Ansia e panico, conoscerli per venirne fuori. L’ansia è un’emozione che si verifica con paura senza giustificazione e costante percezione di minaccia per la persona. I disturbi d’ansia più frequenti includono anche il disturbo da attacco di panico. E’ importante conoscerli quando si propongono all’individuo. Infatti, ciò può accadere per far comprendere che esiste un disagio.
Ansia, autostima e moralismi
Ansia e panico, conoscerli per venirne fuori. Così, vediamo subito che l’ansia è un’emozione che si verifica con paura senza giustificazione e costante percezione di minaccia per la persona. L’ansia è associata ad un atteggiamento di attesa di un evento imprevisto e percepito come spiacevole. Essa è sentita attraverso sintomi fisiologici, come respiro accelerato e aumento sudorazione. Come pure, da sintomi comportamentali, quali fuga o evitamento di situazione, e sintomi cognitivi, come paura di morire o di perdita del controllo.
Deriva da paure non motivate e aspetti della personalità, quali scarsa autostima e forte influenza dai moralismi. L’individuo, durante la crescita, deve sviluppare una buona valutazione di sé, attraverso la convinzione che egli corrisponde alle proprie aspirazioni e che è come vorrebbe essere. Se la discrepanza tra ciò che una persona pensa di sé e ciò che vuole essere è grande, la persona sviluppa una bassa autostima. Se tale discrepanza è piccola, la persona cresce sviluppando un’alta autostima perché ritiene di corrispondere ai propri desideri e alle proprie aspettative e ambizioni.
Proprio in tal senso, esiste una stretta correlazione tra il manifestarsi dell’ansia e la bassa autostima. Pensando di non essere all’altezza della realizzazione delle proprie aspettative, può svilupparsi l’ansia.
La paura può far emergere i moralismi. Si tende a diventare infaticabili e scrupolosi. Da qui, il senso del dovere esasperato porta ad un atteggiamento di intransigenza e moralismo. Per cui il rischio è divenire ansiosi.
Ansia cronica e ansia acuta
Si distinguono: l’ansia cronica e quella acuta. L’ansia cronica è permanente. Chi ne soffre è portato a limitare le proprie esperienze di vita per evitare ogni situazione che potrebbe creare disagio. L’ansia acuta è una risposta momentanea ad un evento particolare, come ad esempio fornire energie per sostenere una prova difficile.
Il disturbo di attacco da panico
I disturbi d’ansia più frequenti includono anche il disturbo da attacco di panico.
Esso si presenta con sudorazione, senso di soffocamento, palpitazioni, paura di essere sul punto di morire senza nessuna ragione. E’ caratterizzato da improvvisi episodi di forte angoscia privi di cause scatenanti e che arrivano al culmine in dieci minuti. Tutto “finisce” in trenta minuti al massimo ma per l’intensità se ne può rimanere angosciati per giorni.
Colpisce individui tra i 15 e i 35 e tra i 45 e i 55 anni d’età.
Il panico può essere il risultato di un grosso stress o di un accumulo. L’attacco può aver luogo dopo un momento stressante ed essere unico e solo nell’intera vita dell’individuo, o al contrario può essere ricorrente.
Il circolo vizioso paura/pensieri/ansia nel disturbo di attacco da panico
Chi ne soffre, avverte la sensazione come nel caso di un attacco di cuore e ha paura della paura.
La persona vive nel terrore che tra un attacco e l’altro esso possa ripetersi.
Inizia così un circolo perché la convinzione di pericolo aumenta i sintomi e la percezione catastrofica degli eventi. Gli attacchi sono frutto del pensiero, e la paura crea un circolo vizioso tra sensazione fisiche, pensieri distorti e ansia e possono evolvere in attacco di panico. Il pensiero è motivo del continuo attuarsi del disturbo: pensando, le paure aumentano, perché l’individuo si spaventa di ciò che pensa.
Anatomia del panico
Esiste un allarme iniziale. Cioè, i sensi colgono un pericolo, Esso può essere rappresentato da un rumore improvviso, un’immagine paurosa.
Tale informazione prende, nel cervello, due strade. Una permette l’attivazione dell’amigdala, che diviene un dispositivo di emergenza che allerta le altre strutture del cervello. Ne risulta la paura. Essa prima si prova, poi se ne comprende la causa. L’altra strada è quella che procede prima al talamo e poi alla corteccia. Quest’ultima analizza i dati grezzi che entrano attraverso i sensi e decide se essi richiedono una risposta di paura. Se si, la corteccia manda un segnale all’amigdala e il corpo è allertato.
Attraverso la messa in allerta del cervello da parte dell’amigdala, si scatenano nel corpo una serie di cambiamenti chimici e ormonali che mettono tutto l’organismo in allerta. Nello specifico, si verifica un incremento dell’ormone stress, ovvero il cortisolo. Esso rende difficile l’organizzazione della memoria di un trauma o di un’esperienza stressante. Aumenta il battito cardiaco. L’adrenalina si scarica verso i muscoli e il corpo si prepara a combattere e a fuggire. Il cervello smette di pensare alle cose che danno piacere. Si concentra sui potenziali pericoli.
Perché avviene l’attacco di panico?
Il disturbo ha luogo per scuotere, per ribellarsi e rivedere le scelte di vita e i modi di essere che opprimono la persona che ne soffre.
Prendersi troppe responsabilità, dipendenza dagli altri in contrasto con la voglia di autonomia tendono a produrre la “crisi”. Così si originano gli attacchi. Quindi è importante conoscere ansia e panico per venirne fuori.
Chi soffre di attacchi di panico?
Tenere tutto sotto controllo, seguire percorsi esistenziali stabiliti, provare forte senso del dovere e della responsabilità, regole, moralismi e grande importanza al giudizio altrui sono caratteristiche che purtroppo possiede chi è predisposto agli attacchi di panico, ma è necessario sottolineare che gli attacchi non si verificano in tutti quelli aventi questi tratti.
Emerge come nel disturbo da panico intervengono fattori psicologici e reazioni biologiche e fisiologiche.
Liberarsi dall’ansia e dal panico per venirne fuori
E’ fondamentale conoscere questi disturbi, capirne la natura e le loro implicazioni. Non soltanto per i soggetti che ne soffrono, ma anche per le persone attorno a loro. Il senso di colpa e vergogna provato per la propria condizione può portare ad allontanare i cari e la famiglia, gli amici per non farli preoccupare.
Si cade spesso nel comportamento elusivo che rappresenta una difesa globale messa in atto dalla persona sofferente. Pur non avendo paura di una situazione o di un luogo, la persona li evita come difesa o controllo degli attacchi di panico o di ansia.
Capire e accettare sono i primi due passi per la ripresa. Anche rabbia e frustrazioni sperimentati per la situazione possono essere mezzi per contrastare la paura. La rabbia diventa più forte della paura e il disturbo non prende il dominio.
I passi sono:
- isolare lo stress;
- esprimere il pensiero;
- risolvere le problematiche relative allo stress;
- far verificare l’insuccesso;
- prendere consapevolezza.
https://www.periodicodaily.com/come-vanno-affrontate-lansia-lo-stress-e-la-depressione/
La guarigione
Metodologie efficaci possono essere: la psicoterapia, la terapia farmacologica e la terapia comportamentale-cognitiva.
Una premessa fa fare è che combattere ansia e attacchi di panico può causare abbattimento e predisposizione alla depressione. Quindi, l’efficacia terapeutica può dipendere dall’assunzione di farmaci antidepressivi.
La psicoterapia può aiutare molto perché con essa si scoprono aspetti della propria personalità che, anche se non graditi, possono modificare o maturare. Si possono comprendere cause ed effetti, come si sono formate difese e comportamenti individuali. Già dopo alcune settimane di trattamento, la maggior parte dei pazienti ha un significativo miglioramento. Avere il sostegno della famiglia e di amici durante la terapia può aiutare ed accelerare la guarigione.
I farmaci in passato sono stati molto somministrati specie perché barriera contro l’attuarsi degli attacchi e dell’ansia. Ma anche attualmente c’è polemica sul loro utilizzo. Quindi si tende a non prescriverli, o comunque a farli assumere per un massimo di quattro settimane. Ciò per evitare il rischio assuefazione e perché a lungo termine non hanno effetti.
La terapia farmacologica va stabilita dal medico che valuta la storia personale dell’individuo, le abitudini, l’età, e altri elementi utili per somministrarli o meno.
La terapia comportamentale-cognitiva può essere utile al posto dei farmaci quando, attraverso strategie comportamentali, si cercano situazioni e luoghi per mettere alla prova la propria capacità di gestire gli attacchi di panico e l’ansia. Rappresenta un approccio efficace ai problemi emotivi perché pone in relazione emozioni, pensieri e comportamenti. Sottolinea che molti problemi dell’individuo sono condizionati da ciò che la persona fa e pensa nel presente. Quindi, agendo su pensieri e comportamenti, l’uomo può liberarsi dalle problematiche di cui soffre.
La guarigione è graduale e porta a sentirsi liberi, pur non implicando la sparizione della sintomatologia del panico e dell’ansia. Ma è diversa la reazione della persona che non ne ha più paura e lascia accadere l’evento del panico. Proprio per questo è fondamentale conoscere ansia e panico, per venirne fuori.
Conclusione
L’ansia non è sempre negativa. Può essere uno stato transitorio, cioè una modalità adattiva indispensabile che permette di prepararsi in modo adeguato a un evento o ad un’azione. L’organismo può fronteggiare le richieste del proprio ambiente e sopravvivere alle difficoltà della vita.
Non è possibile fuggire dalle emozioni e sensazioni provate, specie se queste provocano la paura che diviene incontrollabile.
Il voler controllare o evitare le condizioni in cui può manifestarsi l’attacco porta alla perdita di controllo: la persona guarda i parametri fisiologici e questo controllo ne provoca un naturale innalzamento. L’alterazione provoca spavento, la paura aumenta e da qui si innesta un circolo vizioso disfunzionale tra mente e corpo, giungendo all’attacco di panico.
La paura per il cambiamento in relaziona alla guarigione è giusta perché la lotta è stata dura. Ma soprattutto è giusto sentirsi liberi e positivi nell’affrontare il futuro, i mutamenti e le sfide quotidiane della vita.