venerdì, Marzo 29, 2024

Anniversario della nascita di Luigi Settembrini, un intellettuale impegnato

Le origini e la giovinezza

Luigi Settembrini viene alla luce il 17 aprile 1813 a Napoli, in via Magnocavallo. È il primogenito dell’avvocato Raffaele e di Francesca Vitale, figlia di un avvocato. Alla nascita di Luigi segue quella di altri cinque figli. Raffaele inculca in Luigi idee liberali. Il giovane trascorre gran parte della fanciullezza a Caserta e studia al collegio di Maddaloni, il quale è noto come uno dei più prestigiosi del Regno delle Due Sicilie. In seguito Luigi considererà l’ambiente del collegio fortemente bigotto e ipocrita, pur riconoscendo il valore di alcuni docenti che esercitano sulla sua giovane personalità una notevole influenza. Anni dopo, nelle Ricordanze della mia vita, Settembrini ricorderà con ammirazione Vincenzo Amarelli, insegnante di storia, geografia e latino, al quale riconosce il merito di saper appassionare gli allievi e di instillare in loro l’amore per la materia studiata. In questi anni Settembrini si avvicina allo studio dei classici latini grazie all’influsso di un brillante compagno di collegio, Luigi de Silva. Durante il Giubileo del 1825 i due giovani restano assai suggestionati dai sermoni di un arciprete; come conseguenza Luigi si dedica a ferventi pratiche religiose con un rigore che sfiora il fanatismo. Il padre, allarmato per la “crisi mistica” del figlio, lo allontana dal collegio sul finire del 1826 e lo iscrive a un istituto di Napoli.

Gli anni di studio e l’avvocatura

Sono questi anni lieti che vedono Luigi avviarsi all’età adulta, senonché la spensieratezza del giovane viene funestata da un lutto: il 26 settembre 1830 Raffaele, gravemente malato, si spegne dopo che il figlio è accorso a Caserta. Luigi e il fratello Giovanni si recano a Santa Maria di Capua per intraprendere gli studi di legge, sotto l’ala protettiva dell’ingegnere Filippo Giuliani, marito di una zia materna. Luigi viene ammesso nello studio di Nicola Tucci, amico del padre, e inizia a fare pratica salvo accorgersi presto di essere poco portato per il diritto. Egli dirà che, nel mare magnum di liti, clienti, carte e giudici, si sente “come l’asino in mezzo ai suoni”. Gli viene assegnata la difesa di alcuni poveri accusati di aver rubato del cibo ma non riesce a evitare loro la condanna, perciò, disgustato dalla vita forense, Settembrini rientra a Napoli, fermamente intenzionato a chiudere quel capitolo della propria attività.

Studio e vita privata

Nella città partenopea Settembrini viene iniziato in massoneria nella “Loggia Figliuoli della Giovane Italia”, quindi diventa Maestro venerabile della Loggia “La Libbia d’Oro”. Nel contempo si immatricola all’Università e può coltivare gli amati studi umanistici. È uno dei più stimati allievi di Basilio Puoti e ha anche altri docenti illustri, tra cui il filosofo Pasquale Galluppi. Anche la vita privata registra delle novità; Luigi conosce Raffaella Luigia Fucitano, giovane di umili natali destinata alla vita claustrale. Settembrini si innamora di lei e le avanza la proposta di matrimonio promettendo di impegnarsi a ottenere una cattedra come insegnante e, con tali argomentazioni, vince le resistenze della fanciulla e del di lei padre. Nell’estate 1835 Settembrini ottiene la cattedra di eloquenza al liceo di Catanzaro, così l’8 ottobre 1835 convola a nozze con “Gigia”. L’ 8 aprile 1837 viene alla luce il loro figlio, al quale viene imposto il nome di Raffaele Michelangelo Tiziano, che rivela le preferenze artistiche di Luigi.

L’impegno patriottico

A Catanzaro Settembrini entra in contatto con gli ambienti mazziniani e con l’amico Musolino fonda una setta ma nel 1837 viene arrestato e accusato di cospirazione. Trascorre tre anni nella prigione napoletana di Santa Maria Apparente; al termine della reclusione ritorna a insegnare ma lo scoppio dei moti risorgimentali lo assorbirà nuovamente. Nel biennio 1847-48 interviene attivamente nell’agone politico con la stesura del suo più noto pamphlet dal titolo Protesta del popolo delle due Sicilie, ispirato ai fatti di Romagna. Lo scritto esce in forma anonima ma suscita comunque sospetti e Settembrini è costretto a riparare a Malta. Successivamente prende parte al governo costituzionale in qualità di ministro della pubblica istruzione e diventa membro della Grande Società dell’Unità d’Italia. Nel 1849, in seguito alla restaurazione borbonica, viene di nuovo arrestato e tradotto in carcere. La condanna a morte che gli è stata comminata viene commutata in ergastolo. Tra il 1851 e il 1859, mentre è prigioniero sull’isola di Santo Stefano, si dedica alla versione dal greco dei dialoghi di Luciano e redige un breve romanzo dal contenuto erotico omosessuale ambientato nell’antica Grecia. Nel 1859 viene avviato alla deportazione negli Stati Uniti ma il figlio Raffaele riesce a far dirottare la nave in Inghilterra. Settembrini riacquista la libertà e, a richiesta di Cavour, resta a Londra. Rientra in Italia solo al momento dell’unificazione.

L’epilogo

Nel 1860 Settembrini ottiene la cattedra di Letteratura italiana presso l’ateneo bolognese; dall’anno successivo insegna all’Università di Napoli di cui diventa rettore. Sempre nel 1861 dà alle stampe la opere di Luciano di Samosata e porta a termine il monumentale progetto di Della letteratura italiana libri IV che, nelle sue intenzioni, deve contribuire all’istruzione delle generazioni di giovani post-risorgimentali. Tra il 1866 e il 1872 vengono pubblicati i tre volumi delle Lezioni di letteratura italiana. Redige inoltre le Ricordanze della mia vita, pubblicate postume dall’editore Morano a cura di Francesco De Sanctis. Settembrini collabora inoltre all’ «Italia» e a «Il Piccolo»; nel 1866 è direttore de «Lo Stivale». Il 6 novembre 1863 viene nominato senatore. Si spegne a Napoli il 4 novembre 1876.

Lezioni di letteratura italiana dettate nell’Università di Napoli

L’opera prevede la suddivisione della nostra letteratura non per secoli ma per periodi di una storia strettamente intrecciata a quella della Chiesa. Tali periodi sono sette mentre l’ottavo riguarda il futuro. Il primo di essi è quello delle origini, ovvero da Gregorio VII a Bonifacio VIII (1075-1304), quindi segue il periodo avignonese (1304-74), quello dell’erudizione (1374-1492), dell’arte pagana, ossia dall’invasione straniera alla riforma religiosa (1492-1564), del gesuitismo (1564-1700), delle scienze (1700-1789), e infine della Rivoluzione (1789-1860).

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