Armenia e Azerbaijan si accusano a vicenda di aver sparato nei confronti del proprio nemico. È ormai palese che si stia arrivando ad un punto di non ritorno, visto anche il coinvolgimenti di forze militari esterni come quelle turche.
Nel conflitto, che come è noto ha già prodotto oltre 100 vittime, interviene anche l’ONU, che ha chiesto un accordo per prevenire nuovi scontri armati nella zona contesa del Nagorno-Karabakh. Gli incidenti hanno infatti segnato un’ulteriore escalation del conflitto, nonostante gli appelli urgenti di Russia, Stati Uniti e altri per fermare i combattimenti.
A proposito è intervenuto anche il presidente azero Ilham Aliyev. Parlando in una televisione di stato russa, ha categoricamente escluso qualsiasi possibilità di colloqui. Dall’altra parte anche il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha detto allo stesso canale che non potevano esserci negoziati mentre i combattimenti continuavano.
Le preoccupazioni delle Nazioni Unite
Dopo una discussione a porte chiuse martedì, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha “espresso preoccupazione” per gli scontri e ha condannato l’uso della forza. Ha anche appoggiato un appello del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per la cessazione immediata dei combattimenti.
L’appello di Putin
Il Cremlino ha detto che il presidente Vladimir Putin ha parlato al telefono con Pashinyan per la seconda volta dall’inizio della crisi. Il presidente, stando ad alcune indiscrezioni, avrebbe esortato le fazioni a rudurre le tensioni, in modo da stabilire un cessatel il fuoco. Sembra chiaro che il presidente russo sia molto preoccupato, perchè una guerra del genere potrebbe diventare totale con l’ingresso di due potenze militari come Russia e Turchia.
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