venerdì, Aprile 19, 2024

L’arcobaleno a giugno è “Pride”

Giugno è il mese dell’arcobaleno, meglio definito come il momento della nascita del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo. Il 28 giugno, in generale il mese di giugno, è stato scelto dal movimento LGBT come data della giornata mondiale dell’orgoglio LGBT, meglio conosciuto come “Gay pride”.

Perché in giugno si celebra il “Pride”


Orgoglio sta a significare la risposta e reazione allo stigma di un tempo, che trova una data di nascita nei moti di Stonewall nel 1969. Giugno e’ pride. Lo ‘Stonewall Inn’ è un bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village di New York. Nella notte tra il 27 ed il 28 giugno, la polizia irruppe per una delle allora frequenti retate, nei bar e club frequentati da omosessuali. Si dice che la scintilla che innescò la reazione fu avvolta nella leggenda quando, minacciata da un manganello, Sylvia Rivera lanciò una bottiglia contro gli agenti. “Atti osceni” o “indecenza” o infrazioni al “buon costume” gli arresti con i quali i poliziotti si accanivano, ma quel giorno vi fu una presa di coscienza, e non riuscirono nell’intento. Gli avventori dei bar circostanti, i passanti, i curiosi, formarono secondo le cronache, una barriera umana di quasi 2000 persone. Gli storici collegarono quell’episodio agli allora fermenti e movimenti conflittuali che si svolgevano in America. In effetti fu conseguenza di un nuovo alveo: a un anno dalla rivolta, si indisse a New York una commemorazione dei moti di Stonewall. Il Glf organizzò una marcia dal Greenwich Village a Central Park cui parteciparono tra le 5.000 e le 10.000 persone: era nato il Gay Pride.

LGBTQIA+ : estensione di un acronimo sempre più inclusivo



Il contesto culturale nel quale viviamo tende a dare per scontato che le persone siano necessariamente eterosessuali. Non a caso si parla di “eterosessualità obbligatoria” e cisgender. Ciò comporta che le altre categorie identitarie siano per lo più “invisibili” o “cancellate” costantemente nel linguaggio di tutti i giorni. Per le persone che non si identificano come eterosessuali e cisgender, questo fenomeno può avere effetti devastanti sul piano psicologico. L’acronimo LGBT, inizialmente composto di sole quattro lettere, è andato ampliandosi nel corso degli anni a includere un numero sempre maggiore di altre identità minoritarie. Le quattro lettere dell’acronimo indicavano i quattro “principali” gruppi minoritari: Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender. Una rivoluzione nata in termini di inclusione, prima delle minoranze sessuali, poi in termini di linguaggio, oggi utilizzato per riferirsi agli orientamenti sessuali e alle identità di genere. La lettera “Q” sta per queer, viene utilizzato per riferirsi a tutte le persone che preferiscono non identificarsi in una specifica “etichetta”, la lettera “I” sta per intersex e la lettera “A” si riferisce alle persone asessuali. Il segno “+” rappresenta infine tutte le altre identità che non trovano posto nell’acronimo.


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L’importanza dell’inclusione


La costruzione dell’identità passa attraverso il riconoscimento del gruppo e la comprensione di chi si è, anche, attraverso il riconoscimento e l’identificazione di una categoria sociale. Non a caso, di grande rilievo l’importanza del gruppo dei pari in giovane età. La visibilità è molto importante come riconoscimento concreto per categorie identitarie spesso invisibili, nel linguaggio comune. A tal proposito, un primo segnale viene lanciato da dove nasce il movimento. Il Governatore dello Stato del Neveda, Steve Sisolak, ha definitivamente approvato un disegno di legge presentato lo scorso marzo, e ribattezzato “Senate Bill 194”. L’atto legislativo, tra le altre cose, include nei programmi scolastici l’insegnamento della cultura, della storia, dei contributi e dell’impatto a livello nazionale di diverse comunità finora ignorate, tra cui le minoranze etniche, nonché le donne, le persone con disabilità, gli immigrati e i rifugiati, le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e “questioning”, termine con cui, come riporta “USA Today”, vengono talvolta indicati coloro che stanno ancor definendo il proprio orientamento e la propria identità di genere. Sicuramente un’altra grande vittoria in un momento commemorativo di grande orgoglio: il mese del “Pride”.

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