Nel corso della notte del 16 ottobre 2000 Antonio Russo perse la vita lungo la strada della cittadina Tbilisi in Georgia. Russo era giornalista freelance impegnato come reporter internazionale per Radio Radicale.
Diciannove anni fa, Antonio Russo si trovava in Georgia per documentare quanto stesse accadendo in quei territori nel corso della guerra in Cecenia. Secondo quanto riportato su la Repubblica del 17 ottobre 2000, di Russo non si avevano più tracce da circa due giorni.
Due ore dopo la denuncia esposta dagli amici georgiani del reporter, il corpo di Antonio Russo venne ritrovato ai lati di una strada a 25 chilometri da Tbilisi. Da quel momento la sua morte rimase coperta da un velo di mistero. La sua casa venne ritrovata sottosopra. Il materiale utilizzato da Russo non c’era più, e con questo anche il suo computer e il suo telefono satellitare.
Le scoperte di Antonio Russo
A la Repubblica il direttore Massimo Bordin dichiarò: <L’ultima telefonata era stata di venerdì, Antonio ci aveva annunciato che sarebbe tornato perché aveva raccolto una gran quantità di materiale interessante sulla guerra cecena e voleva mostrarlo il prima possibile.> E Marco Pannella – leader dei radicali – sottolineò: <Antonio aveva molto materiale “scottante”, stava per tornare.>
In quel periodo, Antonio Russo raccontava i massacri sulle montagne circostanti Grozny, per dimostrare come la Federazione russa stesse mettendo in atto una vera e propria pulizia etnica. Il suo obiettivo era quello di raccogliere elementi di prova relativi all’uso di armi proibite da parte dell’armata russa in Cecenia.
In ogni caso, le circostante del decesso non sono mai state chiarite. Dopo alcuni anni di indagini da parte della Procura di Roma, il caso venne abbandonato in quanto ricollegabile ad un semplice incidente.
Un reporter alla ricerca della verità
Non era iscritto all’Ordine dei giornalisti a causa degli stessi ideali che lo avevano unito per tanti anni a Radio Radicale. Impegnato come giornalista freelence, stava seguendo la guerra in Cecenia. Prima di queste però, era stato corrispondente in altri luoghi di conflitto come Algeria, Burundi, Ruanda, Ucraina, Colombia e Saraievo.
Il suo lavoro venne ricordato nel 2004 dal regista Leonardo Giuliano nel film Cecenia. In questa pellicola Antonio Russo viene interpretato da Gianmarco Tognazzi. Opera che venne sottomessa a censura, boicottaggio e ostracismo da parte del governo russo.