Animal Crossing: perché il videogame Nintendo è stato ritirato dal mercato cinese

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Animal Crossing: New Horizons sparito dal mercato cinese.

Animal Crossing: New Horizons è un videogioco della Nintendo per la console Switch che in questo periodo di isolamento forzato in tutto il mondo per le norme restrittive anti-coronavirus sta avendo molto successo. Reuters però ha notato che improvvisamente il titolo è sparito dal mercato grigio cinese (ricordiamo che con questa definizione s’intende la vendita di determinati prodotti attraverso canali diversi da quelli ufficiali) e rimosso in un battibaleno da numerosi siti di e-commerce. Il motivo di questa cancellazione di massa sarebbe legato all’utilizzo che un attivista di Hong Kong, Joshua Wong, ne avrebbe fatto per protestare contro il Governo di Pechino.

Ricordiamo che il videogame – il cui quinto capitolo è stato rilasciato ufficialmente il 20 marzo 2020 – è una sorta di simulatore sociale che propone ai giocatori di creare e di organizzare la propria isola, invitando gli altri a visitarla. Fin dal giorno del debutto, il titolo per Nintendo Switch ha goduto di un ottimo riscontro da parte del pubblico che, costretto in quarantena, l’ha usato proprio per evadere dai problemi legati all’emergenza coronavirus e per crearsi una specie di rifugio ideale in cui tutto è colorato e felice.

Animal Crossing non è più disponibile in Cina.

Joshua Wong, invece, avrebbe sfruttato le caratteristiche di Animal Crossing: New Horizons per diffondere messaggi di protesta contro il Governo cinese. L’attivista democratico, infatti, avrebbe pubblicato su Twitter una serie di screenshot della sua isola virtuale, all’interno della quale campeggiavano degli striscioni recanti la scritta «Hong Kong libera, rivoluzione ora». Questa forma alquanto originale di propaganda politica contro il governo centrale avrebbe causato il divieto di distribuzione del videogame e la conseguente rimozione dalle piattaforme di e-commerce.

Animal Crossing: nell’isola di Wong anche il presidente cinese Xi Jinping

La rimozione di Animal Crossing: New Horizons dal mercato cinese non è poi così sorprendente. In Cina, infatti, vigono norme piuttosto stringenti sulla diffusione di contenuti quali videogiochi, musica e film, con divieti per tutti quelli che in qualche modo potrebbero ledere i principi socialisti. Per questo motivo, le aziende produttrici di videogame, prima di poter operare nel Paese del Dragone devono ottenere delle licenze ben precise.

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Nintendo, ad esempio, prima di poter iniziare a vendere le sue console ha dovuto stringere una collaborazione con Tencent. Invece, per quanto riguarda i giochi disponibili online, i cittadini cinesi possono accedervi solo collegandosi a dei siti che sfruttano il sistema del mercato grigio come Pinduoduo o Taobao. Nonostante ciò, le pubblicazioni a sfondo politico di Joshua Wong risultano indisponibili alla pagina Twitter di Pinduoduo, mentre Taobao starebbe cercando di aggirare parzialmente le restrizioni governative fornendo agli utenti i videogame nascosti dietro nomi differenti da quelli originali.

La rapida diffusione in Cina di Animal Crossing si è verificata anche perché la popolazione locale ha trovato in questo gioco la possibilità di fornire una propria rappresentazione della società contemporanea, infatti non sono rare le ambientazioni che mostrano personaggi con mascherine o zone di controllo della temperatura. L’attivista democratico Wong, però, si sarebbe spinto anche oltre: nella sua isola pare vi fossero anche le riproduzioni del presidente cinese Xi Jinping e del direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom. Costoro sarebbero comparsi in un momento ben preciso del gioco, ossia durante una cerimonia funebre recante la scritta «polmonite di Wuhan».

Animal Crossing: gli screenshot di Wong.

Come riporta Reuters, al momento non si sa se la rimozione dal mercato cinese di Animal Crossing: New Horizons sia avvenuta dietro indicazione del Governo di Pechino, oppure se sia stata un’iniziativa delle varie aziende di e-commerce per evitare problemi.