inconscia memoria collettiva. Nelle sue opere la corporeità si dissolve per divenire parte di altre specie, generi o tempi che quindi si riallacciano e uniscono in un racconto eterno. La realtà risulta così un assemblaggio composto dal molteplice, raccontando che l’essere umano è innanzitutto essere-con-gli-altri. Con l’opera performativa Stultifera nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Benni Bosetto si ispira al poema satirico di Sebastian Brant, La nave dei folli (1494).

Benni Bosetto

Nato a Merate nel 1987, vive a Milano. Lavora con disegno, scultura, performance. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, e al Sandberg Instituut, Amsterdam. Inoltre, ha svolto residenze d’artista alla Fonderia Artistica Battaglia nel 2018 a VIR nel 2014. Tra i riconoscimenti, il Pollock-Krasner Foundation Grant nel 2020, il Premio Fondazione Fiera Milano nel 2019 e anche il Premio Termoli nel 2018.

Immagine da cartella stampa.

 

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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